Cinque amiche organizzano una “marachella” con l’idea di fare qualcosa di bello per gli altri senza chiedere nulla in cambio .
Indossare i panni di un Babbo Natale ( in ritardo) che elargisce sorrisi, abbracci e strette di mano comunicando solo attraverso i gesti e consegnando ad ogni persona che incontra un biglietto con frasi di grandi poeti e autori per augurare un Buon Anno.
Interessanti le reazioni dei passanti: alcuni all’inizio titubanti e rigidi, forse spaventati dal “dover pagare qualcosa “ in cambio di un abbraccio, di un sorriso .. , per poi sentirsi dispiaciuti perché nulla era dovuto.
Alcuni spiazzati dalla curiosità , più concentrati sul voler sapere a tutti i costi chi si celava dietro la maschera e non si è gustato il momento magico.
Tanti hanno cavalcato l’onda “ ci sono stati dentro” e ci hanno regalato stupore e sorrisi sinceri dichiarando “ questa frase è proprio la mia”.
Alcuni ci hanno dato degli spiccioli mantenendo la distanza, abituati e stanchi di fare l’elemosina!
Fantastici i bambini , che senza pregiudizio e paura ci hanno rincorso per le strade.
La “ marachella” ci ha insegnato che siamo fatti di sogni e desideri, e ciò che vorremmo essere : lasciarci andare e uscire dalla nostra zona di “comfort “ma spesso ci frena la paura dell’altro!
Un po’ di follia, un po’ di provocazione, un po’ di simpatia, un po’ di bene, un po’ di sogno, un po’ di sorpresa, un po’ di tradizione… comunque un po’ mettersi in gioco e un po’ far giocare gli altri. Adesso le 5 marachellose sono attese alla prova del 9, la befana, che anch’essa appartiene alla rappresentazione del mondo e dell’uomo… lì occorrerà anche un po’ di autoironia.
Gianni Marconi