La comunità Slow Food dell’Appennino Reggiano propone la consegna direttamente a casa degli acquirenti di cassette di cibo contenente prodotti “buoni, puliti e giusti”.
Luca Ferri è il portavoce del gruppo formato 30 soggetti fra privati, ristoratori e aziende. Fra queste ultime si annoverano apicoltori, coltivatori di legumi, cereali antichi, zafferano, frutta e verdura, forni , un pastificio, allevatori di suini, produttori di aceto balsamico, marmellate, confetture, savurett, conserve e giardiniere, pastori che lavorano latte di pecora e capra.
Il privato entra a far parte della Comunità liberamente e senza vincoli, le aziende sono accolte se rispettano il “disciplinare nazionale del mercato della terra di slow food” secondo il quale le produzioni devono essere biologiche. Devono essere rispettati requisiti tecnici stabiliti in modo rigido: la metodologia di coltivazione adottata cioè deve garantire che i prodotti ottenuti siano il più naturali possibili. In questo gruppo possono entrare solo aziende che operano nell’area dell’Appennino, quindi sono escluse quelle hanno sede in pianura. Ogni impresa è autonoma rispetto alle altre ma assieme organizzano eventi e attività.
Slow Food (https://www.slowfood.it/) si impegna a livello internazionale e in modo no profit a ridare il giusto valore al cibo, rispettando chi lo produce inserendosi armonicamente con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Per tornare alla nostra realtà locale, indubbiamente le vicende legate alla contingenza attuale incidono in modo prepotente sulla attività della Comunità. Le aziende, facendo parte della filiera agro-alimentare, possono continuare a produrre liberamente e a muoversi senza limiti e ciò da l’opportunità di ideare strumenti alternativi di vendita rispetto a quelli tradizionali quali la consegna a domicilio delle “casette slow”.
L’idea della nuova modalità proposta è maturata per cercare di sfruttare questo momento di calma, dove non c’è la possibilità di fare i mercati che è la loro maggior opportunità di commercio. L’iniziativa appena nata, verrà riproposta anche nelle settimane a venire, con lo scopo di essere vicini ai clienti che per ovvie ragioni non possono raggiungere le sedi delle aziende agricole della montagna.
“Buono, pulito, giusto” sono i principi fondamentali dei prodotti di Slow Food, questi sono i 3 pilastri. Quindi i prodotti devono essere genuini, fatti in un determinato modo rispettando l’ambiente e le persone. I clienti sono attenti, vogliono prodotti locali, che rispettino le diversità, l’ambiente, ottenuti senza l’uso di pesticidi e concimi chimici ma tutto molto naturale.
Chi acquista dalla comunità Slow Food è una persona attenta a quello che mangia, alla qualità, che predilige il turismo lento, i cammini, sono coloro che desiderano assaporare emozioni e sensazioni con la calma necessaria. Proprio in linea con questo, il portavoce di Slow Food Appennino Reggiano con orgoglio riferisce che dal 2019 hanno ottenuto il brand “I care Appennino” concesso dalla Riserva di Biosfera Mab Unesco. Ciò sottolinea in modo inequivocabile il fatto che le loro aziende agiscono per promuovere la sostenibilità dell’ambiente in cui operano.
I prossimi impegni della Comunità vedono nel “Mercatino della Comunità Slow Food” che si tiene in Polveriera al martedì dalle 17 alle 19 il fulcro delle attività. Ora è ovviamente sospeso in base alle normative vigenti ma si spera possa ripartire al più presto.