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Domenico Bondi: carabiniere e partigiano morì gridando viva l’Italia

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La  commemorazione si terrà sabato 15 febbraio nel paese natale di Morsiano, a settantacinque anni dalla scomparsa. Il sindaco: “Mise in salvo i suoi uomini, ma non riuscì a fuggire al nemico. Fu imprigionato e fucilato”

A settantacinque anni dalla sua tragica scomparsa, sabato mattina, nel suo paese natale di Morsiano, sarà ricordato il carabiniere Domenico Bondi, medaglia d’oro al valore militare. Alle 10.30 è previsto il raduno, nella piazza a lui intitolata, cui faranno seguito la deposizione di una corona e la benedizione del monumento dedicato alla sua figura eroica. Si continuerà con il saluto del sindaco, Elio Ivo Sassi, e gli interventi delle altre autorità e degli studenti dell’istituto comprensivo di Villa Minozzo.

“Bondi, che prestava servizio a Bologna, dopo l’8 settembre 1943 aderì, tra i primi, al movimento di liberazione - sottolinea il primo cittadino - e si arruolò in una formazione partigiana comandata da ufficiali dell’arma. Dopo essersi occupato del rifornimento di armi e di curare i contatti tra le forze combattenti sull’Appennino emiliano, venne ad affrontare il nemico nella sua montagna”.

Si distinse sempre per ardimento ed iniziativa “e, caposquadra, fu catturato il 12 gennaio 1945 nella zona di Secchio - prosegue Sassi - in un duro scontro con i tedeschi. Aveva ricevuto l’ordine di resistere ad oltranza con i suoi uomini, che dopo diverse ore furono però costretti a desistere. Riuscì a metterli in salvo, ma lui non ebbe la possibilità di fuggire. Fu imprigionato a Ciano d’Enza, dove fu fucilato il 26 gennaio, assieme ad altri cinque prigionieri”.

La motivazione della medaglia d’oro alla memoria conferita a Domenico Bondi, che era nato il 16 settembre 1908 da Paolo e da Gelsomina Battistelli, e al quale è intitolata la caserma dei carabinieri di San Polo d’Enza, recita: “Dopo l’armistizio, scelta la via dell’onore e del dovere, si distinse per redditizia e indefessa attività organizzativa, informativa e per doti di combattente, sicuramente provata in difficili e numerose circostanze. Caduto in mano al nemico rivendicò a viso aperto la sua qualifica di carabiniere e di partigiano. Sottoposto a stringenti e tormentosi interrogatori e lungamente torturato, fu fedele al segreto e incrollabile nella fierezza della sua fede. Infatti, Bondi partecipò a numerosi scontri armati, ma soprattutto mantenne i collegamenti tra le formazioni partigiane bolognesi, modenesi e reggiane. Portato davanti al plotone di esecuzione morì gridando: Viva l’Italia.

La commemorazione è indetta dal Comune in collaborazione con l’Unione montana, le associazioni partigiane Alpi-Apc ed Anpi, l’istituto Istoreco, la locale sezione dell’associazione nazionale carabinieri, gli alpini, la Croce verde e la Pro loco di Morsiano, nella cui sede, a conclusione, si terrà un momento conviviale e di intrattenimento con il “vin d’onore”.