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“Amo il mio territorio, non ho intenzione di vivere in città”. Un altro giovane, Marco Filippi, racconta la sua scelta di vivere e lavorare in montagna

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Continuano le presentazioni di giovani della montagna che hanno deciso di rimanere a vivere e lavorare nel loro amato Appennino. Questa volta raccontando di un ragazzo, Marco Filippi, che ha deciso di continuare gli studi con costanza e tanta determinazione per riuscire, a soli 25 anni, a mettersi in proprio e aprire una partita Iva.

Marco Filippi, di Casina, ha iniziato il suo percorso scegliendo l’indirizzo geometri a Castelnovo ne’ Monti. A distanza di dieci anni – racconta – mi ricordo ancora le parole del mio professore di scienze delle costruzioni, l’Ing. Herman: “Marco, se hai un minimo di voglia non mollare”. Così ha deciso di intraprendere la facoltà di ingegneria civile a Bologna, non senza molti dubbi. In quel periodo durato più di cinque anni, racconta di aver dovuto rinunciare a molte cose. Il suo tempo veniva speso soprattutto sui libri e, di conseguenza, ha rinunciato a molti weekend con gli amici, i quali avevano già tutti iniziato a lavorare.

Il giorno del suo compleanno, 5 ottobre 2018, ha conseguito la laurea. Visto che ormai aveva fatto trenta, ha deciso di fare un ultimo sforzo, superando l’esame di stato che gli ha permesso di iscriversi all’albo degli ingegneri di Reggio Emilia e di mettersi in proprio. Da inizio anno lavora con l’Ing. Alfonso Dazzi e la sorella Ing. Elena Filippi, nello studio storico “Dazzi-Filippi”, fondato negli anni 60 dagli Ingg. Carlo Dazzi, originario di Ramiseto e lo zio Giampiero Filippi, di Casina.

Ho avuto fortuna ad avere lo studio avviato di mio zio, lo ammetto, ma avrei comunque scelto questa strada”.

Ferrata del Malpasso

Anche lui come tanti altri rimane fortemente legato al territorio, decidendo di sacrificare le comodità della città per continuare a vivere in montagna. “A Bologna ho sempre vissuto male, l’aria e la vita di città non mi piacciono e le soffrivo molto. Non ho intenzione di vivere in città, faccio volentieri avanti e indietro sulla S.S. 63, mentre nel weekend rimango volentieri a casa a usare il trattore della nonna”.

Questa breve biografia, come quelle prima di lui (vedi qui e qui), testimoniano una realtà diversa da quello che si crede di solito, che la montagna non offre possibilità, che le scuole migliori sono altrove, così come i servizi e che se vuoi realizzarti, trovar fortuna, devi andare via. Alcuni sì, se ne andranno e altri ritorneranno, ma molti rimarranno qui, a casa loro.

Salita al Monte Cusna

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