Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "“Cattaneo-Dall’Aglio”" e Redacon tramite la rubrica "Speakeasy" curata direttamente dagli studenti, dell'anno scolastico 2019-2020.
The victims of the Berlin Wall
We have decided to write this article on the occasion of the 30th anniversary of the fall of the Berlin wall and in memory of its victims.
It’s important to talk about this event as a lesson for the leaders of oppressive regimes because no iron curtain can stop the desire of people for freedom..
First of all, the term “dead of the Berlin Wall” means “people who died from the 13th August to 9th October 1989” in the attempt to get over it.
Most of the victims died because of the guards, who had the order to kill everyone who tried to cross the wall (at least about 138 people died). Others lost their lives after some fatal accident (from about 30 to 40 people).
It is not possible to say how many people were killed because lots of time deaths were cloaked in mystery and families of the victims had to keep silent in order not to face reprisal.
About 138 people died between 1961 and 1989 trying to escape. The number of victims was higher in the first period after the building of the wall. Maybe because after years people tried to escape less or maybe because the level of security was higher.
About five thousand people were able to escape and reach western Berlin.
The first person who died trying to cross the Berlin wall was Ida Siekmann on the 22nd of August 1961. Her home was in Bernauer street, which was the one adjacent to the Wall. It was for that reason that she tried to jump over the wall, but she badly hurt herself and died.
The incident evoked a wave of outrage on the west side of the city.
Neighborhood residents and passersby were shocked. The press reported about it in detail. Following an official memorial service, a wreath was placed in front of the building at Bernauer Straße 48. It bore the inscription: “To the victim denied freedom.” A few days later a monument was erected at the site for Ida Siekmann.
The last person to be killed by the border guards of the Berlin Wall was Chris Gueffroy. He was trying to reach western Germany when a guard shot him. He wanted to become an actor or a pilot but he couldn’t because of the totalitarian regime (known as RDT) under which he was obliged to live. There, no freedom of thought was allowed. By law he was obliged to join the army, but he refused, so as a punishment he wasn’t allowed to go to university. After having worked for many years as a waiter, in 1989 he was forcibly drafted. For that reason he decided to escape with his friend Christian Guadian on the fifth of February 1989. In fact, it appeared that the guards were not permitted to shoot people who were trying to cross the wall any longer. However, that turned out to be fake news. They passed under the Britz channel of Berlin and at midnight they started climbing the wall (which was about 3 meters high); it was at that time that the alarms rang and the guards opened fire, killing Chris and hurting his friend, who was then imprisoned for 3 years. The regime tried to keep the tragedy hidden. However, it was not possible because it became such a shameful story that it fuelled lots of internal protests.
Why did people living in eastern Berlin want to escape and reach the other side? It happened because the eastern side was under a regime that persecuted people: it was repressive, based on terror, and justice was based on violence: the police imprisoned and tortured all citizens considered disloyal to the State.
(Elena Azzolini e Natalia Monti 5R)
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Traduzione.
Abbiamo deciso di scrivere questo articolo in occasione del trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino e delle sue vittime.
È importante parlare di questo evento come lezione per i regimi e i governanti oppressivi perché nessuna cortina di ferro può contenere la volontà delle persone che vogliono essere libere.
Per prima cosa, il termine “caduti del muro di Berlino” indica tutte le persone morte tra il 13 agosto 1969 e il 9 novembre 1989 nel tentativo di oltrepassare il muro.
La maggior parte delle vittime venne uccisa dalle guardie che avevano il compito di uccidere chiunque cercasse di oltrepassare il muro (i morti furono almeno 138) altre persone morirono dopo incidenti fatali (tra le 30 e le 40 persone).
È impossibile dire quante persone siano state uccise perché spesso i decessi venivano tenuti nascosti e le famiglie dovevano mantenere il segreto per evitare rappresaglie.
Circa 138 persone morirono tra il 1961 e il 1989 cercando di scappare.
Il numero delle vittime fu alto nel primo periodo della creazione del muro, probabilmente perché dopo anni le persone smisero di tentare di evadere o forse perché si alzò il livello di sorveglianza.
Circa cinquemila persone furono in grado di scappare e raggiungere Berlino ovest.
La prima persona che morì cercando di oltrepassare il muro fu Ida Siekmann il 22 agosto 1961.
Viveva in un appartamento che si trovava in “Bernauer street”, adiacente al muro. Per questo cercò di oltrepassarlo, ma cadde e morì.
L’incidente provocò un’ondata d’indignazione nel lato ovest della città.
I residenti e del quartiere e i vicini erano scioccati.
A seguito di una cerimonia commemorativa ufficiale, una corona è stata posta di fronte all’edificio di Bernauer Straße 48 riportando l’iscrizione “alla vittima a cui è stata negata la libertà”.
Pochi giorni dopo è stato eretto sul posto un monumento per Ida Siekmann
L’ultima persona ad essere uccisa dalle guardie del muro di Berlino fu Chris Gueffroy.
Stava cercando di raggiungere Berlino Ovest quando una guardia gli sparò. Avrebbe voluto diventare un attore o un pilota, ma non potè a causa del regime totalitario (conosciuto come RDT) sotto di cui era obbligato a vivere ove nessuna libertà o pensiero era permessa.
Per legge era obbligato ad arruolarsi, ma si rifiutò, di conseguenza il regime gli impedì di frequentare l’università.
Dopo aver lavorato per molti anni come cameriere, nel 1989 fu costretto ad arruolarsi.
Per questo motivo decise di scappare con l’amico Christian Guardian il 5 febbraio 1989.
Apparentemente sembrava che non fosse più permesso alle guardie sparare alle persone che cercavano di oltrepassare il muro, tuttavia ciò si rivelò una notizia falsa
Passarono sotto il canale Britz di Berlino e a mezzanotte iniziarono ad arrampicarsi sul muro (alto 3 metri): a quel punto l’allarme suonò e le guardie aprirono il fuoco, uccidendo Chris e ferendo l’amico, che venne imprigionato per tre anni.
Perché le persone che vivevano nella Berlino est volevano fuggire e raggiungere l’altro lato del muro?
Accadeva perché Berlino est era governata da un regime che perseguitava le persone: era repressivo, basato sul terrore e la giustizia era basata sulla violenza: la polizia imprigionava e torturava tutti i cittadini considerati sleali allo Stato.
(Elena Azzolini e Natalia Monti 5R)