“Un ottima notizia per la protezione della biodiversità in Emilia-Romagna. Questo pomeriggio il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto di istituzione di diciassette nuove Zsc (Zone speciali di conservazione), tutte in Emilia Romagna.
Sono:
-Monte Acuto, Alpe di Succiso 3254 Ha
-Monte Ventasso 2913 Ha
-Monte La Nuda, Cima Belfiore, Passo del Cerreto 3470 Ha
-Val d’Ozzola, Monte Cusna 4878 Ha
-Abetina Reale, Alta Val Dolo 3440 Ha
-Monte Prado 618 Ha
-Pietra di Bismantova 201 Ha
-Gessi Triassici 1908 Ha
-Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta di Bellocchio 2244 Ha
-Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano 4872
-Bosco di Volano 400 Ha
- Bosco della Mesola, Bosco Panfilia, Bosco di Santa Giustina, Valle Falce, La Goara 1563 Ha
-Pineta di Castelborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini 578 H
-Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina 464 Ha
- Salina di Cervia 1096 Ha
- Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano 1255 Ha
-Acquacheta 1654 Ha
“Un traguardo significativo – afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa -, che vuol dire avere ancora più a cuore la tutela della biodiversità, di aree naturalistiche belle di per sé che hanno bisogno di una maggiore protezione. Il nostro patrimonio ambientale è prezioso, ma anche fragile, e dunque va difeso. Continueremo su questa strada, con la designazione di altre Zsc, come già abbiamo fatto in passato”. “La designazione delle Zsc è un passaggio fondamentale per la piena attuazione della Rete Natura 2000 perché garantisce l’entrata a pieno regime delle misure di conservazione e offre una maggiore sicurezza per la gestione della rete e il suo ruolo strategico finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020”, commentano i parlamentari emiliano romagnoli del Movimento 5 Stelle.
Quando una scelta coinvolge un territorio, la cittadinanza dovrebbe essere coinvolta, specie se queste scelte pongono vincoli a chi abita su queste terre; non conosco il perimetro di queste aree Zsc ma leggendo i numeri sono preoccupato non poco, inoltre ho la sensazione che non sia stato usato il criterio dell’equità, visto che su 17 aree Zsc fatte nell’intera Emilia Romagna, 8 sono state fatte a Reggio Emilia; non comprendo come il Ministro Costa abbia potuto definire che il 50% di queste aree sono state fatte a Reggio Emilia; spero solo che si tratti di Zone speciali di conservazioni ma che non pongono limiti alle attività dell’uomo, considerato che interessano un territorio montano, già penalizzato dal dissesto, dalla spopolamento e dall’abbandono del territorio; se così fosse sarebbe il colpo di grazia.
Franzini Lino
È un atto molto importante che rafforza gli strumenti di tutela di biodiversità e ambiente del ns Appennino. L’ampiezza e la localizzazione delle aree individuate conferma e allarga le scelte compiute anni fa- e con fatica- anni fa col Parco Nazionale,il cui perimetro -talvolta irrazionale-porta il segno di preoccupazioni e paure che il tempo e l’esperienza concreta hanno consentito di ridurre fortemente e talora di dissolvere del tutto.I nomi delle aree indicate parlano da soli. Possiamo essere orgogliosi di un atto di valore europeo che conferma il grande valore ambientale di cui disponiamo qui a due passi da casa .
Fausto Giovanelli
Egregio Sig. Giovanelli, sono perfettamente d’accordo con lei su tutto, tranne che sulle “preoccupazioni e paure che il tempo e l’esperienza concreta hanno consentito di ridurre fortemente e talora di dissolvere del tutto”. Come vede, gli unici due commenti qui presenti, invece di esprimere, come sarebbe a mio avviso logico, soddisfazione per la tutela dell’ambiente e della biodiversità, esprimono invece solamente preoccupazione per le limitazioni che le attività (spesso distruttive) dell’uomo potrebbero subire. Siamo tutti pronti a parlare di lotta ai cambiamenti climatici (per primo Franzini che ne fa uno dei cavalli di battaglia per promuovere l’unico, grande sogno della sua vita), ma a patto che questo avvenga senza che nessuno possa intralciare i nostri interessi. Io sono solo contento ed orgoglioso del fatto che il 50% delle Zsc siano nel nostro territorio. Non mi pare di poter dire lo stessi per gli altri commentatori (si scrive di equità, come se le Zsc fossero una tassa da pagare, e non uno strumento di tutela e valorizzazione del nostro territorio).
Andrea
Mi auguro che queste aree ZCS portino benefici ai proprietari di terreni, di boschi e chi fa movimento terra, perchè se ponessero dei limiti alle uniche attività che sono rimaste su queste terre meglio fare la valigia e andarsene; servono leggi che portano lavoro, che consentano di mantenere la propria famiglia e crearne delle nuove, il resto sono solo belle parole ma di belle parole su queste terre non si vive.
Daniele