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SocialMonti/ Un passo avanti e due indietro: affermazioni offensive per chi le fa

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  1. SocialMonti

Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.

(Ameya Canovi *)

Il presentatore Amadeus

A proposito del "J'accuse" che imperversa in rete in questi giorni sulle affermazioni sessiste del conduttore di Sanremo Amadeus, e non solo le sue, vorrei fare una riflessione. Ciò che fa inorridire di queste espressioni dette in TV è la postura maschilista del punto di vista che rivela un sistema di credenze sottostante. Quello che mi colpisce ancora delle esternazioni è la superficialità con cui vengono sostenute. Il tutto accade sotto lo sguardo di un pubblico distratto e sornione, che all'improvviso si desta grazie alle urla di chi si accorge, nota, sottolinea, si indigna, combatte, si dissocia e condanna.
Per fortuna qualcuno non dorme.
Meno male taluni si ergono anche per chi sonnecchia, annegato in un mare magnum di luoghi comuni, dove essere eccessivi, offensivi senza badarci, è la norma.
Le lotte per i diritti sono sacrosante.
Vorrei tuttavia ricordarci che se alziamo troppo la voce rischiamo di assomigliarci proprio a chi ci opponiamo. L'aggredito rischia di diventare uguale all'aggressore se ne usa gli stessi mezzi.
Non è trasformandoci in virago assetate di sangue che noi donne potremo rivendicare la nostra vera bellezza, quella che incarna le qualità del sacro femminile. Bensì restando coerenti e coese, mettendo di fronte alla stoltezza del loro fraseggio quegli uomini che stupidamente così si esprimono, in modo tale da favorirne un'evoluzione. Perché in tutto questo riverberare di sdegno, chi in realtà davvero è un passo indietro non sono certo le donne che restano centrate nel loro essere femminili, con fierezza e dignità. C'è una mentalità che si scredita e si attorciglia da sola, non c'è bisogno che siamo noi ad accusare o a aggredire. Di fronte a questi autogol, fa più rumore una semplice domanda: ma tu ti rendi conto di quello che dici? E lasciare chi così si esprime nel proprio brodo insensato.
Fino a quando sgorgano la consapevolezza e le scuse sincere.

*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.

2 COMMENTS

  1. Non è per essere superficiali, chi parla è una donna e ben cosciente che nel 2020 ancora non abbiamo diritti rispettati e uguali opportunità. Ma ritengo esagerata è pretestuosa l’indignazione nel caso specifico. Che un uomo di una donna dica solo che è bella non va bene, ma che non si possa fare un complimento di questo tipo senza tirare in ballo il sessismo mi sembra forzato e strumentale. Esistono tante doti in una donna così come in un uomo ma un commento sull’aspetto fisico non denigra la personalità e il potenziale umano sia di un uomo che di una donna, Naturalmente se non offensivo e fatto con garbo.
    Questa la mia opinione. Senza essere né psicologi ne’ plurilaterali..

    Antonella

    • Firma - Antonella
  2. Il commento di Antonella mi riporta indietro nel tempo, facendomi ricordare un passato in cui, se capitava di usare espressioni un po’ “colorite”, nessuno o quasi si “inalberava”, al punto di minacciare querele o qualcosa del genere, mentre oggi siamo diventati, un po’ tutti, abbastanza o molto “reattivi”, e non mi sembra che per questo il nostro mondo vada meglio (anzi, qualcuno dice che va sempre peggio).

    P.B. 19.01.2020

    P.B.

    • Firma - P.B.