È una natura aperta a tutti quella del Monte Caio, le cui meraviglie, dall'estate del 2018, sono accessibili anche alle persone disabili a bordo di tandem (per le persone ipovedenti) e handbike a pedalata assistita (per le persone a mobilità ridotta). Questo grazie al progetto Outdoor 365, promosso dalla Fondazione per lo Sport Silvia Rinaldi e sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, dalla Fondazione Vodafone Italia e dalla Fondazione Cariparma, che ha permesso di realizzare decine di itinerari su sentieri ciclabili offroad accessibili a tutti e consultabili sul sito www.outdoor365.it.
È qui che è descritto anche il percorso che parte dai 1200 metri del piazzale di Schia e si snoda per circa 8 chilometri sulle pendici del Monte Caio, con un dislivello positivo e negativo di 370 metri ed arrivando a superare quota 1400 metri nei pressi di un terrazzo con vista eccezionale sui monti Cusna, la Nuda, Alpe di Succiso e tutto il crinale di confine con la Toscana.
Il suggestivo anello panoramico percorribile in mountain bike, handbike a pedalata assistita e tandem - che prevede anche una bella ma impegnativa deviazione verso il maestoso Grande Faggio - è stato tracciato grazie alla preziosa collaborazione di Danilo Rossi, atleta paralimpico di sci tizzanese doc, di Capriglio per la precisione, e grande appassionato di montagna (invernale o estiva che sia) e soprattutto del "suo" Monte Caio, che ha tracciato cinque itinerari per ogni provincia della Regione.
Tra questi, oltre a quello del Monte Caio (che Rossi definisce una montagna "dolce", che ben si presta per il turismo legato al mondo della diversa abilità) anche alcuni itinerari nei Boschi di Carrega, sulle colline di Torrechiara, nella Val Stirone e nella zona di Colorno, di cui, visitando il sito web, si possono trovare descrizione, tracce Gps, mappe personalizzate per smartphone e le foto dei luoghi più suggestivi.
"Gli itinerari che abbiamo ideato sono per tutti: - si legge sul sito della fondazione Silvia Rinaldi - non uno spazio riservato alle persone diversamente abili, ma itinerari che portano i ciclisti in luoghi incantevoli, ricchi di storia e panorami di grande bellezza". Luoghi, insomma, dove natura e sport si fondono e si aprono a tutti.
(Beatrice Minozzi)