Gli abitanti di Vaglie di Ligonchio, nel comune di Ventasso, lamentano ritardi e molta preoccupazione in merito alla messa in sicurezza della strada franata lo scorso anno, che congiunge la piccola località alla provinciale 91. “Non abbiamo più notizie dalle istituzioni che avevano promesso di iniziare i lavori di consolidamento già da maggio - dichiarano - . In vista dell’inverno temiamo che la situazione possa peggiorare. In questo modo saremmo ancora più isolati”.
Secondo i dati forniti l'anno scorso l’intervento per stabilizzare il versante franato aveva un costo complessivo di 700.000 euro finanziati da Provincia e Regione. Ancora una volta la manutenzione delle strade si dimostra un annoso problema per le amministrazioni della montagna, che si ritrovano a dover intervenire su lunghi tratti di strada di strade spesso dissestate e pericolose, con pochi fondo e sovvenzioni statali. Fu proprio la segnalazione fatta attraverso Redacon a smuovere l'attenzione su questo tratto: senza questo collegamento anziché 5 minuti di pulmino, per andare a scuola a Ligonchio, 3 bambini impiegavano 40 minuti per tratta, che in totale fanno 80 minuti al giorno. Un'attenzione che, ora, chiede il mantenimento delle parole spese.
Via di comunicazione importante per l’abitato di Vaglie! Percorsa dagli scuolabus, da operai e insegnanti per Ligonchio e Villa!! Senza questa strada il chilometraggio triplicherebbe è con la brutta stagione non è un bel viaggiare! Speravamo che l’inverno scorso fosse l’ultimo a rischio e invece quest’anno siamo punto e a capo! Noi aspettiamo ancora i lavori di consolidamento promessi a Maggio!
Saluti
Davide
E’ l’ennesima prova che della nostra montagna non importa nulla a nessuno, da anni sto pensando che qualcuno sta lottando con ogni mezzo per cancellare l’uomo da queste terre, e di anno in anno sto constatando che questo sta avvenendo; è una morte lenta ma l’obiettivo sta per essere raggiunto. La mancata esecuzione di questi interventi non è certo imputabile ad un Sindaco, che non ha certo le risorse economiche per affrontarli; è la Regione che attraverso i suoi organi e il suo potere deve intervenire. La montagna ha bisogno di infrastrutture, opere che riporterebbero il lavoro e il ripopolamento di queste terre e ce ne sarebbero tante da fare, Ligonchio dovrebbe ricordare quando nella Centrale della CIELI (ora Enel) e nelle sue officine lavoravano più di cento persone. Ma ora da anni il potere politico di queste terre sostiene solo chi sa dire di NO a tutto, anche alle opere utili e indispensabili imposte dai cambiamenti climatici e dalle necessità; e non ascolta chi propone cose utili e indispensabile che porterebbero lavoro e ricchezza su queste terre, opere come la Diga di Vetto, viabilità, utilizzo delle risorse della montagna e non solo. Forse un giorno le cose cambieranno ma sappiate che sarà troppo tardi; chi sta facendo questo non avrà certo il ringraziamento del sottoscritto.
Franzini Lino
Pensare che si vuole cancellare la popolazione dalla montagna è pura fantascienza ma sicuramente chi sta al potere non si preoccupa della sorte di un paesino di poche anime come Vaglie che in termini di voti conta zero. Però ora basta con i discorsi su questa diga, non verrà mai costruita e se anche dovesse ai residenti portebbe pochissimi benefici e molti disagi.
Giovanni
Questa è la realtà, questa strada e altre del nostro Appennino hanno problemi per il transito e sarà sempre peggio; venendo a mancare il montanaro da queste terre è venuto a mancare chi puliva canali, fossi e cunette. Se a questo abbandono del territorio aggiungiamo i cambiamenti climatici che provocano alluvioni come vediamo in TV ogni giorno, il rischio di dissesti aumenta in modo esponenziale, solo facendo interventi per la regimentazione delle acque e riprendendo la cura del terreno si eviterà il peggio, ma ai problemi della nostra montagna qualcuno ha mai pensato?, che io sappia nessuno.
Sergio
Evidentemente la provinciale 91 Ligonchio-Collagna non è amata in Provincia. Per la frana fra Ligonchio e il Rossendola di un paio di anni fa ci vollero due tentativi, il primo fallito miseramente dopo appena 15 giorni, per risolvere, dopo mesi, il problema. Ora per la frana di Vaglie, per cui si era trovata un soluzione provvisoria dopo circa 8 mesi di interruzione della strada, non si sa più nulla. Dopo la fase dello “stiamo studiando la soluzione” dello “stiamo verificare i progetti” dello “stiamo cercando i finanziamenti” ora siamo allo “stiamo fermi”. Per finire la medesima provinciale nel tratto Vaglie-Collagna, è ormai chiusa da anni al transito di moto e biciclette perché troppo dissestata anche per le auto. Fra l’altro quest’ultimo per quest’ultimo tratto ci era stato detto che la sistemazione sarebbe stata a carico dell’impresa che stava posando la fibra ottica, cosa regolarmente non avvenuta. Qualcuno o ci ha raccontato delle favole per farci tacere o chi doveva controllare non ha vigilato correttamente. In merito la Provincia non si espone.
Lorenzo
La situazione è quella che è! Siamo passati dall inizio lavori a maggio, siamo a novembre e tutto tace:parole se ne possono dire tante…. Ma andrebbero seguite dai fatti! Contro la pioggia si può fare poco ma creare situazioni più sicure… Si!
Oriana raffaelli
Non ci sono parole altre da aggiungere a tutto quello che è stato detto. Purtroppo la situazione che vediamo è quella della superficialità con cui si affrontano gli errori, visto che tanto non viene condannato nessuno, e neppure si affronta con coscienza il disagio nascondendosi dietro al mancato finanziamento.
Gian Franco
Sig. Giovanni, spero proprio che Lei abbia ragione quando dice che la mia è pura fantascienza; ma la matematica e l’anagrafe sembra diano ragione a me, Ramiseto aveva 4000 abitanti; prima della fusione credo ne avesse 1.300 sulla carta, nella realtà molto ma molto meno, ma non sono i 1.300 che mi preoccupano, è la loro età media, la mia età. Se non riportiamo il lavoro su queste terre con opere infrastrutturali come fecero a Ligonchio coloro che costruirono le Centrali, le gallerie, le condutture, presa Alta, ecc., crede che fra 30 anni su queste terre l’uomo ci sia ancora?. L’Impresa Salini, Italiana, sta costruendo una Diga in Etiopia, ogni giorno entrano in cantiere più di 4.000 persone e Lei dice che la Diga di Vetto non porterebbe benefici?, neppure agli agricoltori a valle?, e neppure produrrebbe energia pulita? e neppure fermerebbe le esondazioni?, niente posti di lavoro?; Credo che con il NO a tutto siamo arrivati a questo punto e ora possiamo solo peggiorare, ma questo grazie a qualcuno
Franzini Lino
Che le montagne si spopolino è fuori di dubbio ma che dietro a questo fenomeno vi sia una regia è sicuramente fantascienza. È un fenomeno globale non riguarda solo noi reggiani accade anche in Francia e in Svizzera . Ci sono comuni in Svizzera che addirittura offrono compensi ai giovani che accettano di trasferirsi in montagna ma purtroppo questo spopolamento pare sia inarrestabile e la causa è che ai giovani piace la comodità della città e non certo perché ai piani alti qualcuno ha deciso così. Per quanto riguarda (ancora) la diga di vetto.. se la scordi! Guardi in faccia la realtà, non si farà mai! E non perché io sono contrario ma proprio perché non interessa a nessuno che conti.
Giovanni
Anche se siamo completamente fuori argomento (ma quando c’è di mezzo il Sig. Franzini la diga di Vetto c’entra sempre, come il prezzemolo!), vorrei aggiungere che per riportare lavoro ed abitanti sulle nostre montagne, io non punterei per niente su una diga (che non verrà mai fatta, e un motivo forse ci sarà). Chi ci garantirebbe che le maestranze sarebbero prese in loco? Vi ricordo che, per posare la fibra ottica sul nostro appennino, sono arrivate imprese dalla Calabria. E poi, una volta finita la diga, dove manderemmo tutti quanti a lavorare? A fare i bagnini sul lago artificiale? O a controllare degli impianti idroelettrici che ormai, con le moderne tecnologie, lavorano praticamente da soli? Io penso che parlare di una diga come la panacea di tutti i mali della montagna sia un’assurdità, per riportare lavoro e vita sulle nostre montagne serve ridare valore agli antichi mestieri, al turismo, all’agricoltura, al parmigiano reggiano, alla pastorizia e all’allevamento, in poche parole alle attività che sono nel DNA del nostro appennino. Questo, almeno per me, è il futuro possibile.
Andrea
Quando il Sig. Giovanni dice che lo spopolamento dei paesi montani è una realtà un po’ ovunque è vero, ma il vero motivo per cui i giovani lasciano i propri paesi montani è la mancanza di lavoro e senza lavoro non si mette su famiglia su queste terre; ma non è così ovunque, il Trentino Alto Adige, dove ho lavorato con Enel per alcuni anni, i paesi montani non si sono spopolati, anzi è il contrario, della montagna hanno fatto la loro ricchezza, ma non sono le loro montagne a produrre ricchezza, le montagne le abbiamo anche noi e sono belle come le loro, la loro ricchezza è l’acqua, in due province hanno 93 dighe, e ogni diga da lavoro, acqua per i frutteti e per il Trentingrana, turismo.e energia elettrica e di ogni Kw di energia prodotta, una percentuale in Euro va ai Comuni, e sono centinaia di milioni di Euro gratuiti per i Comuni; a Reggio Emilia e a Parma neppure una diga, pur avendo il comparto agroalimentare più importante d’Italia; la diga del Paduli al Lagastrello è in Toscana. Ma a Reggio siamo così furbi da buttare via l’acqua di montagna senza produrre energia e spendere milioni di energia per pompare le acque del Po, limpide come quelle di sorgente, verso monte. Queste cose le ho vissute sulla mia pelle e credo che chi non le ha vissute non può comprendere la grande ricchezza che porta una Diga, andate ad Auronzo o al Bilancino e lo capirete; Non ribatto su ciò che dice il Sig, Andrea, dovrei scrivere troppe cose, Spero solo che un giorno i sostenitori del No a tutto comprendano che stanno potando questa valle, che avrebbe la possibilità di sopravvivere e di avere ricchezza, alla fine. L’energia per qualcuno è sicuramente più vantaggioso produrla con il petrolio; chi vende gas e gasolio è padrone del mondo e noi li sosteniamo, siamo proprio bravi.
Franzini Lino
Chi vive in montagna e frequenta queste strade si rende conto del dissesto totale in cui il territorio montano si trova, ma che sorprende è la mancanza di interventi per il ripristino dei dissesti, si fanno passare anni e anni prima di intervenire, come se fosse normale, io credo che una amministrazione di un Comune che non è in grado di far ripristinare i danni quando avvengono, deve dimettersi. Quando ad un cittadino di montagna gli arrivano le tasse da pagare, può dire: io non ho i soldi da pagare, pagherò tra cinque o dieci anni; non credo proprio; il cittadino deve pagare, ma l’amministrazione quando paga facendo fare gli interventi che servono?
Daniele
io sto con franzini
anonimo