“Si tratta di accuse bugiarde e che dissimulano la realtà storica dei fatti”. Così il gruppo Lega regionale replica al presidente uscente della Regione, Stefano Bonaccini, per il quale “la Lega non avrebbe mosso un dito contro la chiusura dei punti nascita in Appennino”.
“Prima di tutto, - attaccano i consiglieri leghisti - la Lega non è mai stata titolare del dicastero della Sanità, nemmeno nella parentesi dei 18 mesi al Governo, pertanto quando Bonaccini dichiara una sciocchezza simile, o è in malafede oppure dimostra di ignorare totalmente l'argomento. Dopodiché, forse il Governatore dimentica quando la sua compagna di partito, Beatrice Lorenzin, allora ministro alla Salute, dichiarò apertamente che “il ministero della Salute non può imporre alcuna chiusura dei punti nascita, che il Comitato nazionale percorso nascite esprime pareri tecnici sulla scorta della documentazioni che gli vengono fornite e che, comunque, tale parere è solo consultivo e soprattutto non è inderogabile”.
"Così come forse Bonaccini non ricorda - si legge nella nota della Lega - più le parole utilizzare dall'assessore regionale Venturi, il quale ebbe a dichiarare testualmente che 'non sarebbe equo mantenere aperti dei Punti nascita'”
Quindi “la chiusura dei punti nascite in montagna, essendo materia di competenza regionale, è solo ed esclusivamente responsabilità di Bonaccini e della sua Giunta” sottolineano i consiglieri del Carroccio.
“Una cosa è certa: quando sarà la Lega a guidare la Regione, finalmente metteremo in campo tutte le misure necessarie per riaprire i punti nascite garantendone i parametri di sicurezza richiesti dal comitato percorso nascite nazionale” concludono i leghisti.
Comune di Chiavenna amministrazione Lega, provincia di Sondrio amministrazione Lega, regione Lombardia amministrazione Lega. Reparto maternità del comune di Chiavenna chiuso con la Lega al governo. Quindi? Serietà signori. Ci vuole della serietà.
Alessandro Torri Giorgi
Al di la’ della ragione polita, perche’arrampicarsi sugli specchi della colpa di uno e dell’altro invece di fare delle serie e approfondite ricerche per dare una risposta a questo tema cosi’delicato.
T.G.P.
Vale per ogni situazione la lotta per la riapertura dei punti nascita. Dove c’è un ospedale non ha senso che lì non nascano i bambini, il nostro senso della vita. Senza Punto Nascita è come essere senza biblioteca, luogo tempo ambiente cultura amore.
Dilva Attolini
Quando penso al bene dei montanari e del territorio, credo che la chiusura del punto nascite di Castelnovo ne’ Monti sia stata la cosa più assurda e inconcepibile che potesse essere fatta, spero solo che l’impegno delle Cicogne serva a far comprendere questa assurdità. I punti nascite non andavano chiusi in base al numero di nascite ma in base ad un servizio da garantire al territorio. A mio avviso, a che serve avere tanti punti nascite a Reggio e a pochi Km da Reggio e non averne uno in montagna?. Comprendo che se i “numeri” definiranno cosa assegnare al territorio, alla montagna toglieranno anche le strade visto che ci passano poche macchine, toglieranno le scuole visto che ci sono pochi bimbi, toglieranno le Poste, toglieranno i Comuni visto i dati anagrafici e avanti cosi; e tanti montanari diranno che va bene così perchè lo dice qualcuno; complimenti a loro, io la penso in modo diverso.
Franzini Lino