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 “In the Name of Antea” at Teatro Bismantova: protecting art during World War 2

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "“Cattaneo-Dall’Aglio”" e Redacon tramite la rubrica "Speakeasy" curata direttamente dagli studenti, dell'anno scolastico 2019-2020.


 "In the Name of Antea" at Teatro Bismantova: protecting art during World War 2

Giovanni Azzolini e Luana Fagá

The film we're going to tell you about has as its main topic history, young people and the desire to save art.

The school gave us the great opportunity to watch the film "In the Name of Antea" alongside other classes of our school. 

This film is about the story of how young men and  young women protected Italian art during World War 2.

The device that makes this film very interesting is that the narrators are the portrait of a young lady, named Antea by the public that saw her portrait in a museum, painted by Parmigianino in 1535 and the portrait of Alessandro Manzoni by Francesco Hayez, painted in 1841.

The story is entirely told from the point of view of these paintings and it is something that really amazed us, for we are told how these famous paintings felt in such a dangerous and bloody period of human history. 

Now let's talk about the story! 

 

Nel nome di Antea

The film starts in Capodimonte national museum, where the painting of Antea is located and she starts to talk about herself, telling us about her painter. Furthermore she explains how young officials of fine arts tried to prevent the theft of paintings and other works of art and how they  saved them from the devastation of World War 2. Also thanks to this movie we managed to see how bad the situation was for the art patrimony of our country. 

These people had an incredible courage and a huge passion for art and  history. Nowadays we can still go to museums and appreciate some paintings and statues that probably wouldn't be there today if it wasn't for them. Most likely we would only know of their existence through documents. 

Strangely the efforts of these people have only been disclosed in recent years. 

The two paintings, which are also the narrators of the whole documentary, are completely different, for they are from different times, centuries even. Alessandro Manzoni is a very famous writer, whereas Antea's artist is not well-known by common people. They are both taking part in an intellectual conversation from different ages, giving credits to their saviours and talking about the horrible things that could have happened to them in the world's biggest war if they hadn't been saved. 

During Mussolini's regime the Italian cultural heritage was at huge risk, since Mussolini wasn't very interested in art. An interesting fact, also shown in the film, is that whenever he was supposed to visit a museum, he was very bored and sometimes even looking forward to going out from there. So he looked at the works really quickly and then came out of the museum almost relieved. 

While the leader of Italy in that period didn't care about his country's cultural heritage, the Führer of Germany, Adolf Hitler, was always amazed whenever he saw one of our pieces of art. That's why during  World War 2, works of art in Germany were kept safer than ours. 

During that period in Italy many of our works of art would have been destroyed if it hadn't been for people like Fernanda Wittengs, the head of Pinacoteca Di Brera, and Palma Bucarelli, the head of the Modern Gallery of Como. They were both very young when they realised that they had to do something if they wanted to save Italy's works of art, so alongside other young people they moved these paintings and pieces to safer places. As for sculptures, they were protected with bags of sand, in order that, if the place where they were located was bombed, they wouldn't end up too damaged. 

The two paintings that narrate the story were also moved, and that's why we can still see them in Capodimonte National Museum and in Pinacoteca di Brera. Antea was located in Naples when World War 2 began. Then she was moved to Montecassino, in order to be saved, but the saving move was not very successful, since it was later stolen by the Germans. Only when the War ended it returned home to us and can still be seen today.

As for Manzoni's portrait, it only managed to survive because it was moved to the Vatican Museums, where most of the artworks were kept safe, since Vatican City was not physically involved in the conflict. 

We believe that we owe these guardian angels of art so much, because it is thanks to them if Italy is still one of the countries most rich in art in the world today. Thanks to them we still hold that title and welcome tourists from all over the world, who come to our country especially for our art history. 

Eventually this film is a great example of how determination, sometimes, is the key to defend what you believe in, as it was for these saviors and that if you firmly believe in something, you're willing to do everything you can to protect it.

(Giovanni Azzolini, Luana Fagá, classe 5^R Liceo Linguistico Dall'Aglio)

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Traduzione

"Nel nome di Antea" al Teatro Bismantova: proteggendo l'arte durante la seconda guerra mondiale

Il film di cui vi stiamo per parlare ha come argomento principale la storia, persone giovani e il desiderio di salvare l'arte.

L'istituto ci ha dato la grande opportunità di vedere il film "Nel nome di Antea" insieme ad altre classi della nostra scuola.

Questo film parla della storia di come giovani uomini e giovani donne hanno protetto l'arte italiana durante la seconda guerra mondiale.

La cosa che rende interessante questo film è che i narratori sono il ritratto di una giovane donna, chiamata Antea dal pubblico che ha visto il suo ritratto al museo, dipinta da Parmigianino nel 1535 e il ritratto di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez, dipinto nel 1841.

La storia è interamente raccontata dal punto di vista di questi dipinti ed è qualcosa che ci ha colpito, perché ci viene raccontato come questi dipinti si sono sentiti durante un periodo così sanguinoso e pericoloso della storia umana.

Ora parliamo della storia!

Il film comincia nel museo nazionale di Capodimonte, dove si trova il dipinto di Antea e lei incomincia a parlare di sé, parlandoci anche del suo pittore. In più ci spiega come giovani funzionari delle belle arti provarono a prevenire il furto di dipinti e altre opere d'arte e come loro li abbiano salvati dalla devastazione della seconda guerra mondiale.

Inoltre, grazie a questo film siamo riusciti a vedere quanto brutta fosse la situazione del patrimonio artistico del nostro paese.

Queste persone avevano un incredibile coraggio e una forte passione per l'arte e la storia. Oggigiorno possiamo ancora andare nei musei e apprezzare alcuni dipinti e statue che non sarebbero qui oggi se non fosse stato per loro. Probabilmente saremmo a conoscenza della loro esistenza solo attraverso documenti.

Stranamente gli sforzi di queste persone sono stati resi noti solamente in anni recenti.

I due dipinti, che narrano anche tutto il documentario, sono completamente diversi, perché sono di anni diversi, anche secoli. Alessandro Manzoni è uno scrittore molto famoso, mentre l'artista di Antea non è molto conosciuto dalle persone comuni. Entrambi prendono parte ad una conversazione intellettuale di epoche diverse, dando merito ai loro salvatori e parlando di cosa sarebbe potuto accadere a loro nella guerra più grande del mondo se non fossero stati salvati.

Durante il regime di Mussolini l'eredità culturale italiana era a grande rischio, siccome Mussolini non era molto interessato all'arte. Un fatto interessante, mostrato anche nel film, è che ogni volta che doveva visitare un museo, era molto annoiato e a volte non vedeva l'ora di uscirne. Quindi guardava le opere molto velocemente e quando usciva dai musei era quasi sollevato.

Mentre in quel periodo il duce d'Italia non era interessato all'eredità culturale del paese, il Führer della Germania, Adolf Hitler, era sempre colpito ogni volta che vedeva un nostro pezzo d'arte.

Questo è il perché durante la seconda guerra mondiale, le opere d'arte in Germania erano tenute più al sicuro delle nostre.

Durante quel periodo in Italia molte opere d'arte sarebbero state distrutte se non fosse stato per persone come Fernanda Wittengs, direttrice della Pinacoteca di Brera, e Palma Bucarelli, direttrice della galleria moderna di Como. Erano entrambe giovani quando si resero conto che dovevano fare qualcosa se volevano salvare le opere d'arte italiane, quindi insieme ad altre giovani persone spostarono questi dipinti e pezzi d'arte in luoghi più sicuri. Invece le sculture, erano protette da sacchi di sabbia, in modo che, se il luogo in cui si trovavano fosse stato bombardato, non ne sarebbero rimaste troppo danneggiate.

Anche i due dipinti che narrano la storia furono spostati, ed ecco perché possiamo vederli museo nazionale di Capodimonte e nella Pinacoteca di Brera. Antea si trovava a Napoli quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Poi fu spostata a Montecassino, in modo da essere salvata, ma questa mossa non ebbe successo, siccome più tardi fu rubata dai tedeschi. Solo quando finì la guerra tornò a noi e può essere vista oggi.

Invece il ritratto di Manzoni, si riuscì a salvare solamente perché fu spostato ai musei vaticani, dove molte opere d'arte erano tenute al sicuro, siccome Città del Vaticano non era coinvolta fisicamente nel conflitto.

Crediamo che siamo molto in debito con questi angeli guardiani d'arte, perché è solo grazie a loro se l'Italia è ancora oggi uno dei paesi più ricchi d'arte del mondo. Grazie a loro abbiamo ancora quel titolo e accogliamo turisti da tutto il mondo, che vengono nel nostro paese per la nostra storia dall'arte.

In fine questo film è un grande esempio di come la determinazione, a volte, è la chiave per difendere ciò in cui credi, com'è stato per questi salvatori, e che se credi fermamente in qualcosa sei disposto a fare qualunque cosa per proteggerlo.

(Giovanni Azzolini, Luana Fagá, classe 5^R Liceo Linguistico Dall'Aglio) 

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