“Buoni spesa per le famiglie per aiutare, al contempo, anche le aziende agricole della montagna”. È la proposta di Mirco Pizzino (36 anni), imprenditore agricolo di Carpineti, titolare dell’azienda “Il Pichello” (produttrice di cereali, legumi e prodotti dell’alveare). L’agricoltore carpinetano ha suggerito all’amministrazione comunale di fare in modo che i ‘buoni spesa’, introdotti dal Governo ed emessi dai Comuni come misure urgenti di solidarietà per aiutare le famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid-19, possano avere una doppia utilità, diventando al contempo d’aiuto anche alle piccole aziende agricole del territorio. “Si potrebbe cogliere l’occasione del contributo economico stanziato ai Comuni – precisa l’agricoltore –, per aiutare non solo le famiglie in difficoltà, ma anche le piccole imprese agricole locali, che già si trovano svantaggiate sotto tanti punti di vista, e che in questo momento stanno subendo ancor di più le conseguenze della grave crisi economica”.
La proposta sarebbe quella di rendere i buoni spendibili presso gli agricoltori locali. “Si potrebbe trovare il modo di far sì che i buoni vengano utilizzati per acquistare prodotti dalle aziende agricole del territorio – prosegue Pizzino –, che potrebbero anche attivare la consegna a domicilio. In tal modo si favorirebbe lo sviluppo di un’economia circolare, rispondente alla necessità di una crescita sostenibile, ancor più urgente in una fase in cui spostamenti e trasporti non sono favoriti. Sarebbe un’occasione per sostenere le piccole imprese locali di tutta la Provincia”.
La stessa proposta è stata avanzata dal M5S di Reggio con un ordine del giorno “a tutela delle aziende a km0 con i buoni spesa emergenza Covid-19”, a firma Gianni Bertucci (originario di Sologno, Villa Minozzo), discusso nella seduta del 6 aprile e approvato con 27 voti favorevoli, 0 contrari e un astenuto (Paolo Genta, Pd). Nella mozione si sottolinea che “negli ultimi anni si è assistito a una crescita di aziende agricole a Km0”, che “il blocco del commercio sta penalizzando soprattutto le piccole realtà”, le quali “difficilmente sono presenti negli scaffali dei supermercati”. Pertanto si chiede di “sostenerle”, invitando “i fruitori dei buoni spesa ad utilizzarli presso le aziende locali”, relativamente ai “prodotti disponibili sul territorio”.
Nonostante l’approvazione quasi all’unanimità, la richiesta, al momento, non è andata a buon fine. La risposta è arrivata martedì scorso (21 aprile), in videoconferenza, dalla giunta reggiana. “Le piccole aziende non possiedono barcode – spiega l’agricoltore –, e per scaricare gli attuali buoni serve un’applicazione troppo costosa. A mio avviso è stata trovata una scusa, è un comportamento molto grave da parte dell’amministrazione reggiana”.
(Giuliana Sciaboni per il Resto del Carlino – Reggio Emilia)
Penso pero’chevtutte le aziende in questo periodo siano in difficolta’.io credo che servano solo ad aiutare le famiglie veramente bisognose altrimenti fanno le domande tutti in questo momento.questo e il mio parere
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