A partire da questo mese di febbraio 2020 l’immobile del Seminario vescovile di Marola, destinato da tempo a Centro diocesano di spiritualità e cultura, è affidato in gestione all’Associazione culturale “Matilde di Canossa”, la stessa che da anni custodisce il Castello di Rossena.
Non cambia la vocazione del luogo: il Seminario di Marola, inserito in un rilevante contesto ambientale, considerata anche la sua prossimità al “bosco matildico”, intende continuare ad esprimere cura concreta del proprio territorio, nella prospettiva delineata da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’.
Da oggi e per un anno, allorquando potrà essere valutata l’eventuale prosecuzione del rapporto, sarà pertanto l’Associazione “Matilde di Canossa”, animata da Angela Chiapponi ed Elvira Rossi, a custodire il complesso di Marola e a curare l’accoglienza di singoli e gruppi e l’organizzazione di convegni, seminari, mostre, eventi artistici, incontri, pure conviviali, anche in occasione di eventi di carattere pastorale, liturgico o di catechesi.
Sempre l’Associazione, avvalendosi anche dell’apporto del volontariato, programmerà in loco le visite guidate con finalità didattiche, orientandole alla valorizzazione della storia della Chiesa locale ed universale.
Le prenotazioni per soggiorni ed eventi sono già possibili contattando i nuovi recapiti - tel. 366.8969303, e-mail [email protected] - messi a disposizione dal gestore.
Sarà premura di quest’ultimo concordare gli eventi da realizzarsi con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che resta proprietaria dell’immobile e delle sue pertinenze, prestando attenzione al calendario delle proposte pastorali tempo per tempo in essere.
In questo passaggio di consegne tutta la Chiesa reggiano-guastallese sente il dovere di ringraziare pubblicamente don Umberto Iotti, già rettore del Seminario di Marola, per avere impostato ed avviato, senza risparmio di tempo e di forze, il rilancio del Centro diocesano di spiritualità e cultura a partire dalle grandi potenzialità del luogo. L’apporto personale di don Umberto - che rimane come collaboratore dell’Unità pastorale “Beata Vergine del Carrobbio” in Casina - è stato decisivo in questi anni per far conoscere di nuovo la bellezza naturale e architettonica del Seminario, recentemente restaurato, e la sua idoneità all’accoglienza nel segno della spiritualità, del servizio cordiale e delle relazioni vissute con tempi distesi. Il suo lavoro sarà portato avanti in piena continuità dalla nuova gestione, con la finalità di rendere il Centro diocesano sempre più attrattivo e apprezzato anche al di fuori del territorio reggiano.