Riceviamo e pubblichiamo
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I dati pubblicati oggi dalla stampa locale ci fan capire per la prima volta che Castelnovo Monti è al vertice della casistica ufficiale per contagio e mortalità da Covid-19 in provincia.
In valore assoluto i contagiati sono 103, secondi solo a Reggio che ne conta 872 e Correggio con 130. Ma Castelnovo doppia queste realtà per incidenza percentuale sulla popolazione: 1,21% contro 0,51% delle altre due città.
Idem per mortalità: 11 decessi ufficiali a Castelnovo e a Correggio, 78 a Reggio, ma il tasso è ancora doppio, 0,13% a Castelnovo contro 0,05% delle altra città.
Poco cambia se correggiamo il numero di abitanti a Castelnovo con i 10.482 che conosciamo noi: 0,98% il contagio e 0,10% i decessi.
In una situazione così drammatica che richiederebbe la massima attenzione da parte delle autorità locali e di quelle provinciali, è stato invece chiuso il reparto di terapia intensiva all’ospedale Sant’Anna, con la sottolineatura del sindaco che “aveva un solo paziente ricoverato”.
Francamente siamo allarmati della gestione della crisi: carenza d’iniziativa, sedazione dell’opinione pubblica, contrasto a priori delle proposte della minoranza messa lei in quarantena.
Alcune domande: si è cercato di capire perché Castelnovo viaggia ad una velocità doppia o tripla di contagio? C’entra qualcosa che qui sia sede di ospedale o è solo dovuto alla mancanza di rispetto delle norme dei cittadini? Dopo di aver contrastato per un mese la richiesta di disinfezione delle strade, facendo dietrofront la giunta ha poi trovato il disinfettante giusto giacché ritiene molto pericoloso l’ipoclorito di sodio (varecchina)? Se c’è troppa gente per strada perché non si è colta l’occasione per organizzare le consegne domiciliari collettive dei negozi locali come richiesto? Perché non si danno alla cittadinanza informazioni primarie per indicare dove sono reperibili i dispositivi di protezione?
Ed ora alcune considerazioni.
Non possiamo non provare un moto di simpatia e fratellanza con la dottoressa Zanelli per la sua denuncia chiara e vibrante, in un momento che oseremmo definire la dittatura del “senso comune”.
Ma davvero, in un momento dove esportiamo i nostri malati in Germania e dove a Castelnovo siamo ai vertici del contagio e mortalità, noi chiudiamo il reparto dicendo che aveva un solo ricoverato?
C’è da riflettere su questo dato e correlarlo con altre informazioni.
Reggio ormai ha superato i livelli di contagio di Piacenza e Castelnovo Monti è in testa, la situazione delle case di riposo è tristissima, eppure vediamo che in Veneto le cose vanno diversamente come diverse sono in Germania.
Mentre in queste realtà si usano i tamponi per anticipare la diffusione da noi servono per certificare i casi conclamati e molti sono gli esclusi dai controlli. Mentre in Germania il primo fronte per la diagnosi e cura è la medicina del territorio, da noi i medici condotti sono stati mandati in campo con protezioni deboli e con limitate possibilità di cura. Ed infine gli ospedali: di ben 6 che abbiamo in provincia, ridondanti, nessuno di questi è Covid-free, anzi, sono stati concentrati tutti i parti della provincia proprio nell’ospedale più intensamente interessato dal Covid, che è Reggio.
E’ di queste ore la notizia del ripensamento dell’OMS che starebbe per dichiarare necessario l’uso delle mascherine poiché nell’aria il virus può durare diverse ore, soprattutto negli ospedali dove verrebbe vaporizzato in aerosol a causa dei trattamenti respiratori.
Ora ci chiediamo: il Sant’Anna o un altro ospedale non possono rappresentare per la provincia un territorio franco dal Covid dove poter mandare i malati non contagiati, sgrondando così Reggio? Invece di concentrare non si può diversificare?
Noi non abbiamo le competenze per poterlo affermare, ma i numeri che non tornano dovrebbero imporre delle nuove riflessioni ad alto livello.
PS: nessuno si è preso cura di approfondire sulla carenza di 23 anestesisti nella provincia di Reggio Emilia?
A me sembra opportuno questo “aggiornamento” sulla situazione, e sarebbe forse auspicabile il poter conoscere l’attuale “stato delle cose” per l’intero territorio montano, anche se c’è il rischio – per chi fornisse eventualmente un tale dato – di prendersi del polemico, o qualcosa del genere, il che in questo momento non fa certo piacere (penso ad es. ai commenti che hanno accompagnato l’articolo di due giorni fa, sempre su Redacon, dal titolo “Catellani e Del Monte della Lega smentiscono i numeri sull’emergenza Covid-19 in Emilia Romagna ……..).
Comprendo sicuramente la delicatezza e la complessità dell’argomento, che devono indurci alla prudenza, ma va tenuto nel contempo presente un aspetto non secondario, almeno a mio avviso, ossia il fatto che se vengono a mancare, o difettano, le informazioni ufficiali ed attendibili, possono poi circolare dati non veritieri od approssimativi, che a loro volta alimentano ed acuiscono diffidenza, timori ed apprensione (vedasi al riguardo l’articolo di Redacon del 14 marzo “Basta diffondere notizie false”, dove si parlava appunto di “chiacchiericcio insopportabile”).
P.B. 06.04.2020
P.B.