Si era molto discusso, in Appennino, per l'inserimento di un bambino in una scuola dell'infanzia. “Ora i bambini hanno molte possibilità e tutele in più: esprimiamo soddisfazione e riconoscenza”. Così commenta Rita Lidia Stara, presidente di Feder (la Federazione Diabete Emilia Romagna, che riunisce le associazioni che operano in regione a favore delle persone con diabete) nell’accogliere “con grande favore” l’aggiornamento al percorso assistenziale del bambino in contesti educativi e scolastici. Un documento siglato da Regione Emilia-Romagna e Ufficio scolastico regionale.
“Già nel 2012 – commenta la Stara - la nostra regione, che fu anche la prima a introdurre il monitoraggio della glicemia – fece da apripista in Italia nel parlare di auto-somministrazione e coinvolgimento del personale scolastico. Grazie a questa circolare, ora, è possibile fare un ulteriore passo avanti, con la promozione dell’uso delle tecnologie per i bambini. Nel concreto è un grande aiuto per la qualità della vita dei nostri piccoli che soffrono di Diabete di Tipo 1 (DT1) dato che già dal 2015 la Regione Emilia-Romagna aveva raccomandato l’utilizzo delle tecnologie nei bambini piccoli, ma purtroppo la normativa era da adeguare”.
Tra gli obiettivi del documento regionale anche quello di migliorare la conoscenza del DT1 in età pediatrica e la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie, senza niente togliere a ciò che già è in essere, il supporto infermieristico continuerà a funzionare ogni qual volta sarà necessario, nessun bambino resterà mai più “solo”.
Il documento Regione-Scuola chiarisce che: “l’assistenza di alunni con diabete, che comporti la somministrazione di farmaci, si configuri come una attività che non richiede necessariamente la presenza di un professioni-sta sanitario, né implica l’esercizio di discrezionalità tecnica da parte di chi interviene previa formazione” e che “nella necessità programmata e quotidiana, la stessa somministrazione avvenga nell’ambito del contesto usuale di vita del bambino (classe, struttura educativa) per rendere normale l’atto stesso e sostenere l’accoglimento educativo nella sua condizione concreta”.
Spiega ancora la presidente di Feder: “Sono tantissime le esperienze positive consolidate in molte scuole della nostra regione, durante i percorsi formativi di Feder in collaborazione con la Pediatria di Comunità (che esiste solo in Emilia Romagna), abbiamo incontrato spesso insegnanti disponibili ad approfondire la conoscenza del diabete e farsi carico del proprio alunno”.
“I percorsi formativi citati nel documento regionale e che già si fanno – aggiunge la presidente della federazione delle associazioni – vengono offerti al personale scolastico e sono uno strumento in più che si aggiunge a quelli già disponibili. Un coinvolgimento su base volontaria della scuola offre un duplice vantaggio: gli insegnanti acquisiscono le conoscenze per capire meglio cos’è il diabete e gestire i bambini in classe e di conseguenza maturano anche la tranquillità necessaria per svolgere le varie attività scolastiche e ricreative. La tranquillità degli insegnanti diventa poi anche quella dei bambini con diabete che si sentono meno malati e diventano bambini come gli altri in mezzo agli altri”.
“Un sentito grazie quindi alla Regione, nella figura dell’assessorato regionale alla sanità, e all’Ufficio scolastico regionale”.