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La lettera: “Dico questo perché nessun’altra mamma viva condizioni simili”

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Riceviamo dal Comitato Cicogne di Montagna - cfr nota sotto - e pubblichiamo la lettera a seguire.

 

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Scrivo questa lettera perché altre donne non passino quello che ho vissuto io.

Sono stata seguita dal consultorio a Castelnovo per le mia prima gravidanza; le ecografie previste dalla Regione sono tre.
Durante l’ultima prevista mi è stato detto che il mio bimbo era più grande del previsto quindi ne ho fatta un’altra. Durante quest’ultima la testa del mio bimbo è stata definita “grossa” quindi mi hanno detto di aprire la cartella a Reggio alla 38esima settimana di gravidanza anziché alla 40esima. Così faccio, durante l’ecografia di rito mi viene ribadito che il mio bimbo ha la testa grossa. Io chiedo un cesareo, di firmare... “Assolutamente no” è la risposta. Perché è nei parametri e io sono stata definita una ragazza alta quindi perfettamente in grado. La soluzione è farsi ricoverare il giorno dopo per fare un’induzione.

Mi reco a Reggio in ospedale con la richiesta, in cui però non viene specificata la famosa “testa grossa” come motivo di induzione. Faccio la visita, eco, tracciato e richiedo nuovamente invano un cesareo. “Mi dispiace oggi non abbiamo sale parto libere o torna giù domani per l’induzione o si fa ricoverare e aspetta si liberi una sala”, ovviamente lamento il fatto di venire da Castelnovo ne’ Monti e che la fatica è tanta a 38 settimane, ma a loro non interessa.

Decido di farmi ricoverare, vengo messa in una camera da 4. Mi viene detto che non sapranno quando avranno libera la sala. La sala viene liberata alle 23.30 è così inizia la mia induzione di notte con una fettuccina dopo aver firmato per essere indotta. La fettuccina deve essere tolta entro 24 ore circa così la notte dopo vengo nuovamente indotta con gel. Tutto ciò di notte, partono le contrazioni artificiali, non ho forze, vengo da due notti in bianco e il dolore è sempre più forte.

Richiedo il cesareo, nuovamente invano. Spingo invano per un’ora, il mio bimbo è in posizione ed è pronto per uscire ma ha la testa troppo grossa per passare. È necessaria la ventosa. Il risultato è che finalmente nasce, esce nero sofferente con due bernoccoli in testa che dopo due mesi sono ancora presenti. Il cesareo non poteva più essere fatto perché il mio bimbo era sceso troppo, così ho subito lacerazioni e un taglio importante. Esco dalla sala parta con la gioia di aver dato alla luce il mio bimbo e con tantissimi punti (definiti dalla dottoressa come “non contabili” per rendere il concetto).

Non ho forze, vengo spostata in un’altra camera da 4 con un unico bagno. Dopo un parto specialmente difficile come è stato definito il mio, non è gradevole condividere il bagno con sconosciuti visto le abbondanti perdite che avevo.  In tutto ciò il papà non può rimanere alla notte, perché ovviamente nelle camere da 4 ci sarebbe troppo affollamento quindi il bambino mi viene lasciato. Ma io non ho le forze per alzarmi da letto, non sto bene.  Non riesco neanche ad allattarlo perché il mio corpo non era evidentemente pronto a 38 settimane quindi non vogliono dimetterci come da prassi due giorni dopo perché il mio bimbo ha la glicemia bassa. Questo è il risultato dovuto al fatto che non uscendo latte dal mio seno il bimbo non mangia nulla. Lo faccio presente, non vogliono darmi l’aggiunta ne’ dimettermi. Spiego che voglio andare a casa non me la sento di fare un’altra notte da sola, non ho forze. Una degenza terribile.

Alla fine convinco i medici a darci l’aggiunta e le dimissioni. Arrivo a casa ma porto i segni evidenti. Il latte non mi arriva, mi viene detto che è a causa del parto difficile. Non riesco a stare in piedi, non riesco a stare seduta, ho perdite ingenti, ho persino la nausea dal male e un bimbo da crescere che non riesco nemmeno a tenere in braccio visto il dolore.

Noleggio un tiralatte per sollecitare l’arrivo del latte, un bel sacrificio. Il mio bimbo è nervosissimo, questi bernoccoli gli danno noia, colpa del parto difficile mi viene ribadito. È sempre colpa del parto difficile, il fatto che non avessi il latte, il mio dolore, il dolore del mio bimbo tutto perché? Per risparmiare un cesareo. Beh noi avremmo potuto invece risparmiarci tutto questo. A quasi due mesi un bernoccolo è tuttora evidente e il nervosismo è sempre presente, io sono ancora una donna non a tutti gli effetti autosufficiente.

Ho scritto questa lettera perché non possiamo essere considerati numeri, siamo persone. Il dolore è normale, nel mio caso è stato una sofferenza enorme. Tutto evitabile. Ma i costi sono più importanti e che non mi senta dire che i tempi di ripresa del cesareo sono maggiori o che è un’operazione.

Io non sono un medico, ma ho vissuto sulla mia pelle un dolore che non auguro a nessuno. Siamo persone non dimentichiamolo e soprattutto non possiamo tacere certe mancanze.

Una mamma

 

Questa lettera  ci è stata inviata da una persona che conosciamo e di cui preserviamo l'identità. Dal racconto della vicenda risulta non essere stata rispettato il diritto di scelta della donna di decidere se fare o meno il cesareo e forse di questo diritto  non è nemmeno stata informata. Non vorremmo che il servizio pubblico fosse stressato dai troppi indicatori da perseguire  come quello indicato nell'Accordo Stato Regioni del 2018 che raccomanda un numero di cesarei inferiore al 25% negli ospedali con più di mille parti e sotto il 15% in quelli sotto i mille. Protocolli e statistiche non possono avere la precedenza sul singolo caso umano.

Comitato Salviamo le Cicogne 

5 COMMENTS

  1. Come si dice?? nulla di nuovo dal fronte.
    Ma stiamo sereni, il nostro governatore, si è recato a Roma per il Punto Nascite di C. Monti.
    Dopo aver letto questa lettera l’unca parola che mi esce è vergogna; Che dovrebbero provare tutti i responsabili per questo stato di cose.
    alla neo mamma ed al piccolo vanno i miei auguri di una veloce ripresa e di una serena crescita.
    Ai responsabili ed ai vertici Usl …… meglio un: no comment.

    m.b.

    • Firma - m.b.
  2. Piena solidarietà alla Mamma!Poi ci si lamenta se le donne della montagna e dell Italia piú in generale fanno meno figli?! Lavori precari e mal pagati”Quando si trova”bollette a non finire e una sanità che tende al risparmio dei costi….Ecco alcune delle cause della diminuita natalità!!Poi se si fa finta di non vedere non sentire ecc…

    Andrea

    • Firma - Andrea
  3. Sono qui davanti alla porta serrata delle sale parto del Santa Maria.
    Mia figlia sta per partorire il secondo pargolo.
    Naturalmente non posso entrare, ovviamente nessuno mi dice come vanno le cose, nessuno conosce nessuno.
    Suono un campanello ma non mi risponde nessuno.
    Per un attimo penso di telefonare al direttore della Neonatologia, collega ed amico per chiedergli di passarmi qualche informazione.
    Naturalmente non lo faccio per ovvie ragioni.
    Ho tempo così per pensare.
    Le donne della montagna devono decidere da sole quando andare in ospedale a partorire perché è giunta l’ora, devono scegliere loro se qualcosa non va e partire per Reggio oppure no perché è tutto normale.
    Poco male: 1 o 2 ore di macchina col
    pancione e quell’ansia feroce che ti attanaglia fra le curve è ben poca cosa a fronte di questo bell’ospedalone di pianura.
    Così ripenso ai viaggi al Ministero per spiegare che gli ospedali di montagna sono differenti, che depotenziarli vuol dire scacciare le persone e mettere a rischio la pianura, che il nostro punto nascita aveva il diritto e il dovere di rimanere aperto.
    Nessuno ha voluto ascoltare, ma non dobbiamo assolutamente rinunciare a alle nostre sacrosante ragioni.

    Carlo Boni

    • Firma - CarloBoni
  4. Post che ho inviato alcuni giorni fa sulla violenza ostetrica su altro sito…..interessante anche i post con relative risposte con AGENAS che sono sul mio FB….. quello che si intravede è solo la punta dell’iceberg…..:”..Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico”….., il numero di parti per via chirurgica (necessario in casi d’urgenza) risulta invece routinario ed eccessivo … sia secondo il Ministero della salute che per l’Osservatorio sulla violenza ostetrica in Italia..” …AGGIUNGEREI tra la più brutale VIOLENZA OSTETRICA anche un cesareo necessario trasformato in parto “naturale operativo” con pacchetto completo (ventosa, kristeller, ossitocina e episiotomia) per la lotta alla stupida riduzione dei cesarei, soprattutto del primo cesareo. Una volta subita una tale violenza e provocata incontinenza anale e urinaria per danno al pavimento pelvico, inemendabili, la donna rimane distrutta per sempre sia a livello anatomico/funzionale che psichico sviluppando un DPTS. Negare un cesareo dove è necessario va oltre la violenza ostetrica verbale perchè i danni provocati rimangono per sempre e vengono rinvigoriti ogni volta che si deve correre al bagno e ogni volta che si vede una donna incinta o un bimbo. Io per questo ho denunciato nelle sedi preposte e sono in causa da sette anni, ma quante donne pensando di aver subito un cesareo non dovuto hanno avuto dei danni e pertanto hanno denunciato nei tribunali? Perchè si fa una lotta contro il cesareo e non si danno informazioni alle donne dei danni da naturale o di quei parti venduti come naturali che nulla hanno di naturale? Perchè le associazioni combattono per il naturale a tutti i costi e si tenta di impedire di partorire con un cesareo per scelta? Finchè ci si scaglierà contro il cesareo, ritenuto da alcuni ginecologi, uroginecologi e neonatologi (ancora in ombra per paura) il parto più sicuro per la diade madre feto, si farà il gioco di coloro che vogliono imporre un’ideologia favorita dalla politica e da chi vorrebbe ancora non considerare la donna come un entità pensante e autodeterminato che può e deve scegliere per la propria salute ma considerala sempre un contenitore usa e getta. Libertà è informazione totale e poter scegliere che tipo di parto si vuole: naturale vaginale, operativo addominale (cesareo), operativo vaginale (ventosa e pacchetto completo) previa informazione completa e co tanto di consensi scritti. Vi siete mai chiesti perché per il cesareo richiedono consenso scritto mentre per l’operativo vaginale no? Chi di voi direbbe fatemi un operativo vaginale con il rischio di rimanere incontinente a vita e danni al pavimento pelvico in percentuale altissima quando lo si deve informare che l’alternativa è il cesareo, parto sicuro per mamma e bimbo la cui mortalità con le attuali tecniche chirurgiche e mediche è praticamente azzerata? (vedasi Up to date 2018).

    Iv giust

    • Firma - Iv giust