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Bollettino dell’Unità Pastorale di Carpineti

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UNITA’ PASTORALE DI CARPINETI

(335/8257036)

San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano,

Pantano, Pianzano, Piago e Pontone

Vita parrocchiale dal 12 al 19 aprile 2020

 

DOMENICA 12 aprile Santa Pasqua

CRISTO E’ RISORTO FACCIAMO FESTA NEL SIGNORE!! BUONA PASQUA A TUTTI

Anche in questa Solennità non possiamo riunirci fisicamente per celebrare l’Eucarestia, ma possiamo

viverla spiritualmente e sentire la presenza viva del Risorto. Celebro la S. Messa alle ore 11.00 per

tutta la comunità, tenendo particolarmente presenti coloro che stanno vivendo momenti di difficoltà.

 LUNEDI’ 13 aprile Lunedì dell’Angelo S. Messa: ore 10.00 (secondo intenzione) all’asilo

MARTEDI’ 14 aprile S. Messa: ore 18,00 (def. di Filippi Carla) all’asilo

MERCOLEDI’ 15 aprile S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo

GIOVEDI’ 16 aprile S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo

VENERDI’ 17 aprile S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo

SABATO 18 aprile S. Messa: ore 10.00 (libera intenzione) all’asilo

DOMENICA 19 aprile DOMENICA IN ALBIS E DELLA DIVINA MISERICORDIA

Celebro la S. Messa alle ore 10.00 con don Villiam e le suore e imploriamo il Risorto che usi

misericordia verso questa nostra umanità, che è ancora nella prova. Non lo chiediamo per i

nostri meriti, ma per la Tua infinita Misericordia. Ascoltaci ed esaudiscici Signore!

 

MEDITAZIONE DOMENICALE. Dio vince la morte. La risurrezione è l’evento più rilevante e fondamentale del cristiano e quindi dell’uomo in generale: con la sconfitta della morte è donata la possibilità di entrare già nella vita eterna. Non è un’acquisizione facile. Il Vangelo lo afferma senza mezzi termini: Maria Maddalena non l’ha compreso, fugge convinta che qualcuno abbia portato via il corpo del suo Maestro; Pietro appare anche lui perplesso; l’unico che “vide e credette” è il discepolo amato, colui che aveva sempre avuto un rapporto particolare con Gesù. La strada da percorrere è lunga, sono necessarie le condizioni opportune perché essa giunga a destinazione. Di queste condizioni parla la prima lettura, in cui viene ricordato tutto ciò che avvenne durante la vita pubblica di Gesù, dalla sua attività taumaturgica fino alla sua risurrezione, passando per la rievocazione della sua morte in croce. La vera comprensione del Cristo può accadere con lo svolgimento del gravoso, ma fruttuoso, compito assegnato dal Maestro risorto ai suoi: annunciate che lui è il giudice universale voluto da Dio. Chi crederà in lui, avrà la remissione dei peccati. La seconda lettura sottolinea come l’uomo vecchio sia morto con Cristo, il quale, essendo risuscitato, ha dato vita a un uomo nuovo. Questi deve ambire e pensare alle cose di lassù.

 

UNA PASQUA CHE CI RICORDEREMO. Carissimi Parrocchiani ed amici, questa Pasqua 2020 ce la ricorderemo per sempre. Alcuni, i più fortunati, festeggeranno in modo più intimo, in compagnia dei famigliari più stretti. Altri lo faranno da soli, perché da soli stanno trascorrendo questa quarantena. Altri ancora, purtroppo, stanno affrontando momenti dolorosi per se stessi o per i loro cari. Oggi più che mai carissimi abbiamo bisogno di vicinanza. Tutti sentiamo la necessità di ascoltarci e di sentire che ci comprendiamo, gli uni con gli altri. Ogni giorno, e forse ancor di più in occasione della Pasqua, quando le campane suonano a festa per celebrare Cristo che è risorto per portare nuova vita a ciascuno di noi. Anche se le chiese non sono accessibili all’assemblea e le funzioni si svolgono “a porte chiuse”, possiamo seguirle attraverso i mezzi di comunicazione e vivere in cuor nostro questo evento che ha cambiato la storia. Mi hanno chiesto di riprendere in diretta la Messa Pasquale alle ore11.00 tramite Redacon, lo faccio volentieri, anche se non sarà come celebrarla con tutta la comunità. Ho bisogno di guardare il volto di chi mi ascolta, mi mancano i bambini e i ragazzi da provocare con domande specifiche per loro, chiedo allo Spirito Santo di illuminarmi in modo che possa trasmettere non tanto e solo un mio pensiero, ma quello che Lui vuole comunicarci. In chiesa con me ci saranno alcune persone che animeranno la liturgia e che rappresenteranno tutte le comunità dell’Unità Pastorale; vi assicuro un ricordo, vi presento al Risorto, Lui che come ha fatto con Maria ci chiama per nome perché ci conosce uno per uno. Non è facile credere alla tua risurrezione, non è scontato ammettere che proprio tu, il Crocifisso, umiliato fino alla morte di croce, sia il risorto, sia il vero vincitore, strappato dalle mani della morte per entrare nella gloria di Dio. Oggi, a distanza di duemila anni, credere non è ancora qualcosa di immediato: c’è un travaglio che conduce alla fede, c’è un cammino da compiere, c’è una zona oscura da attraversare per rinascere finalmente alla luce.

Alcune domande per la riflessione:

1) La risurrezione non è un mito o una ideologia: è un avvenimento reale, storia. Il nostro cammino di fede ha davvero questa consapevolezza?

2) Pietro, il discepolo amato e Maria Maddalena sono i protagonisti dei racconti evangelici e sono ritratti in una grande affannosa corsa verso il senso delle loro domande.

Essi cercano. E noi: cerchiamo Dio? E ci lasciamo trovare da lui?

 Molti in questo tempo di pandemia si domandano dov’è Dio? La risposta è una sola: dove lo hai messo tu, dentro o fuori dalla tua vita. Di una cosa possiamo essere certi: Dio non è uscito per sua scelta dalla nostra vita, siamo noi che lo abbiamo fatto uscire. Lui è fuori che aspetta, apriamogli il cuore e facciamolo entrare. Che questa strana Pasqua ci riporti a confidare in Dio. Vi auguro una Santa Pasqua di Risurrezione assieme a don Villiam, don Creardo e le Suore. Don Guiscardo

 

CARITAS DI ZONA PASTORALE. Anche questa settimana, la Caritas parrocchiale ha consegnato a 16 famiglie pacchi con diversi generi alimentari, donati o acquistati con le generose offerte che sono pervenute in parrocchia. Ringrazio a nome ti tutti i beneficiati, quanti hanno donato. Il gruppo del “Melograno” ha offerto per ogni pacco una colomba pasquale e la Croce Rossa comitato di Carpineti un uovo di cioccolato per ogni famiglia, gesti significativi e belli.

Anche nelle prossime settimane sarà garantito l’aiuto alle famiglie in difficoltà. Se foste a conoscenza di persone o famiglie che hanno bisogno segnalatele e con discrezione cercheremo di intervenire. Grazie!

 

 

RICORDIAMO I NOSTRI MORTI

Muratori Dina vedova Valcavi di anni 92, deceduta a Cavriago il 03 aprile. Battezzata il 30/4/1928 a Pianzano, cresimata a Pantano il 29/6/1936 si sposò a San Donnino con Valcavi Arnaldo Flavio il 10/01/1948. Dina ha vissuto la sua infanzia e giovinezza in una antica borgata Riana, dove vivevano famiglie patriarcali e numerose, tanti i giovani che amavano il canto e il ballo, abituati al duro lavoro della terra, del bosco o artigiani edili e le donne a servizio nei mesi invernali nelle città di Genova o Milano. Vivere in semplicità, innamorarsi e formarsi una famiglia, costruirsi la casa; tanti sogni e progetti infranti dalla terribile esperienza della seconda guerra mondiale, i giovani chiamati alle armi e i paesi piombare nella paura e nella tristezza, nutrire la speranza di ritrovare giorni di pace. Cinque anni di lunga attesa poi finalmente la pace e la rinascita. Dina è stata protagonista di questo rifiorire e, con il suo carattere franco e allegro, ha saputo ricominciare; con Flavio ha generato il figlio Oscar, si sono trasferiti a Carpineti e hanno vissuto anni sereni. Ha affrontato la malattia del suo consorte, assistendolo con cura. Decisero di andare a vivere a Reggio, per avere accanto il figlio, ma appena potevano tornavano a Carpineti perché le loro radici erano lì. Poi anche per lei la malattia e il bisogno di assistenza continua. Dina, prima di lasciare questo mondo, ha sperimentato un altro periodo triste, quello che stiamo vivendo oggi in questa pandemia. La fede nel Signore risorto l’ha sempre sostenuta, la preghiera del santo Rosario seguito dalla grotta di Lourdes era un appuntamento quotidiano. Non abbiamo potuto celebrare il suo funerale, ma anche per lei in tanti hanno elevato al Signore una preghiera. E’ tornata a riposare in pace, accanto al marito, nel cimitero di S. Prospero. A salutarla il figlio, le nipoti, una delle quali ha tracciato un commovente profilo di Dina, e dopo averla aspersa con l’acqua Santa in ricordo del battesimo, con la preghira della Salve Regina è stata sepolta. Condoglianze ai famigliari.

 Bertocchi Gianfranco di anni 75 deceduto in casa sua a Montecchio di Carpineti il 05 aprile. Savognatica e Montecchio, due borghi di Carpineti, i luoghi cari a Gianfranco. Il primo nel 1944 quando lui nasce, popolato e vivace ai piedi del castello matildico e della chiesa di S. Pietro dove viene battezzato e istruito nella fede cristiana, che l’accompagnerà fino all’ultimo giorno. La sua famiglia è patriarcale, agricoltori da generazioni e lui, con il fratello Antonio, ne continua la tradizione. Da Savognatica si trasferiscono a Montecchio, ameno pendio che sovrasta la vallata di S. Prospero e lì continua il lavoro di agricoltore con una progressiva emancipazione. Certo il podere è più grande, ma il cuore resterà sempre a Savognatica anche se oggi vi abitano meno persone che a Montecchio, dove con la famiglia ha costruito la casa, la stalla e ha assistito gli anziani genitori e una zia rimasta in casa con loro. Non passava settimana senza fare un giro nei luoghi dell’infanzia. Non si è sposato, ma ha vissuto sempre in famiglia, diventando punto di riferimento per tutti i suoi cari. Il suo carattere rispettoso e gioviale, gli permetteva un rapporto cordiale con tutti, la sua fede era convinta e nutrita dalla preghiera, in particolare il Rosario, che nelle case cristiane si recitava ogni sera. La domenica partecipava alla S. Messa delle 8.30 con Antonio e Giuseppina, puntuale per occupare quel posto a lui caro. Problemi di salute gli hanno imposto di chiudere la stalla, ma la terra ha continuato a lavorarla fino a ché ha potuto. Nel giorno che ricorda la Risurrezione di Cristo il suo cuore ha cessato di battere e Gianfranco ha raggiunto i suoi cari che lo hanno preceduto presso Dio. Non abbiamo potuto celebrare il suo funerale a causa della pandemia che stiamo subendo, ma in tanti si sono premurati di far giungere ai famigliari il cordoglio e la preghiera. A Montecchio ha concluso la sua esistenza terrena, ma il suo corpo è tornato “di là dal monte”, a salutarlo i parenti stretti, in particolare la nipote Cinzia che a nome ti tutti ha scritto un ricordo che io a nome suo ha tradotto in preghiera. Sepolto nella terra del cimitero di S. Pietro, accanto ai suoi cari ed amici, riposi in pace nell’attesa della risurrezione promessa da Gesù a coloro che in lui credono. Condoglianze ai famigliari.

 Saccaggi Giuseppe di anni 87 deceduto in casa sua al Giavello di Carpineti il 07 aprile. Primo di 10 fratelli, ha affrontato,come tanti della sua generazione, situazioni difficili nella vita, ma Giuseppe non si è mai perso d’animo, si è rimboccate le maniche e con un lavoro onesto e quotidiano ha dato senso e valore al suo esistere. E’ cresciuto in un ambiente contadino,dove i valori umani e cristiani costituivano il fondamento e la guida per una coscienza retta. Per ottenere un podere da lavorare a mezzadria, bisognava essere stimati e grandi lavoratori e lui si è sempre fatto onore. Ha vissuto da adolescente il dramma della seconda guerra mondiale temprando la sua giovinezza. Ha trovato in Casolari Vanda l’amore della sua vita e sposandosi sono diventati genitori di Teresa e Laura che sono il loro dono più grande. L’amore per l’agricoltura lo ha portato ad acquistare un fondo al Giavello, dove ha vissuto serenamente. Il suo carattere aperto ed espansivo gli permetteva di entrare subito in empatia con le persone, rispettarne le idee, anche se non le condivideva. Era piacevole conversare con lui, era un uomo amante del conoscere. La famiglia della figlia Teresa ha fatto la scelta di abitare e vivere con Giuseppe e Vanda in armonia e quando è nato il nipote Davide i nonni hanno aiutato i genitori non tanto con le parole, ma con esempi concreti di vita. Anche Matilde, la figlia di Laura ha trovato nei nonni affetto e scuola di vita. Giuseppe era un uomo di fede, la preghiera quotidiana, la Messa domenicale, a S. Donnino, a Pantano o a Carpineti lo vedevano sempre partecipe. Con dispiacere, per motivi di salute, ha dovuto rinunziare al lavoro che svolgeva con passione. Amava la vita e anche quando i suoi occhi non gli permettevano più di vedere sapeva apprezzarla. La famiglia per lui era tutto e nella sua ha trovato calore e amore fino all’ultimo come lui desiderava. A causa delle restrizioni ministeriali, non abbiamo potuto celebrare i funerali come era sua espressa volontà; i famigliari lo hanno accompagnato nel cimitero di Pantano e con loro a nome di tanti che lo ricordano con affetto ho pregato e benedetto il suo corpo nella certezza che il Signore Risorto ha accolto il suo spirito nella gioia del Paradiso. Riposi in pace. Condoglianze ai famigliari.

 Picciati Mario di anni 90 deceduto in casa sua il 09 aprile. Nasce a Carpineti e viene battezzato tre giorni dopo il 20 ottobre 1929. La sua famiglia abita sotto il palazzo comunale dove il padre lavora; è numerosa ma serena, la musica è di casa, il carattere estroverso. Anche per lui l’adolescenza è segnata dal secondo conflitto mondiale. Non ha la possibilità di continuare gli studi, ma la sua intelligenza è vivace e lui la sa mettere a frutto. Trova lavoro come garzone in un caseificio, si appassiona e diventa a sua volta maestro casaro, perché cuocere il Parmigiano Reggiano è un’arte. Si sposa con Pediconi Valeriana e mettono al mondo due figli, che chiamano Angelo e Giovanni, nomi ricorrenti nelle loro famiglie. Nel 1972 tornano a Carpineti,dove con i frutti del loro lavoro, si sono fatti costruire la casa e aprono una nuova attività cartolibreria e fiorista. Lo ricordiamo gentile, arguto e piacevole nella conversazione, la battuta pronta e sagace. Assiste la moglie nella malattia e, rimasto vedovo,organizza la sua vita sapendo di avere la vicinanza dei figli in particolare di Angelo che abita al piano superiore della sua casa e che ha continuato la gestione del negozio. In quest’ultimo periodo gli anni si sono fatti sentire e, nella serenità della sua casa,con la vicinanza dei figli e l’aiuto di Susi si è preparato a concludere il suo cammino terreno, avvenuto il Giovedì Santo, nel suo letto come desiderava. Neanche per lui, in questo triste momento, si è potuto celebrare il funerale; sono andato in casa sua, ho benedetto il suo corpo e ho pregato assieme ai suoi cari. Carissimo Mario, i tuoi figli, di cui andavi orgoglioso, ti salutano: Angelo con un luminoso dipinto che compendia la tua vita e una artistica composizione floreale simbolo di amore e Giovanni con una dolce melodia, da lui composta ed eseguita, che ti introduca nella Pasqua eterna. Condoglianze ai famigliari.

 

Il giorno tanto atteso è

arrivato: oggi è Pasqua, è

giorno di salvezza. La morte è

stata sconfitta, l’Agnello

immolato è risorto, il Signore è

vivo e trionfa: Giorno beato che

ci avvolge di luce e ci riempie

di gioia. Diciamo il nostro

grazie comunicando a tutti il

dono che abbiamo ricevuto.

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