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San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone
Vita parrocchiale dal 29 marzo al 05 aprile 2020
DOMENICA 29 marzo Celebrerò anche questa domenica la S. Messa con don Villiam e le suore, portando tutti nel cuore. Preghiamo in famiglia e seguite la celebrazione della Messa a mezzo TV
LUNEDI’ 30 marzo S. Messa: ore 18.00 (secondo intenzione) all’asilo
MARTEDI’ 31 marzo S. Messa ore 18,00 (secondo intenzione) all’asilo
MERCOLEDI’01 aprile S. Messa: ore 18.00 (secondo intenzione) all’asilo
GIOVEDI’ 02 aprile S. Messa: ore 18.00 (secondo intenzione) all’asilo
VENERDI’ 03 aprile Primo del mese. Astinenza dalle carni. S. Messa: ore 18.00 (sec. int. Capitani Paolo) all’asilo
SABATO 04 aprile S. Messa ore 10.00 (def. Bertocchi Remo) all’asilo
DOMENICA 05 aprile Se non avviene un miracolo anche questa domenica delle Palme la vivremo in famiglia.
MEDITAZIONE DOMENICALE. Riconoscerete che io sono il Signore. Riconoscere che Dio è il Signore sulla nostra vita non è facile, specialmente vivendo in un contesto secondo il quale signori sono tante altre realtà mondane. Oggi la signoria di Dio e soprattutto la speranza che egli sia il principio vitale che ci sottrae alla morte, ad ogni morte, sono trascurate, messe in discussione e spesso esplicitamente rifiutate. Per questo il cristiano, che crede nella risurrezione dai morti non ha vita facile. Come essere credibili? La vita cristiana non è un’esperienza di tristezza, di lamentela continua, di mortificazione. Il vangelo di oggi dice: chi crede in me crede nella vita, è capace di gioia, diffonde certezza e speranza ( che non coincidono con le sicurezze promesse illusoriamente dal mondo). Possiamo vivere da cristiani con gioia? La risuscitazione di Lazzaro narrata dal vangelo ha due livelli: il livello della rianimazione dell’amico che era morto (e che tornerà a morire) diventa “segno” rimanda ad un livello più profondo, cioè alla promessa di vita che non muore, perché vita di Dio, che Gesù vuole dare, già qui ora, a tutti quelli che credono in lui. La vera rinascita dell’uomo è opera di Dio, la risurrezione non è un evento fisico, ma iniziativa di Dio, perché Dio ci comunica il suo Spirito.
IL VUOTO LITURGICO DI UNA STRANA QUARESIMA. E’ proprio la coincidenza con la quaresima che ha reso particolarmente vistoso il vuoto liturgico richiesto dalla crisi del coronavirus. Nel periodo più ricco di liturgia, nel periodo delle liturgie più significative di tutto l’anno liturgico, non si hanno liturgie. La messa, che da sempre è intesa come il gesto identificativo del buon cristiano, è sospesa dappertutto. Da molti giorni la messa la celebra solo il sacerdote per tutta la comunità. E nel periodo più tragico della storia recente, con moltissimi morti, soprattutto in Lombardia e soprattutto a Bergamo, non si possono celebrare i funerali. I funerali, di tutte le liturgie della chiesa, sono quelle che “tengono” di più, più dei battesimi che stanno diminuendo dappertutto, e molto più dei matrimoni che stanno scomparendo dalle liturgie cristiane. Eppure, proprio i funerali, che sono le liturgie più sociali della chiesa, non si possono celebrare, per evitare contagi. E’ una crisi spirituale, in un periodo di grande smarrimento, di paure, di gravi lacerazioni che colpiscono moltissime famiglie. La comunità cristiana, privata delle sue liturgie, è diventata l’immagine sociale dei drammi individuali dei tanti morti dell’epidemia. Molti di questi muoiono soli senza neppure una carezza, come lamentano i loro cari. E’ il trionfo raggelante della solitudine. Come è la società moderna, così affezionata alla propria privacy , dovesse pagare in privacy anche il momento tragico e definitivo della morte, nella quale l’ultimo e unico bene che resta è un po’ di compagnia. Una specie di drammatica pena del contrappasso. In questo tempo, abbiamo cantato dai balconi, ci siamo sbracciati dalle finestre, abbiamo sventolato tricolori e cartelli con arcobaleni, sbatacchiato coperchi, suonato chitarre, batterie, violini, pifferi e perfino cornamuse. Per noi cristiani e persone di fede, la cosa più importante è unirci in preghiera come tante volte ci ha raccomandato Papa Francesco. Chi non lo sa fare stia pure in silenzio. Il desiderio di pregare è già preghiera. Ma chi lo sa fare e non ha mai smesso di farlo, che preghi ancora più forte!!!
Ricordiamo i nostri morti: Guidetti Aronne di anni 92 deceduto in casa sua a Marola il 25 marzo. Nato a Leguigno di Casina, nel dopoguerra con i suoi fratelli ha dovuto emigrare in quel di Genova per trovare lavoro. Il suo ingegno e la sua manualità gli hanno permesso di costituire una impresa edile e così dare la possibilità a lui e fratelli di progredire economicamente. Si è sposato con Bertolini Mara e dalla loro unione è nato Eros che frequentando a Genova le scuole ha imparato l’arte del restauratore di mobili antichi. Negli anni settanta la famiglia Guidetti è rientrata e ha preso dimora a Castelnuovo Monti dove ha aperto un laboratorio di restauro e una galleria d’arte gestita da Mara al direzionale. Persona di indole buona e caritatevole ha saputo non solo pensare al proprio profitto, ma ha aiutato altri in spirito cristiano. Da impresario edile si è convertito in valente artigiano del legno dando un prezioso aiuto all’attività del figlio. Quando Eros si è sposato ed è andato ad abitare a Marola, anche lui e la moglie, li si sono trasferiti. Non amava mettersi in mostra, ma se ne aveva l’occasione conversava piacevolmente. L‘amore per la famiglia, il lavoro, l’onesta e la rettitudine lo hanno accompagnato nel suo cammino terreno. La fede ereditata dall’esempio dei suoi genitori è stata sincera e costante, si è spento serenamente nel suo letto circondato dall’affetto dei suoi cari che lo hanno sempre e in particolare in questi ultimi due anni accompagnato e curato. Il giorno della sua morte ha coinciso con la solennità dell’Annunciazione, inizio della storia della salvezza che certamente Gesù ha donato anche ad Aronne. In questo momento di pandemia, non è stato possibile portarlo in chiesa, ma assieme ai suoi cari abbiamo vissuto un breve ma intenso momento di preghiera che sono certo ha dato consolazione e lenito il dolore della separazione. Sepolto nella terra benedetta del cimitero di Marola, mentre una leggera coltre di neve copriva la sua bara lo abbiamo inumato. Che la terra gli sia lieve. Riposi in pace, Condoglianze ai famigliari.