Grave lutto a Ospitaletto di Ligonchio. È morto lo scultore Edoardo Ceccardi, originario del paese, ma residente a Santa Margherita Ligure, dove da anni aveva fissato la sua residenza e il suo studio nella piccola canonica della Piazza San Siro. Ne ha dato notizia, oltre ad altri giornali liguri, "La Voce del Tigullio" in data 2 marzo scorso, scrivendo semplicemente che «all'età di 86 anni ci ha lasciato lo scultore di Santa Margherita Ligure Edoardo Ceccardi. Già svolti sia il rosario che il funerale che, come voluto dall'uomo e dalla sua famiglia, sono stati celebrati in forma privata. Ceccardi lascia la moglie Anna e il figlio Alfio con Vera».
Edoardo Ceccardi era diventato una figura rappresentativa nel suo settore d'arte: l'argilla, naturale e smaltata (senza dimenticare ceramica e bronzo). Discendente d'una delle famiglie più rappresentative della storia dell'Ospitaletto (il suo antenato capitano Orazio Ceccardi nel 1662 vi aveva fondato la parrocchia), si era avviato alla scultura da bimbo quando, seguendo il papà pastore, guardando le pecore, si dilettava a dar forma all'argilla dei pascoli. Era nato "occasionalmente" a Castellucchio di Mantova durante la transumanza invernale del 1934 perché il papà era solito svernarvi il gregge. E a Castellucchio era stato notato dal pittore Beccari che subito lo aveva indirizzato al mondo dell'arte.
Si era presto distinto nell'arte sacra e nella ritrattistica. Come si legge in suo profilo, prima che scultore egli appariva come un pensatore, quasi un filosofo o un mistico che poi trasfonde nella rapida modulazione dell'argilla riflessioni, pensieri, inquietudini. Particolare interesse ha per lui il mondo della sofferenza o della marginalità, come ben dicono opere quali "Giovanni Paolo II che sorregge un bimbo handicappato" e la "Madonnina degli handicappati", opera, quest'ultima, che egli indica come "punto cardine della sua biografia". Era ben noto, infatti, il suo impegno educativo verso i bimbi in difficoltà per aiutarli ad esprimersi anche con la materialità dell'argilla.
Una sua icona di Sant'Anna, protettrice del paese, è stata donata a tutte le famiglie dell'Ospitaletto. Altre opere sono nella chiesa parrocchiale e, nel Reggiano, nelle chiese di Corticella e Cerreto Laghi e presso privati a Felina.
I temi che egli riproponeva con la sua argilla erano quanto mai vasti, si può dire che non aveva limiti, com'è giusto per ogni artista che cerchi non la fama o i soldi, ma di lasciare un messaggio che arricchisca il patrimonio di vita e spiritualità del mondo intero.
Nell'ottobre scorso aveva fatto un ritratto di Fabio Frizzi (vedi foto), il noto presentatore scomparso da un anno e mezzo che lo aveva particolarmente colpito per la sua vicenda umana. Intendeva regalarlo alla RAI, ma, a quanto si sa, il suo desiderio è rimasto sospeso dalla morte imprevista.
Nella foto lo scultore col busto di Fabrizio Frizzi