Roberta Filippi, da molti amici conosciuta come Susy, e il marito Giancarlo Terzi, originario di Fabbrico, hanno realizzato un progetto al quale entrambi tenevano, trovare un luogo che accomunasse le rispettive passioni: per lei la montagna, per lui il fiume. Quale scelta migliore di antichi caseggiati in Appennino situati lungo un torrente?
---
Roberta, da Casina a Macognano di Montefiorino: com’è andata?
L’Appennino è nel mio Dna, non solo perché ci sono nata, ma soprattutto perché ogni giorno ne apprezzo sempre di più le meraviglie naturali e storiche. Il mio legame non è per un luogo particolare, ma per tutti gli aspetti dell’ambiente e del paesaggio, anche con gli interventi dell’uomo che a fatica ha abitato e abita questi luoghi. Poi Montefiorino con la sua “repubblica partigiana” riveste per me un fascino particolare! E quando dei carissimi amici ci hanno fatto conoscere la valle del Dolo, io e mio marito ce ne siamo letteralmente innamorati ed abbiamo acquistato nel 2012 il vecchio mulino di Macognano ormai da anni abbandonato.
Giancarlo, da cosa è nata l’idea di un agriturismo in un punto abbandonato, frequentato se non di passaggio?
L’idea è nata progressivamente: partendo dalle suggestioni del luogo, dai paesaggi che non conoscevamo benissimo ma che abbiamo visto trasformarsi con le stagioni, i colori, i rumori; su tutti uno, quello del torrente Dolo che abbiamo visto cambiare, a giorni placido, a giorni tranquillo, a giorni più impetuoso.
Il progetto di costruire un agriturismo è nato dal desiderio di condividere queste suggestioni: abbiamo pensato che chi vive e lavora tutti i giorni in città, nel pieno della frenesia quotidiana, può venire qua, prendersi una pausa e disintossicarsi.
È incredibile pensare che siamo a un’ora d’auto dalla via Emilia, a mezz’ora da grandi zone industriali (distretto ceramico) ed è proprio questo contrasto che ne esalta le peculiarità, le caratteristiche di “detox zone”.
Abbiamo voluto inoltre valorizzare la nostra, chiamiamola così, passione per le iniziative culturali ed artistiche. Abbiamo avuto come ospiti artisti, musicisti in particolare, che ne hanno apprezzato la tranquillità e il raccoglimento necessari per scrivere e comporre musica. Proprio per i nostri interessi culturali che vogliamo condividere ci siamo dotati anche di un “palco” dove organizziamo presentazioni di libri, concerti ed eventi.
In quali condizioni si trovava il posto quando l’avete acquistato?
I locali erano ancora sufficientemente conservati, nonostante anni di abbandono, ma siamo arrivati appena in tempo; inoltre, c’erano stati diversi episodi di vandalismo e il vecchio proprietario, descritto dagli abitanti della zona come un soggetto quantomeno “originale”, aveva accumulato un quantitativo notevole di cose di vario genere, per cui è stato necessario un consistente lavoro di sgombero per il quale ci hanno aiutato diversi amici e i nostri figli Andrea e Alessandro. Il lato positivo è che ci siamo trovati un buon numero di oggetti vintage da poter riutilizzare nella nostra opera di ristrutturazione, anche cose curiose.
I lavori di ristrutturazione hanno impiegato più tempo del previsto?
Il lavori sono stati fatti a step: in una prima fase molti lavori sono stati fatti in autocostruzione, principalmente per mettere in sicurezza gli stabili, poi abbiamo coinvolto delle imprese locali. La ristrutturazione si è evoluta insieme al progetto di agriturismo: prima, azienda agricola, e successivamente è nata l’idea dell’ospitalità.
Le difficoltà maggiori riscontrate?
Le non poche difficoltà erano legate agli aspetti strutturali degli immobili, che hanno richiesto interventi pesanti per essere prima messi in sicurezza e poi resi abitabili. Abbiamo sempre privilegiato scelte che rispettassero l’architettura locale e lo spirito del luogo, con qualche piccola incursione nel contemporaneo, come la prevalenza degli open space, e sempre con grande attenzione al risparmio energetico e all’ambiente. Infatti, ci siamo dotati fin da subito di pannelli solari per l’acqua calda e successivamente di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Anche gli aspetti burocratici sono stati piuttosto complessi!
Quelle che devono ancora venire… Scherziamo: siamo appena partiti, l’agriturismo è stato inaugurato a maggio, e se siamo qua è perché abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo, abbiamo messo tutto noi stessi, ciò che siamo, il nostro bagaglio culturale e, forse esageriamo, anche sentimentale.
Le più grandi soddisfazioni per ora sono gli ospiti che vengono e condividono, anche solo per pochi giorni, il nostro mondo, apprezzando lo spirito del luogo, la tranquillità, i silenzi, il cambio di ritmo dei giorni.
Ogni tanto, scherzando, ci diciamo che è come essere sull’orlo di Gargantua, il buco nero descritto nel film “Interstellar”, dove il tempo scorre molto più lentamente.
Avete fatto scoperte particolari nei caseggiati durante i lavori?
No, non ci sembra, attrezzature arcaiche più che altro, che danno l’idea di come si lavorava una volta la terra da queste parti. Poi siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal fatto che, sotto tutte le cianfrusaglie di cui parlavamo prima, abbiamo trovato intatte le attrezzature del vecchio mulino: pale, tramogge, diversi setacci ecc. che sono molto utili ed esemplificativi soprattutto durante le edizioni delle “fattorie aperte”, per mostrare a livello didattico ai bambini e alle loro famiglie come funzionava un mulino ad acqua e il percorso del pane. Abbiamo anche un vecchio metato che vorremmo ristrutturare e valorizzare con il percorso della castagna, ma con calma... nei prossimi anni, perché l’impegno economico è stato davvero importante.
Che servizi offre il vostro agriturismo?
Sostanzialmente abbiamo due alloggi indipendenti, dotati di tutti i comfort per ospitare famiglie o piccoli gruppi di amici; possibilità di cuocere nel forno a legna, spazi esterni per pranzare e rilassarsi, la disponibilità di alcune biciclette per i più sportivi e ci stiamo organizzando per poter offrire, dalla prossima stagione, la ricarica delle e-bike ed anche delle auto elettriche.
Poi ci sono gli eventi che organizziamo, non solo culturali ma anche naturalistici ed enogastronomici: degustazioni di prodotti del nostro orto e locali, visite con esperti al “vulcanetto” di Macognano, alle acque salate di Quara o alle gole del Malpasso, a pochi passi dal nostro agriturismo. Disponiamo inoltre della convenzione per visitare il Museo della Resistenza di Montefiorino e ci troviamo nelle vicinanze delle importantissime Pievi del periodo matildico di Rubbiano, Toano e Frassinoro ed alle vie medievali dei pellegrini, dalla Bibulca alla Via Matildica del Volto Santo da Mantova a Lucca.
Chi ha scelto il nome Podere Operaio?
Tutti e due: c’è un evidente gioco di parole che ci rimanda ad un periodo storico e politico, ma non solo, c’è anche ironia e soprattutto per noi c’è il richiamo forte a riprenderci i nostri mezzi di produzione, con le nostre mani e con la nostra testa e un rimando forte ai valori, di pace, libertà, uguaglianza, condivisione e rispetto dell’ambiente nei quali crediamo fortemente e che, nel nostro piccolo, cerchiamo per quanto possibile di praticare.
In zona forse non siete ancora molto conosciuti, volete indirizzare qualche saluto o invito agli abitanti del circondario?
Certo, da noi le porte per gli ospiti sono sempre aperte, per visitare il vecchio mulino o anche solo per fare quattro chiacchiere e prendere un caffè in compagnia.
Potete seguire gli eventi che organizziamo sul nostro sito www.podereoperaio.it o su Facebook e Instagram #podereoperaio.
(I.C.)