Ieri pomeriggio si è svolto a Roma, al ministero della Salute, un incontro che ha visto la partecipazione di una delegazione dell'Appennino Reggiano, per discutere del tema dei punti nascita nelle località montane e delle ipotesi praticabili per riattivare il servizio, chiuso al Sant'Anna di Castelnovo Monti nell'autunno 2017, contestualmente agli analoghi servizi di Borgotaro e Pavullo nel Frignano.
Del gruppo che si è recato a Roma facevano parte il sindaco di Castelnovo e presidente dell'Unione Appennino Reggiano Enrico Bini, il vicepresidente dell'Unione e sindaco di Carpineti Tiziano Borghi, i medici Mario Attolini e Carlo Boni (che è anche capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale a Castelnovo Monti), e l'ex sindaco di Scandiano Alessio Mammi che si è speso per riuscire a organizzare l'incontro.
“La riunione è stata di grande interesse – spiega Bini – e aveva l'obiettivo di capire la posizione e gli orientamenti del nuovo Governo che si è insediato pochi mesi fa. Abbiamo avuto l'occasione di confrontarci con collaboratori del ministro della Salute ma ovviamente è stato informato dell'iniziativa anche il ministro stesso, Roberto Speranza. È emersa un'indicazione molto chiara: se esiste una possibilità di riapertura del servizio a Castelnovo Monti, sulla scorta di quanto avvenuto a Cavalese, questa passa attraverso un progetto sperimentale che sia legato all'appartenenza alla Strategia Nazionale Aree Interne.
Una proposta che sia complessiva per tutto l'ospedale, e non solo per il servizio del punto nascite, che tenga pienamente conto delle caratteristiche attuali del Sant'Anna, delle difficoltà e dei tempi di percorrenza sul territorio appenninico, della dimensione interprovinciale del progetto Aree interne per l'Appennino emiliano. Nell'ambito di questo progetto potrà rientrare una nuova e motivata richiesta di deroga per il punto nascite di Castelnovo. Si tratta, di fatto, di una strada che fin dalla chiusura del punto nascite, due anni fa, avevamo ipotizzato come possibilità per cercare di riattivare il servizio, e oggi arriva la conferma formale da parte del ministero. Ovviamente da parte nostra il cardine di qualsiasi passaggio resterà la piena sicurezza per le gestanti e i bambini, e le notizie emerse nelle ultime settimane in questo senso consigliano una riflessione sul mantenimento di un servizio di prossimità, sul territorio, che possa essere di riferimento per i parti a basso rischio, e parte di un meccanismo di risposta tempestiva anche in caso di emergenze improvvise così da evitare parti al di fuori del contesto ospedaliero, come avvenuto pochi giorni fa nel bolognese. Nei prossimi giorni realizzeremo una bozza di progetto da inoltrare al ministero, che possa essere una base di discussione. Ringrazio Alessio Mammi che ha collaborato in modo determinante all'organizzazione di questo incontro, che speriamo possa portare a passi avanti concreti”.
Speriamo che a riguardo del servizio di fornitura di elettricità gli incontri si organizzino prima della cessazione del servizio…
Antonio D. Manini
Auguri, un miracolo può sempre accadere. Ma Enrico Bini ha fede nei miracoli, ci crede? Non era lui che dal palco del Teatro Bismantova con voce irritata dava lezioni ai cittadini e alle tante donne che dalla platea protestavano? “Siamo noi che ci preoccupiamo della sicurezza delle donne montanare. È più sicuro partorire a Reggio, al Santa Maria …” Sindaco Bini, te lo sei dimenticato? Tu hai appoggiato e approvato la linea del partito che ti ha eletto, la decisione di chiudere il reparto maternità al Sant’Anna, seguendo e applicando la direttiva del governatore Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, del direttore generale Ausl Reggio, Fausto Nicolini, e della giunta PD regionale. Adesso sei pentito?
O è il giudizio imminente del 26 gennaio che ti terrorizza al punto da rinnegare quanto affermavi due anni fa? Se per caso fossi colpito da amnesia, ti segnalo che il dibattito al Teatro Bismantova è stato video ripreso dal sottoscritto. Vuoi una copia della registrazione?
Alessandro Davoli
Consigliere comunale, capogruppo, CASTELNOVO LIBERA
Consigliere Unione Montana dei comuni dell’Appennino reggiano
Io non so se Bini abbia o meno fede nei miracoli, ma io ce l’ho e spero tanto che voi leghisti la smettiate di discutere di questioni politiche importanti sui social media, come se si stesse parlando di gruppi musicali per teenagers. Auspico che le divinità intercedano affinché si ritorni a fare politica in modo serio, da persone serie e nelle sedi opportune. Questo stile di comunicazione, così fuori luogo ma allo stesso tempo, stando ai sondaggi, anche così tristemente efficace, spero ritorni quanto prima prerogativa esclusiva degli adolescenti.
Andrea
Io non riesco a comprendere il perché della “esclusione”, all’incontro romano, dell’ esponente consiliare delle “Cicogne di Montagna”, se le cose sono andate come vengono descritte nell’altro articolo di Redacon, dal titolo ”Punto nascite, Le Cicogne: la giunta castelnovese a Roma non ci ha voluto” – e non sembrano esservi ragioni per dubitarne – anche perché, se la memoria non mi tradisce, ho letto o sentito dire, più di una volta in questi mesi o anni, che la questione “Punto Nascita” è tale da dover essere affrontata in modo quanto più possibile unitario.
P.B. 21.11.2019.
Riguardo al commento del Capogruppo di CASTELNOVO LIBERA, a me sembra che non si possa sviare il discorso, portandolo sulla forma, anzichè restare sulla sostanza, perchè a mio avviso la sostanza qui c’è tutta se stiamo a quanto scrive il Capogruppo in ordine al cambio di opinione del Sindaco sul Punto Nascita montano (e non vi vedo peraltro, almeno qui, uno stile di comunicazione da adolescenti, così fuori luogo, ma forse è uno stile che conosco poco o niente).
Se un ripensamento ci fosse veramente stato, sarebbe interessante, e al tempo stesso importante, conoscerne le ragioni, trattandosi di questione di non poco conto, diversamente il Sindaco dovrebbe smentire le parole del Capogruppo (se ritenesse invece di non dire nulla, potrebbe venir spontaneo iscriverlo tra quanti esprimono le proprie tesi come se fossero “oro colato”, senza poi accettare obiezioni e confronti di sorta).
P.B. 22.11.2019