Sta bene Marco, l’uomo cinese rientrato qualche giorno fa con la sua famiglia, la moglie e un bimbo piccolo, a Castelnovo Monti dalla Cina, dov’erano andati per trascorrervi il Capodanno cinese. La notizia del suo ritorno, diffusasi sui social dopo un post del consigliere comunale Alessandro Raniero Davoli (che era stato a sua volta informato del rientro da alcuni cittadini spaventati e che per questo si erano rivolti a lui, ndr), dapprima ha destato preoccupazione, soprattutto tra i genitori di altri bimbi frequentanti lo stesso asilo del piccolo cinese. Contattato da Davoli per verificare le informazioni ricevute, il sindaco Enrico Bini si è subito attivato per capire la situazione. Marco, nonostante abbia superato tutti i controlli, ha deciso volontariamente di restare in casa 15 giorni.
È stata una sua decisione personale quella di mettersi in ‘quarantena’?
“Sì. Quando siamo arrivati a casa, la sera del 31 gennaio, abbiamo pensato che in 10 giorni in Cina non era successo niente, però abbiamo preso voli con altri paesani. Il virus di solito si manifesta in una decina di giorni. Allora abbiamo deciso di stare a casa altri 15 giorni, per tranquillizzare i miei dipendenti, la mia clientela e le famiglie all’asilo”.
Quanto è rimasto in Cina? Sapeva del virus alla partenza?
“Sono partito il 21 gennaio, ma non sapevo del virus, non avevo visto il notiziario. Il 22, quando sono arrivato in Cina, nel mio paesino vicino a Wenzhou (città attualmente messa in quarantena, ndr), ne sono venuto a conoscenza. Sono stato là solo 10 giorni per il Capodanno cinese. I miei nonni ci hanno consigliato di stare a casa fino al ritorno in Italia, per precauzione abbiamo fatto così”.
Qual'è stato il suo percorso di rientro? Dove ha fatto scalo? È stato sottoposto a controlli?
“Al casello autostradale ci hanno controllato la temperatura. All’aeroporto di Wenzhou ci hanno rifatto i controlli e abbiamo compilato una scheda per essere eventualmente contattati. A Pechino stesso procedimento, inoltre ci hanno guardato con i raggi x. Poi abbiamo fatto scalo a Francoforte (Germania), dove ci hanno rimisurato la temperatura. A Bologna stessa cosa”.
Quando si è diffusa la notizia del suo ritorno e una certa paura come si è sentito?
“Due giorni dopo il mio ritorno mi è arrivato un messaggio da un amico: mi diceva che un genitore di un bimbo piccolo aveva minacciato di far chiudere l’asilo. Lì per lì mi sono arrabbiato molto. Anche le informazioni riportate da Davoli nel suo post non erano del tutto corrette. L’ho contattato per spiegargli bene tutto, e ha corretto subito la notizia (lo scalo non è avvenuto a Bruxelles, ma a Francoforte, ndr). Quel giorno ci ha telefonato anche il sindaco Bini, che ringrazio per l’interesse e la gentilezza che ci ha mostrato”.
Com'è la situazione reale in Cina?
“È diversa a seconda delle zone, si va dal 1° al 5° grado di pericolo. Il mio paesino si trova vicino a Wenzhou, ma è ancora nel 1° grado di pericolo, bassissimo. Si usano le maschere per la sicurezza contro l’inquinamento dell’aria e limitare il contagio del virus”.
Ha paura del virus?
“No, nessuna. Le persone che si vedono morire per strada o in ospedale, in Cina, sono già debilitate da altre malattie, è più facile vengano contagiate”.
Da quanto tempo vive in Italia? E come si trova nel nostro Appennino?
“Da 19 anni, ho studiato 7 anni in Italia. Vengo da un paese di montagna, Castelnovo è un bel paese, sono contento di vivere qua in tranquillità. Gestisco un piccolo market di casalinghi, si chiama ‘Street shop’. Ho due dipendenti italiane, due belle ragazze, che lo gestiscono, quindi i miei clienti non devono aver paura”.
(Giuliana Sciaboni per il Resto del Carlino – Reggio Emilia)
Bentornati a tutti voi e complimenti per il bell’esempio di sensibilità e intelligenza di cui molti dovrebbero far tesoro!
Nicoletta
La solita politica del terrore attuata dai vergognosi leghisti. Complimenti a Marco per sua sensibilità nei confronti della comunità. Qualcuno avrebbe da imparare, ma purtroppo tutti sappiamo che chi nasce tondo non può morire quadrato.
Simon