La globalizzazione ci permette di acquistare con un semplice clic sul pc qualsiasi bene di cui abbiamo bisogno. Un vestito, un telefonino, un paio di scarpe e anche oggetti più ingombranti come frigoriferi, computer e altri attrezzi per la casa.
Ogni giorno, anche nella nostra montagna, decine di fattorini e pony expert Amazon, leader mondiale del commercio elettronico e non solo, viaggiano sopra i loro furgoncini e consegnano pacchi ai legittimi proprietari per tutto il crinale.
Una pratica non più sostenibile per i piccoli commercianti dell’Appennino che hanno costi maggiori, soprattutto di trasporti e di logistica. “C'è da sottolineare - denuncia Nadia Vassallo, presidente Confcommercio di Castelnovo ne’ Monti - un aspetto educativo dei vari istituti che insegnano la valorizzazione del proprio territorio e delle tradizioni. Con le scelte fatte sinora, si penalizzano i propri operatori commerciali e intere filiere locali”.
La grande beffa, infatti, è che, nonostante i guadagni milionari, Amazon e tutte le grandi società del web, pagano una parte esigua di imposte all’estero, in particolar modo nell’Unione Europea. Per rimediare a questa situazione gli stati hanno proposto da tempo l’introduzione di una web tax, ma far approvare una proposta del genere è molto complicato.
Il colosso dell’e-commerce, ad esempio, ha sede legale in Lussemburgo ed è in questo modo che riesce a garantirsi enormi guadagni grazie al regime fiscale agevolato.
“Gli operatori commerciali locali - conclude Vassallo - pagando le tasse sostengono di fatto i Comuni. Amazon non paga tasse e quindi può permettersi di pensare a qualche escamotage per mantenere e implementare clienti, camuffati da beneficenza”. L’invito è quello di riflettere sul futuro del nostro territorio quando facciamo acquisti di beni online, anche in previsione degli acquisti per il prossimo Natale, poiché ogni tanto la scelta più conveniente non è quella più saggia. “L'importanza del comprare sul territorio è anche per mantenere posti di lavoro e strade e piazze illuminate, in ordine e più sicure”.
Pienamente d’accordo sul fatto che i giganti del web non pagano le tasse, dovrebbero farlo esattamente come ogni altra azienda.
Il consumatore ha però il sacrosanto diritto, in piena libertà, di acquistare come e dove vuole.
Credo che per le piccole realtà artigianali di qualità che risiedono nel nostro appennino il web possa essere una grande opportunità per vendere i nostri prodotti in tutto il mondo.
Luca Belli
Tutto giusto e tutto condivisibile, però come da Lei detto nelle premesse, siamo nel “mercato globale”, e con i pochi soldi disponibili, e soprattutto i giovani, più degli anziani, vuoi per abitudine all’utilizzo dei computer, smartphon ecc, vuoi per il poco tempo che hanno a disposizione se lavorano, vuoi perchè non educati all’acquisto nel negozio sotto casa, utilizzano massivamente il WEB.
si parla tanto di Appenninio biodiversità ecc.ecc. sarebbe opportuno, a mio parere rieducarci tutti ad un nuovo andamento lento e alla valorizzazione davvero dei piccoli negoz e delle eccellenze del nostro territorio.
A questo proposito anche eventualmente come possibilità di nuovo lavoro, perchè non proporre ad una cooperativa di giovani locali, la gestione on line dei negozi che abbiamo in appennino, compreso il servizio di recapito della merce acquistata?
Massimo Bonini
È un tema molto complesso. Le vendite on line sono giuste e auspicabili e molti commercianti dell’ Appennino sono più che al passo coi tempi, pagando regolarmente le tasse sulle loro transazioni La critica è essenzialmente contro i giganti del web con sedi nei paradisi fiscali e comunque non in italia. Il progetto di cui Lei parla, pensato e sviluppato da un commerciante di Castelnovo è già oltre la fase progettuale ed è stato anche presentato in un incontro in comune.
Nadia Vassallo
Nadia Vassallo
Penso che la signora Nadia Vassallo debba chiedersi come mai la la gente si rivolge sempre piu ai siti on line per fare acquisti e non si rivolge piu di frequente ai negozianti di Castelnovo……… sicuramente anche lei qualche volta avra’ fatto acquisti su Amazon…………………….
Gianni
Bisognerebbe tassare il commercio elettronico e allo stesso tempo diminuire le tasse ai commercianti che aprono negozi tradizionali, penso soprattutto a quelle sul lavoro dipendente, per riequilibrare il sistema. Amazon crea solo un monopolio in cui i produttori arrivano direttamente al consumatore finale, saltando sia i distributori all‘ingrosso che i rivenditori al dettaglio, distruggendo così filiera e posti di lavoro. Tempo fa mi era stata proposta questa piattaforma come un’opportunità, provandola mi sono reso conto dell’assurdità del sistema: l’unica discriminante per vendere è il prezzo, con commissioni nel mio settore merceologico (informatica) pari a circa il 70% del margine lordo che applico in negozio. Se vogliamo tutelare il nostro benessere come comunità dobbiamo tassare più equamente fenomeni come questo altrimenti finiranno per schiacciare il piccolo commercio.
Francesco Cristofori
Ma scusate eh… Non sarebbe abbastanza abbassare le tasse alle attività locali per renderle concorrenziali in questo mercato, in modo che eventualmente abbiamo anche loro la possibilità entrare in questo mercato globalizzato, invece di aspettarsi una fantomatica responsabilità sociale che tanto sappiamo tutti non arriverà mai?
Inoltre se i colossi dell’e-commerce possono permettersi di evadere così tanto, è perché c’è chi glielo permette.
Davide
Quando si invoca la “saggezza” del consumatore per sostenere il commercio locale, significa che il commercio locale ha già un piede nella fossa.
Purtroppo, in pochissimi riescono a vedere le opportunità del web e quasi tutti si concentrano sui rischi.
Amazon non è più solo un e-commerce, Amazon, pezzo dopo pezzo, si sta mangiando anche i negozi fisici, è solo questione di tempo.
E quando arriverà Google Shopping, molto presto, esso sarà ancora più pervasivo di Amazon. Sconvolgerà letteralmente le modalità di acquisto online ed anche offline.
Eppure, tra i tanti rischi esistono anche enormi opportunità, si tratta solo di vederle, e vederle per tempo.
Animapixel di Roberto Sala
Io nel periodo natalizio farò acquisti su Amazon, su eBay e nei negozi della pianura. Sono montanaro ma mi terrò lontano il più possibile dai commercianti del nostro territorio che con la scusa-bugia dei maggiori costi di gestione da decenni tengono i prezzi più alti approfittando del fatto che molti non possono recarsi fino alla città per pagare di meno. Io ho lavorato fino a poco fa nella logistica e so bene che chi rifornisce i commercianti non applica tariffe differenti di consegna a secondo della zona tranne che per le isole ed inoltre aggiungo che è vero si che alcune piattaforme dell’e.commerce godono di trattamenti fiscali agevolati ma è anche vero che danno la possibilità a molti piccoli commercianti di vendere i loro prodotti.
Il mondo cambia e se gli operatori locali vogliono sopravvivere si adeguino e soprattutto adeguino i prezzi.
Giovanni
Eh sì, Giovanni ha in parte ragione. La realtà è che on line paghi un articolo 5, in pianura 8, in montagna molte volte 13. Sarà anche zona disagiata, tasse (che pagano anche in pianura), ma il sospetto di un ricarico eccessivo molte volte è legittimo.
MA
Pienamente d’accordo con il signor Giovanni !!!
MB
Sarebbe il caso di domandarsi come mai tante persone fanno acquisti on-line e io sono una di quelle. I motivi possono essere tanti. Si ha meno tempo, è comodo pagare con una prepagata oppure contrassegno, ricevere comodamente a casa la merce ordinata e quant’altro. Trovo Castelnovo un paese molto caro. Viene frequentemente data la colpa agli affitti molto cari (?) ma ho avuto modo di constatare che anche i negozi di proprietà applicano prezzi quasi proibitivi. Molto spesso, per non dire quasi sempre, si entra in negozio e non si riesce ad acquistare ciò di cui si ha bisogno. Ti rispondono che “non c’è”, “è finito”, “lo ordino torna il tal giorno” ma poi il “tal giorno” ci torni e non c’è ancora. Insomma occorre ritornare in negozio almeno due, tre volte. Senza parlare poi del “non lo fanno più” per poi scoprire on-line di poterlo acquistare per giunta a minor prezzo. On-line si trova tutto in pochissimo tempo senza dover girare a vuoto. Occorre tenere presente che oltre Castelnovo ci sono tanti paesi e gli abitanti non possono fare la spola per trovare quello che cercano. Meglio andare magari una volta al mese in città oppure fare acquisti in Internet. Sia in Italia che all’estero ci sono tantissimi negozi che oltre a vendere al minuto vendono anche on-line. Forse dovrebbero aggiornarsi anche i negozi di Castelnovo. Naturalmente non ne faccio di tutta un’erba un fascio, anch’io frequento alcuni negozi in paese perché soddisfano le mie esigenze, ed è proprio per rispetto a questi negozianti che non metto la firma. Questa è la mia esperienza.
commento firmato
Concordo con Nadia, un po’ meno con i vari punti di vista che seguono.
Certamente siamo tutti liberi di acquistare dove vogliamo, ci mancherebbe altro! Però vogliamo ammettere che esiste qualche ingiustizia o no? Mi concedo la mia cretinata, ma prima di fare questo così blasonato “mercato globale”, quando ci dicevano che tutti ne avremmo guadagnato, non era più logico mettere qualche paletto ben piantato? Invece tutto è libero, poi ogni tanto qualcuno si sveglia e dice a questi signori delle multinazionali, mi viene tanto di tasse…ma guarda…sorpresa…poi contrattano, poi (ho qualche dubbio) versano una minima parte di ciò che hanno guadagnato e tutto si aggiusta così a rose e fiori! Altro che manette agli evasori! Ma scusate, non dico di agevolare i più piccoli, ma si chiede troppo se almeno si mettessero regole uguali per tutti, piccoli e giganti e soprattutto le facessero rispettare? Ogni Governo del nostro paese presente e passato hanno promesso la lotta alla evasione. Tot miliardi di “recupero dall’evasione”, ormai non ci crede più nessuno! Invece al contrario, chissà perché, le spese, le tasse e gli obblighi aumentano sempre di più! Ma forse per qualcuno è giusto così, concorrenza sleale e spremere all’inverosimile i più piccoli facendoli chiudere, così le multinazionali e i centri commerciali avranno mano libera. Mano libera di creare una sorta di monopolio per i pochi. Liberi di dettare le regole a chi produce. Liberi di dettare le regole ai vari Governi. Liberi di sfruttare i dipendenti che ci lavorano. Liberi di sfruttare i corrieri con un minimo di pacchetti da consegnare nelle più sperdute stradine. Liberi di non pagare tasse. Liberi di rifugiarsi nei paradisi fiscali. Liberi di sfruttare la povera gente dei paesi terzi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, fabbriche e fabbrichette chiuse, si vedono molti negozi chiusi, ecc., tutti contenti? Sarebbe troppo chiedere per noi, umile gente che lavora, almeno di semplificare di parecchio gli adempimenti fiscali contorti e la burocrazia che nel tempo i nostri governanti così operosi si sono inventati e stratificati? Ammetto che la vendita on-line è un ottimo e moderno sistema, ma così come siamo messi, salvo qualche eccezione, non vedo la grande opportunità delle piccole realtà artigianali di vendere il loro prodotto in tutto il mondo con il regime fiscale cervellotico che solo noi abbiamo e la burocrazia che dobbiamo digerire. Siamo penalizzati anche dal tema ambientale che ora và molto di moda. Però, piccola osservazione, il trasportare allegramente la merce da un continente all’altro, i furgoncini che girano avanti e indietro in ogni sperduta stradina, il recarsi in città per la spesa, non mi sembra poi tanto ecologico! Poi lascio educatamente ad ognuno la propria convinzione, io mi tengo la mia. Scusate se ho mangiato pesante!
elio bellocchi
E’ abbastanza probabile che nelle parole della presidente Confcommercio di Castelnovo Monti si riconosca più d’uno tra quanti erano abituati ai negozi di vicinato, e al “relazionarsi” che ne discendeva, ma senza abbandonarsi troppo ai “sentimentalismi” a me sembra che, giunti a questo punto, siamo chiamati o indotti a chiederci quale sia il modello di società verso cui vorremmo e scegliamo di andare.
Domandarci cioè se sposiamo senza riserve la via della globalizzazione, che non è certo priva di vantaggi, almeno per determinati aspetti, o se invece non ci imbarazza il definirci un po’ “sovranisti” e campanilisti, non tanto perché vedremmo bene una sorta di autarchia, ma come forma di bilanciamento rispetto alla globalizzazione, nel senso di mettere in atto quegli strumenti che ci permettano di non esserne “travolti”.
Ci rendiamo tutti conto delle difficoltà che incontrano molte delle attività commerciali montane, per una pluralità di cause e concause, e se come comunità abbiamo interesse a che non “chiudano i battenti” dobbiamo adoperarci affinché ciò non succeda, e le Istituzioni darvi a loro volta sostegno attraverso, io credo, la strada delle agevolazioni fiscali (attuabile in diverse forme, e che mi sembra essere quella più diretta).
Diversamente dovremo forse rassegnarci all’idea che il numero dei nostri esercizi commerciali vada via via diminuendo, con annessa perdita di occupazione, e forsanche a quella di vedere i nostri abitati trasformarsi in una sorta di “quartieri dormitorio”, il che per qualcuno può andare anche bene, specie a chi è piuttosto indifferente al mantenere un certo tipo di tessuto sociale (salvo il non ritrovarsi poi a dolerci per averlo perduto).
P.B. 28.10.2019