(335/8257036)
San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro,
Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone
Vita parrocchiale dal 10 al 17 maggio 2020
DOMENICA 10 maggio | Quinta Domenica di Pasqua. Ogni giorno del mese di maggio prega con il S. Rosario Celebro la S. Messa alle ore 10.00 con don Villiam e le suore. Un ricordo per tutte le mamme. | |
LUNEDI’ 11 maggio | S. Messa: ore 18.00 (def. Ghirardini Mercati Ines) all’asilo | |
MARTEDI’ 12 maggio | S. Messa ore 18,00 (def. Mercati Ghirardini Lucia) all’asilo | |
MERCOLEDI’ 13 maggio |
Beata Vergine Maria di Fatima S. Messa: ore 18.00 (def. Valcavi Enos) all’asilo | |
GIOVEDI’ 14 maggio | Festa di S. Mattia Apostolo S. Messa: ore 18.00 (Rossi Adelmo e fam. defunti) all’asilo | |
VENERDI’ 15 maggio | S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo | |
SABATO 16 maggio | S. Messa: ore 10.00 (libera intenzione) all’asilo | |
DOMENICA 17 maggio | Sesta Domenica di Pasqua Celebro la S. Messa alle ore 10.00 con don Villiam e le suore all’asilo |
MEDITAZIONE DOMENICALE. Chi vede me vede il Padre. La liturgia mostra la “responsabilità” del credente nel voler essere cristiano. Si tratta di una grazia ricevuta per mezzo dell’azione totale e definitiva del Cristo, a partire dalla sua vita terrena fino a giungere alla vita soprannaturale, nella quale egli ci ha preceduto per prepararci una dimora eterna. Nella prima lettura viene presentata la nascita del diaconato e si mostra come l’annuncio della Parola abbia la necessità di essere supportato da una serie di servizi, tutti indispensabili. Ogni fedele si rende conto di quanto sia importante ed efficace il suo compito, il suo ruolo, per la costruzione del regno di Dio. Aspetto ripreso nella seconda lettura, dove si sottolinea il fatto di come ognuno di noi, che ha aderito a Cristo, diventi pietra viva, come lo è divenuto il nostro Salvatore, con l’onore e l’onere di edificare un edificio spirituale che sappia divenire testimonianza duratura nei confronti di tutti gli uomini. Se si obbedisce alla parola del Signore non si inciampa, ma si diventa stirpe eletta. Il vangelo mostra che credere in Gesù Cristo significa credere nel Padre che lo ha mandato. Nonostante la perplessità dei discepoli, il Maestro, con la solita mitezza, spiega ai suoi come chi veda lui veda il Padre, chi ascolti lui ascolti il Padre, perché i due sono una cosa sola. Per giungere alla dimora eterna preparata dal Figlio è necessario passare attraverso lui, che ne è la porta, la via, la verità, nonché la vita. La fede in Cristo apre la rivelazione al Padre.
UNA BELLA NOTIZIA. Dalla Solennità dell’Ascensione, domenica 24 maggio, sarà possibile con uno scrupoloso protocollo tornare a celebrare in chiesa la S. Messa. Nei prossimi giorni ci organizzeremo per poter partecipare nel migliore dei modi alle celebrazioni Eucaristiche con numeri contingentati. Chiederò collaborazione alla Croce Rossa e alla Protezione Civile, perché tutto si svolga secondo le norme di sicurezza. È un dono di Gesù, che coincide con la festa di Maria Ausiliatrice.
AI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE. Carissimi, Anna, Daniel, Enrico, Federico, Gioele, Giovanni, Giulia, Giulia, Matteo, Matilde, Melissa, Nicole, Pietro, Sara, Serena, Simone, Tommaso, Valentina, questa settimana doveva essere una settimana importante ed impegnativa per voi, le vostre famiglie, per me, le catechiste e tutta la Comunità; avremmo dovuto prepararci alla festa del vostro primo incontro con Gesù Eucarestia. Ciò che non possiamo fare nelle domeniche 17 e 24 maggio lo faremo con tanta gioia in un'altra data, che per il momento non possiamo ancora fissare. Non facciamo diminuire il desiderio della festa, anzi alimentiamo il nostro entusiasmo nell’attesa. Con le catechiste abbiamo un progetto di video incontro, perché desideriamo vedere i vostri volti, sono certo di trovarvi cambiati, più grandi, più responsabili, forse un po’ annoiati, ma è normale in questa situazione. Sono sicuro che anche voi avete una voglia “matta” di fare una partita a calcetto con i vostri amici, una corsa per rincorrervi, un tempo per raccontarvi tante esperienze, per salutarvi dal vivo e non solo con i mezzi di comunicazione. Prima di Pasqua vi ho contattato telefonicamente, chiedendovi di pregare e pensare al giorno della Prima Comunione, lo avete fatto? Sono sicuro che tutti ci avete pensato. Io vi ricordo sempre ed in modo particolare in questo mese di maggio dedicato a Maria, mamma di Gesù e nostra. Vi suggerisco di dire ogni giorno il rosario dei piccoli, che consiste nel pensare ad un episodio della vita di Gesù, recitare un Padre nostro, dieci ave Maria e un gloria al Padre come preparazione alla vostra festa che, statene certi, faremo appena possibile. Gesù conosce il nostro nome e ci vuole bene, facciamo in modo di non dimenticarci di lui. Vi saluto con un affettuoso, virtuale ma sincero, abbraccio e con voi le vostre famiglie. Ciao!! A presto! Don Guiscardo
RIFLESSIONE. Da quando è scoppiata la pandemia del Coronavirus, riceviamo ogni giorno dai mezzi di comunicazione le informazioni sul numero dei contagiati, dei guariti e purtroppo anche dei morti. Diciamolo subito: il numero di questi morti, con tutta la pietà dovuta e la vicinanza a chi li piange, è di gran lunga inferiore alle centinaia di migliaia di morti per fame (quanti ogni giorno?), soprattutto bambini, ma chi parla di loro? Chi ne fa un conteggio, chi ne fa un dramma come si fa in questi giorni per i morti da Coronavirus? Da quanti anni nel mondo si muore di fame e per malattie che possono essere curate e vinte con pochi dollari, senza che nulla si muova, per non parlare dei tanti innocenti che muoiono per le guerre. Chi (solo la voce di Papa Francesco si è levata accorata e decisa in questo senso) sente il dovere di sospendere le astronomiche cifre destinate agli armamenti per sconfiggere la fame? La preghiera per vincere il Covit-19 da sola non basta, perché chiedere a Dio per noi stessi quello che non chiediamo per gli altri, anzi senza fare nulla per essi, sarebbe una preghiera egoisticamente utilitaristica e quindi una preghiera inefficace. E allora l’unico modo e sicuro per vincere l’attuale pandemia è impegnarci a far sì che non ci siano più morti per fame e per malattie facilmente curabili. Convinciamo i governanti dei popoli a non spendere i nostri soldi per armi di distruzione e morte, ma per la ricerca e la vita. Noi cristiani dobbiamo essere i primi a dare l’esempio, sostenendo la Chiesa nella sua azione missionaria volta al bene e al progresso dei popoli. In conclusione, se vogliamo che non ci siano più morti per Coronavirus, dobbiamo accompagnare la nostra preghiera per chiedere questo, con il contemporaneo impegno con ogni mezzo affinché non ci siano più morti per fame e per guerra. E tale preghiera sarebbe sicuramente ascoltata da Dio.
QUELLE CHE SONO ANCORA ACCANTO A NOI E A QUELLE CHE CI ATTENDONO IN CIELO
Signore,
con questa preghiera vogliamo ringraziarti per il regalo più bello che ci hai fatto.
Dopo le stelle nel cielo di notte, la luce e il calore del sole germe di vita, la profondità degli oceani,
l’armonia del canto degli uccelli, i mille colori del mondo, il profumo dei fiori più rari, la vastità dell’orizzonte lontano… dopo tutto questo, hai dato ad ognuno di noi un pezzetto del tuo cuore: l’amore della mamma.
Lei ci tiene sotto al suo cuore per nove mesi già con tanto amore.
Mamma,
è la prima parola che ogni figlio del cielo pronuncia e l’ultima che ogni figlio sussurra prima che al cielo torni.
Quando la pronunciamo per la prima volta ancora non ne conosciamo il senso, ma sorridiamo quando lei si avvicina.
Mamma,
sei l’unica al mondo che dona tutto senza chiedere nulla come Gesù, sai soltanto amare.
Sei la nostra ancora di salvezza, lo spiraglio di luce in mezzo a un cielo scuro, un guerriero pieno d’amore che combatte per noi, una dolce melodia che consola il dolore, la spinta giusta per scavalcare ogni barriera, sei il riparo dal freddo e dalle tempeste, il camino che nelle notti gelide riscalda il cuore.
Sei l’angelo custode della nostra esistenza.
Un angelo al quale il Signore ha donato un corpo e un anima e ti ha avvolta nel fuoco dello Spirito Santo per esserne sempre illuminata.
Ci accompagni per le ripide strade della vita, schiarendoci il cammino col bagliore dei tuoi sorrisi carichi di un amore eterno ed immortale e ci segui passo dopo passo col tuo cuore, anche quando cominciamo a volare da soli.
Ci hai dato la luce, tu, che la luce sei.
Ci dai sicurezza con la tua dolcezza, serenità con la tua bontà, stabilità con il tuo amore per il papà, l’unica che sa adorare i nostri difetti e il tuo saper perdonare ci insegna ad amare.
Vivi in simbiosi con noi nei pensieri, ci vedi anche se ci nascondiamo, ci senti anche se stiamo zitti, in segreto asciughi le nostre lacrime, incoraggi i nostri passi, correggi i nostri errori e ci consoli quando siamo inconsolabili.
Sei l’arbitro indiscusso della difficile partita della vita di ogni figlio.
Ci insegni ad essere migliori, non i migliori.
In ogni tuo respiro, sguardo, sorriso, in ogni tuo gesto si legge sempre una grande felicità dell’essere mamma, la mamma di figli come noi, forti o fragili, belli o brutti, bravi o stolti, sani o malati, in ogni angolo di te si legge che siamo il tuo bene più prezioso, pur sapendo che non siamo di tua proprietà.
Mamma,
non ci siamo scelti, ma Dio ti scelse per ognuno di noi perché voleva anticiparci il Paradiso.
Sei il filo sottile dell’immortalità, che lega lo spirito al corpo.
Come il Signore, anche tu operi il mistero della creazione.
Sei la serva fedele al progetto di Dio.
Nel suo progetto d’amore per te c’eravamo noi, nel suo progetto di vita per noi c’eri tu.
In questo momento della Santa Comunione vogliamo ringraziare il Signore, per questo dono inestimabile, e pregare lo Spirito Santo, che in te li ha risposti tutti i suoi sette doni, perché ogni figlio sappia sempre curarlo e custodirlo come merita. Amen
Liana Paciaroni
Tra il Padre e il Figlio c’è unità perfetta.
La morte e la risurrezione di Cristo ci hanno aperto la strada per raggiungere la fonte e l’origine dell’amore.
Gesù Cristo si proclama “via”, perché è il mediatore tra Dio e gli uomini; “verità”, perché è il rivelatore pieno del Padre; “vita”; perché ci conduce alla comunione con Dio.