Nelle scorse settimane una deliberazione della sezione di controllo piemontese della Corte dei Conti ha stabilito che ai comuni non è consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto pubblico scolastico, trattandosi di servizio che deve avere a fondamento una adeguata copertura finanziaria.
Sulla vicenda si è espresso Marco Bussone, presidente Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani), ponendo l’accento in particolare sulle difficoltà che questa decisione creerà in particolare ai piccoli Comuni e a quelli di area Montana e citando, come esempio, la realtà di Succiso.
"È assurdo - ha detto Bussone - e lontano dalla realtà affermare che lo scuolabus debba essere interamente pagato dagli utenti, dalle famiglie, e non possa essere attivato grazie a un’integrazione della tariffa da parte del Comune. Che potrebbe anche decidere di regalarlo. Vale in particolare per i Comuni piccoli e montani. Se non ho la scuola elementare o la media, devo poter organizzare come voglio lo scuolabus nel mio Comune verso i paesi vicini. Una decisione anche di spesa che Sindaco e Amministrazione comunale devono poter fare, con la forza della loro autonomia, investendo risorse del bilancio, per permettere a chi vive sul territorio di non scappare inseguendo servizi che peraltro lo Stato ha chiuso e limitato imponendo parametri mutuati dalla città. E invece no. Ancora la Corte dei Conti, non capendo le realtà territoriali del Paese, dice che lo scuolabus deve essere pagato dagli utenti, senza possibilità di integrazione comunale. Assurdo”.
"Di questo tema - aggiunge il presidente - negli ultimi giorni è stato raccontato da media locali e nazionali. Questo anche grazie alla nostra mobilitazione, alla lettera che i Sindaci hanno inviato ai Ministri competenti chiedendo di modificare la norma. Diversi Parlamentari di tutti i partiti mi hanno comunicato nelle scorse ore di aver presentato nuove leggi ed emendamenti per modificare la legge vigente. Nel nostro Paese, una legge si modifica con una legge. In Parlamento. Non può essere il Miur o un altro atto tecnico a cambiare quanto scritto in un articolato già approvato dalle Camere. Per questo, confido nell'impegno di tanti Parlamentari sia di maggioranza sia all'opposizione nel cambiare quell''invarianza finanziaria per lo scuolabus' prevista dall'articolo 5, comma 2, del Dlgs 63/2017. Occorre fare in fretta, l'emendamento di modifica dovrà essere inserito in una norma che le Camere hanno in esame nei prossimi giorni. Vista la "pausa estiva" dei lavori del Parlamento, Uncem, con tutti gli Amministratori, chiede un'azione immediata oltre all'impegno di tutti gli eletti".
"Molti sindaci - spiega Bussone - nelle scorse ore hanno comunicato a Uncem la volontà, comunque andranno le cose, di andare avanti. Cioè di integrare la tariffa, o coprirla interamente con le loro risorse comunali messe a bilancio, come hanno sempre fatto. Fanno bene. Hanno ragione e hanno tutto il supporto di Uncem. I bilanci comunali sono stati approvati nei mesi scorsi e, secondo tradizione, comprendono anche gli stanziamenti per garantire il trasporto studenti. Un impegno necessario per salvaguardare il servizio scolastico stesso che altrimenti verrebbe meno. Tutti sappiamo bene che lo scuolabus raggiunge frazioni e borghi, porta i bambini e ragazzi verso le scuole di ogni ordine e grado e verso casa. Quella spesa è figlia di un "diritto di cittadinanza", fondamentale, che lo Stato ha troppo spesso lasciato all'organizzazione dei territori, senza però stanziare le adeguate risorse. Anzi, i parametri statali per le scuole di montagna sono troppo spesso stati briglie che hanno ridotto plessi, insegnanti, dirigenze scolastiche, limitato servizi e costretto poi i Comuni a organizzare efficienti e puntali servizi di trasporto. Fronti che la città, i colleghi delle grandi aree urbane non conoscono affatto, potendo contare su una rete di trasporto pubblico urbano, questa sì, pagata da Regioni e Comuni grazie a una non banale spesa pubblica. Che la norma vigente e che la Corte dei Conti - al posto di trovare con noi soluzioni - affermino che invece in montagna lo scuolabus lo devono pagare interamente le famiglie, gli utenti, è lontano dalle necessità della realtà e del Paese vero, fatto al 55 per cento da Alpi e Appennini, da migliaia di Comuni, con i loro borghi e le loro frazioni. Fatto anche da sindaci che hanno a cuore i servizi, lo sviluppo locale e combattono lo spopolamento, facendo fino in fondo la loro parte, senza timore e con coraggio, determinazione, impegno, abnegazione, passione".
"Vadano avanti i colleghi - dice Bussone che a sua volta è sindaco - che integrano con il bilancio comunale lo scuolabus. Lo continuino a fare tutti. Spieghiamolo - se necessario - a ragionieri, a revisori dei conti e anche alla stessa Corte dei Conti. Scoprano le nostre realtà e le difficoltà che fa uno studente di Acceglio o di Succiso per raggiungere la scuola, anche quella primaria, poi la secondaria e - dopo ore e ore di viaggio - l'università. Senza quello scuolabus (e dovremo in fretta fare pressione per cambiare la normativa affinché i pullman gialli siano utilizzabili da tutta la comunità, famiglie e terza età, per esigenze di trasporto e non solo dagli studenti!), la comunità muore ancora. Quel servizio pagato da noi, dai Comuni, integrando la tariffa, è decisivo per limitare abbandono e spopolamento. È una questione che incontra l'articolo 44 della Costituzione: differenziare le norme per le aree montane lo hanno scritto i Padri Costituenti. Va fatto - nel verso giusto e non penalizzandoci - e non lasciato a un federalismo dimezzato come spesso avviene. Andiamo avanti e il Parlamento faccia in fretta. I Comuni montani sono certo che dal 1° settembre continueranno a erogare il servizio di scuolabus, a finanziarlo e a garantire i diritti di cittadinanza per i nostri figli. La mobilitazione non si ferma e riallego a questa mia la lettera da inviare - da ciascun Comune, da tutte le Unioni e Comunità montane, per chi non lo avesse ancora fatto - ai Ministri competenti per sollecitarli nel merito al fine di una modifica normativa in Parlamento".
Sign. Bussone si informi prima di tutto cosa può trasportare uno Scuolabus ci sono normative al riguardo che sono molte chiare, seconda cosa i Scuolabus del nostro Appennino che fanno servizio nessun genitore paga , e sul nostro territorio esistono ditte di N.C.C a chiamata sempre a disposizione x tutta la popolazione.
ramisetano