Solo dopo molti anni ne ho imparato il nome: Caio; e dopo molti anni ancora, proprio leggendo le bozze di questa pubblicazione, ho appreso che deriva da “caglio”, retaggio di secoli produzione di formaggio, proprio lì tra Val d’Enza e Val Parma in questo Appennino che ancora oggi è stato ribattezzato “la montagna del latte” ai fini del programma aree interne. Prima avevo appreso che ospitava i noti impianti sciistici di Schia. Poi attraversandolo in auto e anche in bici, curva dopo curva, e anche in seggiovia e con le ciaspole, fin quasi alla vetta, ho respirato quanto questa montagna – una delle tante anticime del crinale - sia ricca di luoghi diversi: di cose normali e profondamente belle; di case costruite di recente e di insediamenti davvero antichi; di toponimi, di borghi, di campi, di boschi, e anche di elementi di ricchezza e produzioni di alto livello, dai prosciutti al Parmigiano e naturalmente di paesaggi, e di quella parte di essi più superficiale e immediata da cogliere che è il panorama... Panorama superbo dalla vetta della montagna che quatta quatta supera i 1700 metri presentando di colpo tutta la “north face” della catena appenninica lì di fronte, una a una le montagne dall’Orsaro al Cimone. Mentre d’altro lato domina la Pianura Padana, Parma, che è lì a due passi è lontano, ma non troppo, anche le Alpi e il profilo del monte Bianco. Poi via via ho scoperto che ci sono, sui diversi versanti e ai diversi livelli di altitudine, insediamenti e usi del territorio più o meno intensi; che ci sono ben quattro comuni; e che c’è anche un premio letterario intestato al monte Caio, promosso da Fabio Fabbri, già senatore e ministro della Repubblica, che dopo tante primavere vissute qui è ancora innamorato perso della sua “heimat”(patria e focolare) nel suo Appennino e nella sua Tizzano Val Parma.
Nel video di presentazione della missione MaB abbiamo scritto “conoscere e far conoscere i 100 perché del riconoscimento Unesco e i 100 valori depositati in ogni metro della nostra terra”. E allora cominciamo per esempio dal monte Caio e guardiamolo non in una o due ma in tante prospettive diverse e sperimentiamo se questo numero zero della rivista porterà a qualcuno, noi speriamo molti, il piacere della scoperta.
Avrei voluto scrivere qui il bilancio dei primi quattro anni di MaB Appennino, partendo dall'esperienza fatta con le scuole e dalle scuole, con tanti e da tanti dirigenti, insegnanti e studenti. Volevo elencare tante cose e azioni fatte e indicare quelle, naturalmente più numerose, ancora da fare. Volevo scrivere della neonata rete nazionale italiana delle 19 MaB che, proprio noi MaB Appennino, abbiamo tenuto a battesimo a Parigi, un mese fa, con l’ambasciata italiana all’Unesco e il ministero dell’ambiente nell'ambito di una conferenza mondiale del programma. Siamo orgogliosi di questa fatica e di questo compito da “sherpa” che ci è stato assegnato dal ministero e abbiamo cercato di svolgere. Siamo orgogliosi dei giovani e delle donne dipendenti e collaboratori del Parco Nazionale che si sono impegnati, non retribuiti (si sono pagati persino il volo di tasca loro) per allestire e portare a Parigi nel palazzo Unesco una mostra, una brochure, un filmato e un ragionamento sulla eccellente crescita dell’Italia nel sostegno al programma.
Abbiamo avuto in cambio emozioni e formazione. Abbiamo bisogno che siano in tante e tanti a sentirsi parte attiva dell’essere riserva di biosfera. Siamo certi che in molti vorranno esserne parte visto che sono ben 24 i nuovi comuni da cui è giunta richiesta di ampliamento della Mab. “Siamo noi, sei tu la riserva di biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano” abbiamo scritto in un video fondativo.
“I Care Appenino” - “Mi prendo cura dell’Appennino”- è il brand dal contenuto etico e civile di responsabilità sociale e appartenenza al territorio che vogliamo rilasciare a progetti di imprese e operatori che, con più coerenza e capacità innovativa, vorranno perseguire lo sviluppo sostenibile per questo nostro territorio e per il pianeta.
Raccontare un cammino di quattro anni in poco tempo non si può. MaB Appennino ha un sito web, http://www.mabappennino.
Con questa web rivista, che speriamo diventi l’editore di tante monografie territoriali e tematiche, vogliamo accumulare altri elementi, dare spazio ad altre voci, ad altri punti di vista, altre persone che prendono la parola e l’iniziativa. Ci auguriamo che voi lettori diventiate anche i nostri interlocutori e che da questa rivista nasca un dialogo propositivo e costruttivo, che ci accompagni in un percorso verso la consapevolezza del rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
(Fausto Giovanelli)
Importante iniziativa per riscoprire il valore del territorio e i suoi prodotti di qualità come il Parmigiano Reggiano.
Maurizio Beretti