L'otto maggio di ogni anno si celebra, in tutto il mondo, il movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. La data non è scelta a caso. Infatti, il suo fondatore, Henry Dunant, grande utopista e filantropo, l'uomo che seppe immaginare "l'idea che prima non c'era" e che lottò finché ebbe voce per la dignità dei suoi simili, nacque a Ginevra proprio in quel giorno del 1828, da una famiglia borghese di religione calvinista.
Il suo nome entrò nella Storia quando giunse in Italia, nel 1859 per tentare di interloquire con l'imperatore dei francesi su questioni economiche. Napoleone III stava infatti supportando il tentativo del regno di Sardegna di cacciare gli austriaci dal Lombardo-Veneto, nell'ambito della seconda guerra di Indipendenza. Dunant arrivò a Solferino giusto in tempo per assistere, da spettatore civile, ad una delle più devastanti battaglie dell'ottocento europeo: quella che vide fronteggiarsi i franco-piemontesi da una parte e la compagine austriaca dall'altra, a San Martino e Solferino.
Trecentomila uomini si combatterono per oltre 15 ore, il 24 giugno 1859. Il mattino successivo, ci racconta Henry stesso nel suo memoriale-pamphlet, l'alba illuminò un campo di battaglia traboccante di cadaveri e di feriti gravi. Ma anche qualche soldato lacero e malconcio che si appoggiava a (o sosteneva) un compagno e cercava di fuggire dall'orrore. Una lenta e sofferente colonna di uomini di tutte le provenienze cominciò a dirigersi verso un paese vicino, Castiglione delle Stiviere. A questo punto, Dunant non rimase con le mani in mano e, insieme a don Lorenzo Barzizza, parroco di quella cittadina, coordinò gli sforzi degli abitanti, che si prodigarono a dare un minimo di soccorso a quegli ormai ex - nemici, in quel momento soltanto esseri umani in difficoltà. Nel suo libro "Un ricordo di Solferino", Dunant raccontò le sofferenze, la generosità, la disperazione, i piccoli grandi gesti di umanità che connotarono quelle giornate in cui Castiglione divenne un immenso ospedale da campo. Senza altri presidi che acqua pulita e filacce ricavate da lenzuola, superando la diffidenza con profonda umanità, le donne di Castiglione offrirono un soccorso tanto generoso quanto improvvisato a questi giovani straziati, provenienti da mezza Europa. Molti non sopravvissero, alcuni invece fecero in tempo a raggiungere le postazioni ufficiali della sanità militare dei rispettivi eserciti.
Dunant, però, non dimenticò ciò che aveva vissuto. Scrisse il "Souvenir", che divenne un best seller già dal 1862, anno della sua pubblicazione. Nell'ultima parte di questo libro, difficile da classificare per la molteplicità dei registri e dei temi affrontati, propose di organizzare in tempo di pace delle squadre volontarie di sanitari che, in tempo di guerra, potessero essere impiegate nel soccorso ai militari feriti e malati sui campi di battaglia. Affermò con forza la neutralità sia di questi ultimi, sia del personale di soccorso. Nessuna persona bisognosa di aiuto doveva subire un trattamento sfavorevole a causa della sua divisa o della sua nazionalità. Dunant fu inoltre subito consapevole della necessità di segnalare con un emblema ben definito i soccorritori e i loro mezzi operativi, così che fossero riconosciuti e rispettati da tutti i belligeranti. Ecco, allora, "l'idea che non c'era": quella della Croce Rossa, che ebbe il suo primo nucleo proprio nella città natale di Henry, dal 1862. La trasposizione giuridica di questo approccio alla guerra, che verrà definito umanitario, sarà la prima convenzione di Ginevra del 22 agosto 1864, che sancì il primo passo del diritto internazionale umanitario (DIU). E che, per la prima volta, pose un limite alla potenza dello stato sull'individuo nel contesto di un conflitto, conferendo al cittadino diritti fino a quel momento difficilmente rivendicabili.
Molto ci sarebbe da dire ancora sulla straordinaria vita di Dunant, sull'evoluzione del DIU e sul progressivo radicamento nella società del Movimento internazionale - nonché sulle sue componenti, Comitato internazionale e Federazione delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Tuttavia, visto che non è mia intenzione tediarvi ulteriormente, lascio a voi la scoperta di questo mondo, se vi andrà.
E concludo con tre pensieri. Il primo: l'idea di fondo alla base del Movimento è quella che vede in ogni essere umano la capacità di scegliere, e di scegliere per il bene non solo proprio, ma della comunità. Il secondo: la "nobile missione" cui accennava Dunant nel "Souvenir" si riferiva, più in generale, all'immagine dell'umanità come impresa collettiva, alla quale ognuno può contribuire in maniera unica e irripetibile. Il terzo, e ultimo: fino a qualche mese fa la questione della vulnerabilità del personale sanitario pareva fosse - quasi - solo una questione accennata in trafiletti giornalistici relativi a conflitti lontani. Il covid-19, invece, ci ha dimostrato la cocente fragilità anche di questa illusione. Vediamo di non scordarcene, mentre, con prudenza, proviamo a rialzarci. Insieme.
Buon compleanno, allora, a tutte le volontarie e i volontari che hanno continuato a operare in queste settimane durissime. Con tenacia. E in silenzio.
E buon compleanno a tutti quelli che credono ancora che, in questo mondo, ci sia spazio per i sogni di Henry.
Un ringraziamento ai volontari di toano, casina e carpineti per il lavoro che svolgono in questo periodo senza un’articolo di giornale.
Andrea
8 maggio.Festa della CRI.Di questi tempi non c’è granchè da festeggiare.Possiamo solo essere felici perchè ci sono innumerevoli Volontari che danno il meglio di sè per uscirne fuori.Per questo vorrei accomunare nella nostra festa tutti i Volontari,di tutte le Croci,di tutte le Associazioni che tanto fanno per far si che questa tragedia faccia meno danni possibile. GRAZIE A TUTTI!
Un volontario CRI