L’Amministrazione Comunale di Castelnovo ha ricevuto in sala del Consiglio, nella mattinata di lunedì 12 agosto, una delegazione di bambini Sahrawi nell’ambito del progetto “Jaima Tenda” dell’Associazione Jaima Sahrawi di Reggio Emilia. Un gruppo di bambini Saharawi in questi giorni è ospite presso una struttura parrocchiale di Gombio, per un soggiorno di due settimane. Diversi volontari del territorio si stanno adoperando per le loro necessità, tra realtà di Felina, Gatta e Villaberza. I gruppi di volontariato questa mattina sono stati rappresentati in particolare da Dino Fracassi che ha preso parte al momento istituzionale.
Il progetto dell’associazione reggiana coinvolge 34 minori Saharawi, 9 dei quali, dopo essere stati ospiti in famiglie di altri Comuni della provincia, sono ora protagonisti dello scambio educativo e culturale che celebra e rafforza l’amicizia con il territorio castelnovese. “È l’undicesimo anno consecutivo che abbiamo il piacere di ospitare i bambini Sahrawi a Gombio - ha sottolineato Fracassi, volontario di Felina - e ogni anno è sempre una gioia offrire il nostro supporto per l’ospitalità e per organizzare iniziative che li mettono a contatto con la nostra comunità e con un mondo tutto da scoprire”.
All’incontro in Comune hanno dato il benvenuto ai bambini Saharawi e al loro accompagnatore, Mulay Masud, il sindaco Enrico Bini, gli assessori Chiara Borghi e Giorgio Severi e i consiglieri Erica Spadaccini e Claudia Martinelli. Per l’associazione “Jaima Tenda” sono intervenuti Caterina Lusuardi, Federica Cani e Ughetta Longhi.
L’incontro è stato l’occasione per ribadire come il progetto, grazie al sostegno di famiglie e semplici volontari, riesca a far vivere ai bambini Saharawi un’esperienza piacevole e positiva per la loro crescita, in nome dei valori dell’accoglienza, della tolleranza, dell’incontro interculturale, della solidarietà e di una pace.
Iniziativa lodevole e che molti dovrebbero emulare. Per inciso Gambio mi riporta alla memoria un episodio della guerra partigiana che mi racconto’ mio zio (di Villaberza) un episodio di violenza nazista.
Maurizio Vagge