Domenica 27 ottobre a Corneto, all’arrivo del vescovo Massimo per la visita pastorale, sembrava proprio di essere ritornati a un tempo passato. Un sole quasi primaverile illuminava l’alto campanile di Giacomo Ceccati e dalla gente del paese, radunata in un’ordinata fila sulla piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale, è partito un lungo applauso per accogliere il pastore della Diocesi. L’aria era quella della festa, come succedeva tempo fa dicevamo, la gente indossava il vestito buono e sorridente stringeva la mano di monsignor Massimo, sotto lo sguardo soddisfatto del parroco don Giancarlo Bertolini, orgoglioso nella sua talare nera.
Finiti i saluti, tutti in chiesa per recitare l’Ora media; nel prendere la parola il Vescovo si è detto commosso dalla bella manifestazione di affetto, segno evidente che la Fede in questa terra è molto radicata, ed ha invitato a continuare a diffondere ai propri figli e ai propri nipoti quella perla preziosa così ben descritta in tante parabole del Vangelo.
Per la cronaca, la visita pastorale era partita il pomeriggio del sabato precedente con l’incontro, nell’antica chiesa di Massa, con i bambini del catechismo, accompagnati dai genitori e dai loro catechisti. Le tante domande rivolte a monsignor Camisasca hanno consumato in breve il tempo a disposizione; i giovani delle parrocchie, radunati nell’oratorio di Toano, aspettavano per raccontare al Vescovo le loro esperienze vissute sotto la guida di don Giancarlo Denti e per ascoltare i suoi suggerimenti.
Ancora in macchina a percorrere le belle colline della zona per raggiungere la comunità di Cavola, ed incontrare le realtà caritative dell’unità pastorale e per recitare i Vespri. Ormai scendeva la sera, con il suo freddo che invitava ad indossare un giaccone; la comunità di Quara si era raccolta in chiesa per la Messa concelebrata dal parroco, da don Alpino Gigli, da don Lealdo Antichi e da don Giancarlo Denti, gli indispensabili aiuti per l’esercizio del ministero pastorale di don Bertolini in questa unità pastorale che comprende le parrocchie di Toano, Cavola, Cerrè Marabino, Corneto, Costabona, Macognano, Manno, Massa, Monzone, Quara, Secchio e Vogno. Restava il tempo per una rapida cena e un breve riposo prima di iniziare l’assemblea pastorale nell’oratorio di Toano.
La comunità è stata presentata da Silvia Razzoli, che molto sinceramente e in modo diretto, consuetudine montanara si dovrebbe dire, nel dare il benvenuto al Vescovo ha esordito dicendo che non leggerà la relazione, in modo da lasciare posto alle tante domande che nascono dai cuori delle comunità.
Ben presto è stata una di queste, forse la più importante, ad essere sottoposta a monsignor Massimo, perché la popolazione della montagna è, lo dicevamo prima, schietta, sincera e diretta: come fare per tenere aperte le chiese del territorio quando manca la Messa festiva?
L’incontro domenicale all’ombra del campanile è infatti un momento fondamentale per le comunità che, dopo i giorni passati altrove per lavoro, si radunano sul sagrato.
Non sarebbe possibile allora, così è continuata la domanda, aprirle almeno alla Liturgia della Parola guidata da un rappresentante incaricato dal parroco? La risposta del vescovo Massimo è arrivata allo stesso modo della domanda: diretta, schietta e sincera.
Niente può sostituire la Liturgia eucaristica festiva celebrata dal sacerdote, momento fondante e sorgente della Fede di ogni battezzato. Tutti i nostri sforzi devono essere rivolti affinché le chiese rimangano aperte per momenti di preghiera settimanali - ha continuato - come già espresso nell’omelia dello scorso 8 settembre in Ghiara, ma niente potrà dare forza e vigore ad una comunità di fedeli come il partecipare alla celebrazione festiva della santa Messa.
Proprio questo momento, la solenne celebrazione della domenica nella chiesa di Toano strapiena di fedeli, ha fatto capire a tutti quanto siano state importanti e vere le parole del nostro Vescovo.
(Giuseppe Maria Codazzi - La Libertà, edizione 06/11/19)