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Quando i bambini studiano le cortecce

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Esce il numero 2 di Apenninus. Redacon lo pubblicherà, con uscite cadenzante ogni giorno, per un mese intero.

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La Scuola nel Parco, l’istruzione come fondamento per il futuro della Mab. Così i più piccoli imparano attraverso la creatività della scoperta scientifica. Prima ancora, i docenti si formano e confrontano.

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Penso alla Scuola nel Parco e rivedo bambini nel bosco che studiano cortecce, guardano in trasparenza foglie, costruiscono capanne, inseguono insetti, si pungono le mani durante i giochi nei castagneti secolari, gli alberi del pane nei tempi difficili, occhi azzurri e sgranati di Mirko che con semplicità parla di un Eremita che, mi assicura, odora di pesca e di estate. Scuola nel Parco è un progetto nato dodici anni fa, inserito nel Piano di Azione della Riserva di Biosfera Appennino tosco emiliano con l’intento di essere grande opportunità di rete tra scuole di diversi ordini e provenienze territoriali e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino tosco emiliano. Si contano mediamente circa venticinque progettazioni didattiche con il coinvolgimento di 2500 studenti e circa 200 docenti per ogni anno. Il cuore del programma de La Scuola nel Parco è l’apprendimento attivo del bambino e del ragazzo tramite un percorso educativo integrato e trasversale sul tema di educazione ambientale orientato alla costruzione: un approccio interdisciplinare lo porta a essere protagonista del percorso di conoscenza. Grazie alla creatività della scoperta scientifica, si pone l’accento sulla dualità di ricerca e azione in cui gli adulti mettono a disposizione dei ragazzi le proprie esperienze professionali e di vita. Le attività sono supportate da un denso lavoro costantemente in rete tra Parco e docenti, alimentate da incontri periodici nel corso dell’anno scolastico, confronti e tavoli di progettazione, preceduti da una fondamentale attività formativa residenziale, riservata a personale docente e ai dirigenti scolastici, con seminari e incontri di approfondimento sui temi oggetto di programmazione di ogni anno scolastico.
Essere scuola in Appennino, in una montagna oggi così diversa, non più isolata ma nodo di una rete riconosciuta a livello mondiale, è una grandissima responsabilità.
L’obiettivo è avere un Parco nazionale e una Riserva dell’Uomo e della Biosfera Unesco in cui le relazioni, gli scambi tra i docenti, la costruzione di percorsi d’identità, sia da parte degli istituti scolastici sia da parte dei ragazzi,  come tramite di un messaggio fondamentale: essere orgogliosi di vivere un territorio, divenire terra e uomini accoglienti. Affidare questa funzione alle istituzioni scolastiche significa trasmetterlo ai ragazzi, alle famiglie, a tutti, e quando sento la voce degli adolescenti echeggiare tra le pareti della sede Unesco di Parigi, mi rendo conto che sono proprio loro gli ambasciatori affettivi d’Appennino, quelli che porteranno per il mondo le nostre bellezze e riusciranno a rendere questo Appennino, storicamente così rigido, una terra accogliente: la forza e il coraggio dei giovani, quasi fossero gli unici a capire, ad avere interiorizzato il significato di vivere in un’area Mab.

(Monia Tamburini)

La coordinatrice: “Così si sviluppa anche il senso di appartenenza”

Natascia Zambonini

Nato 12 anni fa dalla collaborazione tra Parco Nazionale e Centro di Coordinamento per la qualificazione scolastica di Castelnovo ne’ Monti, “La scuola nel Parco” è un progetto di educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza attiva, che mette la scuola al centro delle strategie educative e formative condivise. La scuola nel Parco è stato il primo titolo del seminario residenziale che abbiamo dedicato alla formazione dei docenti d’Appennino tenutosi nel settembre 2008 presso la Riserva naturale statale dell’Orecchiella per un gruppo di circa 60 docenti e amministratori che hanno imboccato un cammino di conoscenza e cittadinanza attiva che non hanno più lasciato, fino a diventare oltre 200.
Da questo nucleo, che possiamo definire “fondativo”, fatto di idee, approfondimenti, progetti didattici, incontri, a volte anche sogni, ma soprattutto fatto di persone, (insegnanti, studenti e famiglie) è iniziato e si rinnova ogni anno, un tacito patto di condivisione e collaborazione tra Istituzioni (Parco, Scuole e Amministrazioni locali), “luoghi” e “soggetti” (singolari e plurali) che insieme costruiscono e declinano nell’azione educativa quotidiana l’essere scuola in una riserva di Biosfera Unesco.
“Dalle Radici alle foglie”, come recita il titolo del seminario formativo per docenti tenutosi nel settembre 2019 a Castelnuovo di Garfagnana (Lu) è il cammino di sostenibilità tra identità locale e mondo che ogni scuola d’Appennino interpreta, declina attraverso un percorso condiviso di attribuzione di senso. Essere scuola in una riserva di Biosfera significa essere Appennino nel mondo, creare connessioni, muoversi verso l’altro e verso il mondo (le foglie) ma anche rafforzare l’identità locale (le radici), ancorarsi e radicarsi nel territorio, trovare la propria via alla sostenibilità.

(Natascia Zambonini, coordinatrice del progetto)

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“Proposta educativa in sintonia con le scuole di montagna”

Giuseppina Grandini

Da alcuni anni il nostro Istituto sta approfondendo la riflessione su cosa significhi fare scuola in montagna, quali siano i vantaggi e gli svantaggi, gli stimoli positivi e i freni.
Le proposte della Riserva Mab Unesco Appennino tosco emiliano hanno permesso di creare sinergie con il territorio, di partecipare alla formazione in luoghi suggestivi, sotto la guida di esperti preparati che hanno saputo dare stimoli efficaci; di realizzare attività di qualità utilizzando strutture e guide del parco in grado di soddisfare i bisogni e le aspettative di docenti e alunni; di creare momenti d’incontro e di confronto fra docenti e alunni anche attraverso scambi che hanno permesso ai giovani provenienti da diverse zone del parco di incontrarsi, vivere insieme e lavorare su progetti comuni.

(Giuseppina Grandini, insegnante Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio)

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“L’Appennino così diventa un luogo di opportunità”

Emanuele Ferrari

La Scuola nel Parco la definisco come una comunità di pensiero, non la semplice somma di un numero d’insegnanti presenti su un territorio, ma l’idea che dalla scuola e dalle istituzioni presenti sul territorio (in principio era ed è ancora, anche se mutato nella forma e nelle finalità, il patto di responsabilità tra politica e scuole che ancora si chiama Centro di Coordinamento per la Qualificazione Scolastica), si possa dare corpo e anima allo sviluppo di una visione, di un pensiero del futuro. L’insegnante, se vuole essere tale (se vuole cioè lasciare un segno), ha bisogno non tanto di mettersi di fronte allo studente, in una posizione autoritaria/trasmissiva, ma soprattutto di mettersi al fianco, in una posizione costruttiva e di ascolto reciproco, che coinvolge tutti i sensi e stimola le differenti dimensioni della comprensione e dell’intelligenza, che non è mai una sola, ma per sua stessa costituzione è sempre plurale, divergente, sfuggente. Alcuni risultati concreti?
Un’accresciuta motivazione degli insegnanti, la sensazione di non sentirsi più periferia di qualcosa vissuto come un centro impalpabile, ma piuttosto l’idea di viversi come una frontiera, una avanguardia educativa. Quando noi eravamo studenti, ci sentivamo al massimo cittadini della montagna; un concetto vago che richiamava isolamento e distanza. Oggi credo che i nostri studenti si sentano di più cittadini d’Appennino: un luogo forse difficile, giustamente difficile, come sono le cose che contano, ma anche un centro di possibilità, un luogo cui tornare dopo aver fatto esperienza del mondo, un paesaggio fatto di prossimità, affetto, spaesamento, ma anche una sfida da giocare, un sogno da realizzare, un’occasione per dare senso al proprio futuro, a un futuro sostenibile che contempla anche gli altri, in un’autentica e antichissima e per questo rivoluzionaria dimensione di ospitalità.

(Emanuele Ferrari, insegnante d’Appennino, vicesindaco, assessore alla Scuola, Cultura, Giovani del Comune di Castelnovo ne’ Monti)

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“Si educa alla professionalità”

Adriano Cappellini

L’attività Mab ha aumentato la conoscenza delle peculiarità del proprio territorio e di quello circostante, incentivando la consapevolezza del patrimonio materiale e immateriale presente. La collaborazione con la Scuola nel Parco ha particolarmente stimolato la dimensione professionale arricchendola di momenti formativi di alto livello e scambi esperienziali che hanno contribuito ad aumentare il bagaglio culturale, nonché didattico e pedagogico.
Maria Luisa Panizzi, insegnante Istituto comprensivo di Neviano degli Arduini e di Lesignano de’ Bagni. Il dirigente: “Il rapporto col territorio è divenuto priorità” L’esperienza di lavoro dell’Istituto comprensivo di Neviano degli Arduini e di Lesignano de’ Bagni con il Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano, in particolare per le attività dell’area Mab, ha permesso alle scuole di ridefinire innanzitutto la propria offerta formativa, posizionando il rapporto con il territorio tra le priorità d’intervento, e in secondo luogo ha consentito iniziative di collaborazione in rete con altre scuole e di formazione in servizio. In sintesi, la collaborazione con il Parco nazionale ha migliorato la definizione del senso d’identità delle scuole e la qualità della loro offerta formativa.

(Adriano Cappellini, rettore e dirigente scolastico)

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L’insegnante: “Così si comprende il significato dell’area Mab”

Lucia Giovannetti

Il Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano ha creduto e crede profondamente nell’educazione. Lo dimostra da sempre. Cittadini di un Parco si diventa con la passione, l’ottimismo e un lavoro sinergico. Conoscere la storia, scendere nel profondo, analizzare le dinamiche di un territorio, capire che la conservazione fine a se stessa non è la strada giusta, permette ai ragazzi di affrontare e improntare un futuro sostenibile. È un percorso lungo; comprendere il significato di area Mab, e cosa significa viverci, è un processo che richiede una lunga maturazione. Le scuole devono lavorare molto, i ragazzi sono permeabili e ricettivi. Il cambiamento è alle porte e già dei risultati sono evidenti: i ragazzi riescono risvegliare nelle reciproche famiglie il significato di Parco, di Mab e di sostenibilità e la caratteristica d’interdisciplinarietà riesce a coinvolgere tutte le realtà del territorio.

(Lucia Giovannetti, insegnante di materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado di Camporgiano Lu.)

Leggi Apenninus  n. 1 su Redacon "Speciale Monte Caio"

Leggi Apenninus  n. 2 su Redacon  "70 progetti per l'Appennino Tosco Emiliano" (i pezzi si aggiungeranno man mano che saranno pubblicati nei prossimi giorni)

Sfoglia on line Apenninus  n. 1 "Speciale Monte Caio"

Sfoglia on line Apenninus n. 2 "70 progetti per l'Appennino Tosco Emiliano"

Action plan Riserva di Biosfera Mab Unesco dell’Appennino tosco emiliano