UNITA’ PASTORALE DI CARPINETI (335/8257036)
San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano,
Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone
Vita parrocchiale dal 22 al 29 marzo 2020
DOMENICA 22 marzo Celebrerò anche questa domenica la S. Messa con don Villiam e le suore, portando tutti nel cuore. Preghiamo in famiglia e seguite la celebrazione della Messa a mezzo TV.
LUNEDI’ 23 marzo S. Messa: ore 18.00 (def. Cornioli Amos e Gisvaldina) all’asilo
MARTEDI’ 24 marzo S. Messa ore 18,00 (secondo intenzione) all’asilo
MERCOLEDI’ 25 marzo Solennità dell’Annunciazione del Signore S. Messa: ore 18.00 (secondo intenzione)
GIOVEDI’ 26 marzo S. Messa: ore 18.00 (rossi Adelmo e famigliari defunti) all’asilo
VENERDI’ 27 marzo Astinenza dalle carni. S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo
SABATO 28 marzo S. Messa ore 10 (secondo intenzione) all’asilo
DOMENICA 29 marzo Se non avviene un miracolo anche questa V domenica di quaresima la vivremo in famiglia.
MEDITAZIONE DOMENICALE. Comportatevi da figli della luce. I bisogni dell’uomo, fisici e spirituali, sono tanti. Mentre domenica scorsa il simbolo di questi bisogni era l’acqua, oggi il simbolo che ne deriva espressamente è la luce. Così la guarigione di un uomo cieco dalla nascita, descritta nel vangelo odierno, si fa immagine del nostro cammino interiore di fede.
Credere da cristiani è cercare e accettare la luce di Gesù nella nostra quotidianità, una scelta mai scontata e che non può mai farci sentire definitivamente “a posto”. Perciò chiede di tradursi in un comportamento da figli di questa luce ricevuta in dono fin dal battesimo. Non possiamo dunque adeguarci al pensiero unico del mondo che prescinde dalla luce di Cristo. Di un modo nuovo di “vedere” parla il vangelo: il cieco nato che riacquista la vista diventa capace di vedere Gesù con occhi diversi da quelli biologici, poiché vede in lui la rivelazione di Dio. Il racconto è per noi una testimonianza e un invito alla lettura più profonda del significato di Gesù anche nella nostra vita.
RISCHIARE DI DECIDERE OGNI COSA. Nel cuore di questa sofferta Quaresima la liturgia ci mette la solennità dell’Annunciazione, radice della Pasqua. La nostra vita non è la somma degli eventi o delle cose che ci sono successe. La nostra vita è la somma delle nostre scelte, dei nostri si, nei nostri eccomi. Solo guardando a quanto abbiamo messo in gioco la nostra libertà riusciamo anche a capire a che punto ci troviamo. Ecco perché il male non è semplicemente fare scelte sbagliate, ma anzitutto non fare mai scelte. Anche Maria si è trovata a dover fare scelte e ha compreso che ciò che più conta è il rischio della libertà e non le rassicurazioni. In questo momento difficile della nostra storia, aiuti Lei chi deve fare scelte anche dolorose per il bene di tutti. Onorare la festa di oggi significa rischiare di decidere oggi qualcosa.
Ricordiamo i nostri morti. Baldelli Adeodato di anni 85 deceduto a Castelnovo ne’ Monti il 19 marzo. Battezzato il giorno dopo la nascita il 6 dicembre dal parroco don Rossi col nome latino di Adeodato che significa dono da Dio; così si chiamava suo nonno e, come era consuetudine nelle famiglie patriarcali di un tempo, si tramandavano i nomi. Ha frequentato le scuole elementari, ha fatto il cammino di formazione cristiana, dai suoi genitori ha imparato le regole della convivenza e della vita di fede; don Davolio lo ha ammesso alla Cresima il 17 ottobre 1943, don Guidetti ha benedetto le sue nozze con Zanelli Luisa il 23 ottobre 1964. Dato, come confidenzialmente veniva chiamato, ha trascorso quasi tutta la sua esistenza al Giavello mettendo a frutto i suoi talenti. Dal mondo agricolo ha saputo passare nel settore artigianale, tecnico commerciale, aprendo una strada nuova per sé e i suoi figli. Ha avuto al fianco una donna tenace, laboriosa e sempre serena e accogliente; con lei in perfetta sintonia di intenti e di ideali ha fatto famiglia donando la vita a 5 figli: Stefano, Chiara, Matteo, Veronica e Beniamino, tutti nomi biblici espressione di un’appartenenza ad un mondo ecclesiale nel quale si è sempre ritrovato, con una chiara e professata fede cristiana che ha sostenuto e guidato le scelte della sua vita. Contento di avere accanto a sé i figli e le loro famiglie, orgoglioso dei suoi progressi socio economici, ma soprattutto di sapere la sua famiglia concorde e solidale. Indicava la strada ma lasciava libertà di scelta e, quando Matteo con la sua famiglia ha scelto una via diversa trasferendosi in Australia, ha sofferto ma l’importante era che loro fossero felici. La parrocchia era la sua seconda casa, partecipe alle iniziative, spirituali e ludiche e sempre con Luisa. Fedele alla S. Messa festiva e tante volte anche a quelle feriali, magari un po’ in ritardo perché staccavano dal lavoro, per poi magari riprenderlo fino a tarda sera, ma sostenuti dalla preghiera. La recita del Rosario in famiglia, una fede semplice convinta e non bigotta lo portavano a gesti di accoglienza e bontà che certamente trova capitalizzati presso Dio. Gli ultimi anni della vita sono stati segnati da prove che Adeodato ha affrontate con serena lucidità, potendo contare sulla vicinanza di tutta la sua numerosa famiglia. Nell’ultimo incontro che ho avuto con lui ha desiderato ricevere il sacramento della Riconciliazione ed è stato un momento di grazia che lo ha preparato all’incontro col suo Signore. Come ha scritto il figlio Stefano, se n’è andato in punta di piedi e possiamo dire con san Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia della vita, ho conservato la fede, ora ricevo la corona della gloria promessa da Cristo a quanti lo seguono”. San Giuseppe patrono della Chiesa e della buona morte, è venuto a prendere Dato, papà amato, per portarlo a contemplare l’amore di Dio Padre.
Sono stato il suo parroco in questi ultimi 25 anni, ho sempre apprezzato la sua franchezza e determinazione, come la sua stima e considerazione per la missione del sacerdote. Sono dispiaciuto di non poter celebrare in chiesa il suo funerale a causa del Coronavirus, ma il Signore ci è sempre vicino e assieme ai suoi figli l’ho accompagnato nella preghiera alla sepoltura nel cimitero di San Prospero accanto a quella chiesa dove quattro parroci in tempi e modi diversi gli hanno donato i sacramenti.
La frase posta dietro alla sua immagine ricordo compendia bene la sua esperienza di vita; i famigliari che l’hanno scelta trovino anche in essa conforto speranza e consolazione. Chi crede in Cristo vivrà in eterno. Riposi in pace. Condoglianze ai famigliari.
Offerte ricevute: Rossi Ornella ed Eugenia per la parrocchia. In memoria di Baldelli Adeodato i famigliari per le necessità della parrocchia. A tutti Grazie!
Oggi andiamo incontro al Signore perché ci doni la sua luce.
Questo dono che abbiamo già ricevuto nel Battesimo, lo chiediamo ogni giorno per essere riconosciuti nel mondo come figli della luce.