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L’ inverno della vita è per tutti premessa e preparazione della nuova primavera e della gioia dell’ estate

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Come si fa a non amare la montagna e coloro che vi abitano e se ne prendono cura, traendo ispirazione per la fatica e la bellezza dell'esistenza?
La terra montanara offre una vita più vera, più solidale della vita della città e dei centri industriali.
Vivere a contatto con la montagna ci rivela la varietà e la connessione delle stagioni della vita.
L' esistenza dell' uomo conosce molte situazioni di inverni e primavere.
Questa pandemia è uno di questi inverni, improvvisa, ma non tanto, e non il solo!
Inverni sono tutte quelle situazioni che non si lasciano facilmente cambiare. Le giriamo, le rigiriamo, a volte con rabbia,con disperazione: a volte corriamo il rischio che diventiamo blocchi di cemento armato, veri mostri di ghiaccio, come il corona virus, ribelli ai nostri desideri, fonte di sofferenza e di dolore.
L' inverno della vita è l' esperienza del limite insuperabile, imposto dall' essere noi tutti " semplici creature ": abbiamo una vita donata che pertanto non è in nostro potere assoluto, non è un bene commerciale.
Le esclusioni dei malati incurabili, degli invalidi permanenti, diversamente dotati, il rifiuto delle nostre incapacità e dei nostri errori, le scelte sociali sbagliate persistenti, le scelte inimmaginabili dei figli, con il divario incomunicabile delle generazioni, l' amore di coltello tra familiari e parenti, l' amore scambiato in possesso e schiavitù. Può avere futuro una vita così? L' elenco potrebbe continuare se potessimo scendere nel cuore di tante persone e di tante società. Abomini e affiliazioni non si contano! Da queste situazioni di non-vita non sono esclusi neppure coloro che si dicono discepoli di Gesù.
Ma allora cosa si può fare? Ci vorrebbe un vero miracolo!
Nel Vangelo e nella storia di sempre Gesù, Verbo della vita, incontra folle di ogni cultura giacenti in questa situazione ma compie solo pochi miracoli e li indica sempre come dei " segni di un' altra vita ". Il vero miracolo è la sua testimonianza di vita e di verità che le folle ascoltano stupite e meravigliate. A tutti Gesù chiede di convertirsi e di cambiare vita. A tutti chiede di essere sentinelle svegli, non addormentate, che con l'amore di figli e la dignità di persone umane attendono e preparano con le opere della fede l' arrivo della Luce vera.
Chiede di " non aver paura" ma di scommettere con un cuore purificato sulla fame e sete di Giustizia, sul desiderio di vita buona, vera, utile al fratello, di cui ognuno di noi è stato costituito " prossimo ", per vincere l' oscurità e l' esperienza dolorosa del proprio limite. E stato chiesto a Gesù: quali sono le opere della fede? Gesù ha risposto: la giustizia a misura del povero, la comunione fraterna nel Suo nome, la misericordia come quella del Padre, la solidarietà profonda e totalmente gratuita rivelata nella sua Croce gloriosa. Ci chiede di andare non dove ci porta il nostro cuore, ma dove è andato Gesù, sulla sua via, per una vita nuova nella verità e nella santità. Per questo ci fa dono del suo Spirito. Effuso nei nostri cuori l' amore di Dio e del suo Figlio vince l' oscurità e il limite delle creature che non si sentono più sole ma parte di una famiglia, la famiglia dei figli di Dio. L' amore di questi figli avvia la primavera del Creatore, fa passare dal freddo al tepore della vita, e l' attesa operosa di chi ha cura del seme gettato nel sacrificio, è premessa indispensabile per la raccolta abbondante, strabocchevole dell' estate e dell' autunno. Solo la superficialità di chi non si prende cura del terreno, dove il seme è custodito, la paura di chi non cerca più, l' insaziabilita' di chi non si ferma a leggere i segni del tempo e non ascolta la voce dei profeti può distruggere le gemme di primavera e compromettere le foglie e i frutti dell' estate. La nostra preghiera a Dio non sarà quella dell' uomo superbo che crede di essere esaudito e liberato a forza delle sue parole, ma sarà quella di Gesù rivolta al Padre rivelato a noi e testimoniato nel mistero eucaristico della Sua vita morte e risurrezione, nell'attesa che si compia anche nella nostra vita.
Il desiderio del nostro cuore ci porterà verso l' opera in cui il Padre ha posto la vera gloria per il suo popolo: credere nel suo amore e un Colui che Egli ha inviato non per la morte ma per la vita.

Ai tanti amici della montagna auguro di ascoltare la voce del creato e la voce dello Spirito

Don Angelo

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