Riceviamo e pubblichiamo.
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Il presidente del Consorzio Imbrifero Montano dell’Enza, costituito il 6 giugno 1956 tra i Comuni montani di Palanzano, Monchio, Tizzano, Neviano, Lesignano e Traversetolo, fa presente che la ripresa dei lavori di costruzione della diga di Vetto non può più essere rinviata; la mancata realizzazione di quest’opera, oltre ai tanti benefici che porterebbe alle comunità di monte e di valle, sta causando ai Comuni del Consorzio Montano Parmense e ai Comuni non Consorziati Reggiani di Ventasso, Castelnovo, Vetto, Casina, Carpineti e Canossa un mancato introito economico di vari milioni di euro; la Legge 959 del 1953, definita la legge amica dei paesi montani, stabilisce che per ogni chilowatt di potenza di una Centrale Idroelettrica ne deriva per i Comuni del Bacino Imbrifero montano un notevole importo annuale, definito tecnicamente sovracanone Bim e sovracanone Rivierasco.
Ma quest’opera deve avere la priorità assoluta per l’emergenza idrica planetaria causata dai cambiamenti climatici provocati dalle attività dell’uomo, il potere politico Regionale non può più soprassedere; tutto deve avere un limite e questa decisione non può essere rinviata per decenni a dopo ogni turno elettorale.
La realizzazione della diga di Vetto serve anche a creare lavoro, sviluppo e turismo sui paesi montani, un’occasione per tanti montanari Reggiani e Parmensi; senza lavoro in questi paesi non c’è futuro, lo spopolamento e il dissesto del territorio sta raggiungendo il punto di non ritorno; inoltre l’invaso di Vetto serve per garantire acqua di qualità e quando serve all’agricoltura di Reggio e Parma; serve per proteggere paesi e città a valle dai danni da esondazioni, come successo recentemente a Parma con il Baganza, a Brescello con l’Enza e a Bettola con il Nure, centinaia di milioni di euro di danni che potevano essere tranquillamente evitati se su queste Valli fossero state realizzati determinati invasi idrici.
Ma ora la diga di Vetto è diventata assolutamente prioritaria per produrre energia elettrica da fonti alternative dal petrolio; l’energia idroelettrica prodotta da invaso, come sarebbe quella di Vetto, è la regina di queste energie, in quanto disponibile quando serve, energia che non dipendente dal sole o dal vento.
I popoli del pianeta terra stanno diventando sempre più energivori, auto elettriche o ibride, condizionamento estivo di paesi e città per l’innalzamento delle temperature, l’elettrificazione di ogni tipo di industrie e di apparecchiature e l’aumento vertiginoso della popolazione mondiale comportano l’aumento dei consumi elettrici in modo esponenziale; e solo investimenti su energie rinnovabili mirate a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera possono evitare l’aumento dell’inquinamento ambientale; proprio in questi giorni Enel ha comunicato che procederà con investimenti di oltre un miliardo di euro in Africa per la produzione di energie alternative e sulla Valle dell’Enza, pur avendo avuto da madre natura una località come la Stretta di Vetto che consente la realizzazione del serbatoio idrico e della Centrale Idroelettrica più importante dell’Emilia-Romagna, non si fa nulla; si continua a rimandare la ripresa dei lavori di quest’opera, che presumo dia gioia ai petrolieri, ai cavatori di ghiaia, ai commercianti di acque minerali, a chi fa business pompando le acque da valle a monte e a coloro che io definisco finti ambientalisti, perché ai veri ambientalisti interessa sicuramente avere le acque nel torrente Enza tutto l’anno, la riduzione dei consumi di petrolio, il miglioramento del clima e la riduzione dello spreco delle acque, il bene più importante dell’umanità.
Ma se in Emilia si rinuncia a realizzare opere come la Diga di Vetto, come si potrà essere competitivi a livello mondiale con paesi come la Turchia e la Cina che stanno costruendo dighe fino a quattrocento volte più grandi della diga di Vetto per dare acqua al loro comparto agroalimentare? Ma ai politici locali e alle Industrie Agroalimentari di Parma e Reggio Emilia non interessa questo? Non pensano che dove è possibile l’energia elettrica va prodotta da fonti rinnovabili e non consumare milioni di Euro di energia prodotta da gas o gasolio per pompare le acque verso monte?
Sarà cura del presidente del Consorzio Montano Lino Franzini chiedere un forte impegno alle nuove Amministrazioni comunali per la ripresa dei lavori di quest’opera, chiederà lo stesso impegno al presidente dell’Unione Montana Appennino Parma Est, Giordano Bricoli, e al presidente dell’Unione Montana di Reggio Emilia, Enrico Bini, ma anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, Comune rivierasco dell’Enza.
Vorrei ricordare a tutti che la diga di Vetto, rispetto alla diga di Armorano sul torrente Baganza che l’Associazione Industriali di Parma sta valutando, è un’opera iniziata, un’opera di cui si dispone di progetto esecutivo, gara d’appalto, verifiche dei versanti, verifiche sismiche, studio della nuova viabilità da Vetto a Ramiseto e a Gottano, studio del ritorno economico dell’investimento garantito dagli usi plurimi, verifica del progetto e dello studio di impatto ambientale dall’Ismes, approvazione del Ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura e quant’altro necessiti per la ripresa dei lavori; ricordando a tutti che quest’opera è stata definita sullo Studio di Impatto Ambientale, costato a noi Italiani vari miliardi di vecchie lire, dieci volte più sicura delle dighe italiane.
(Geom. Lino Franzini, presidente del Consorzio Montano torrente Enza)
Non passano due settimane che mister Franzini non parla della diga di Vetto che ci farà tutti ricchi e felici. Ma quali reali interessi ci stanno dietro a tutto questo altruismo?
Marco
Egr. Sig. Marco, se un giorno avrà modo di conoscermi capirà che né a me né ai miei parenti la diga di Vetto porterà alcun beneficio, le posso assicurare, con la più totale onestà e sincerità, che la mia lotta è motivata solo dalla speranza di realizzare l’unica opera ancora fattibile sulla Valle dell’Enza che ridarebbe un futuro a queste terre montane, spopolate, dissestate, con attività commerciali chiuse e con tanti cittadini che presto andranno ad aumentare chi vive nei cimiteri, io tra loro.
Se la Valle dell’Enza avesse avuto la ferrovia e la fondovalle, come avrebbe dovuto avere, la situazione di questi paesi non sarebbe quella attuale, ora è rimasta solo la diga di Vetto, un’opera fattibile solo grazie a Madre Natura che ci ha donato una stretta che consente di impostare uno sbarramento; ai questi paesi montani non è rimasto null’altro; la diga di Vetto non renderà i montanari ricchi e felici, porterà a questi paesi solo lavoro e turismo e ai Comuni reggiani e parmensi del Bacino Imbrifero Montano (BIM Enza) porterà notevoli introiti ogni anno per i proventi dei sovracanoni idroelettrici, è una legge dello Stato.
Per evitare la malafede di qualcuno parlo sempre con dati alla mano, dati vissuti di persona; quando dico che la diga di Vetto porterà lavoro lo dico su un’esempio reale; per la costruzione della diga di Montedoglio, identica a quella di Vetto, costruita dalla ditta Lodigiani negli anni 80/90 ogni giorno mangiavano nella mensa del cantiere dalle 600 alle 800 persone, più l’indotto esterno; il grosso del cantiere è durato sette anni, ma ora, a lavori finiti da 20 anni, la diga è un cantiere perenne per tante Imprese addette alla manutenzione. Parlo da montanaro e so bene che i maggiori benefici della diga di Vetto andrebbero all’agricoltura, alle città e ai paesi a valle a rischio esondazioni, ma “le briciole” resterebbero anche a noi montanari.
Pertanto dico al Sig. Marco di cercare gli interessi in chi si oppone a quest’opera e non in chi la vuole, penso che queste persone, politici e non, sindaci, presidenti e amministratori vari, non stanno con i montanari o con gli agricoltori, penso che stiano con chi produce energia importando gas e gasolio o chi ha altri interessi di tipo economico o politico. Egr. Sig. Marco, se Lei scrive in buona fede Le dico che spara dalla parte sbagliata, in alternativa non sta certo con i montanari o con gli agricoltori o con a chi interessa il futuro della Valle dell’Enza.
Franzini Lino. Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Enza
Franzini parla della diga di Armorano; a Parma non si parla d’altro, sulla Gazzetta di Parma ci sono articoli a pagina intera, la Presidente degli Industriali di Parma ha tenuto recentemente un convegno nella sede degli industriali illustrando la necessità di realizzare questo invaso per garantire acqua al comparto agroalimentare di Parma, per produrre energia pulita e per proteggere la Val Baganza dalle esondazioni; questo è parlare chiaro. Spero che la diga di Armorano vada avanti, è la dimostrazione che gli Amministratori di Parma, a partire dai Sindaci, pensano al bene e alle necessità del loro territorio e non alle disposizioni di qualcuno che non ha mai sostenuto la diga di Vetto, a partine dell’ex presidente della Provincia Sonia Masini, una montanara a cui vorrei chiedere cosa ha fatto in tanti anni per la montagana. Per la Valle dell’Enza fare la diga di Armorano e non fare la Diga di Vetto o fare un piccolo invaso a Vetto, sarebbe perdere l’ultimo treno per questa valle, grazie agli Amministratori di questa Valle e grazie a chi li ha votati.
Sergio
Direi che siamo ad un passo dallo stalking. Il dott. Franzini moderno Don Chisciotte o ultimo giapponese di qualche sperduta isola del pacifico.
Al di là dell’ironia dovrebbe essere chiaro che non sono quattro ambientalisti a non volere la diga. Sono i montanari tutti che non se la filano.
AG
La scorsa settimana, all’unanimità, i tre gruppi consiliari di opposizione, hanno votato per il consigliere di opposizione rappresentante Castelnovo Monti nell’Unione Montana dell’Appennino Reggiano. Sono io il consigliere delle opposizioni nell’Unione; la richiesta è le proposte di Lino Franzini sono le mie. Pieno appoggio a questa battaglia a favore della diga di Vetto e della nostra montagna. Lino avrai tutto il mio sostegno. Un saluto,
Alessandro Davoli,
Consigliere e capogruppo consiliare,Castelnovo Monti
Consigliere Unione Montana Appennino reggiano
Alessandro Davoli
Tranquillo Sig.Marco;
conoscendo da molti anni la persona in questione, solo un grande attaccamento alla montagna e alla terra che lo ha visto nascere. Al posto suo, io mi sarei già arreso e se non lo ha fatto, ciò gli fa solo onore, grande onore.
Armando Tagliati
Ogni giorno si scoprono benefici che la diga di Vetto darebbe, ma che ai Comuni montani ne derivassero dei soldi dalla centrale idroelettrica i Comuni ne sono al corrente?, se lo fossero e non avessero mai detto nulla la cosa sarebbe grave; quanti soldi avrebbero ricevuto i cittadini di questi Comuni in tanti anni?. Il silenzio su questo argomento temo che sia l’ennesima prova che dei Comuni montani non importa nulla a nessuno.
Davide
Lino adesso che ha l’appoggio del Mega-Direttore Galattico, il potente Duca Conte Balabam. Mega Presidente Galattico Arcangelo, capo della divisione amministrativa, e il Direttore Conte Corrado Maria Lobbiam, che svolge il ruolo di ispettore. Mega-Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara e l’Onorevole Direttore Cavaliere Conte Diego Catellani, nonché, per un periodo, il Direttore Totale Dott. Ing. Gran Mascalzon. Di Gran Croc. Visconte Cobram; Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare e il Duca Conte Francesco Maria Barambani è in una botte di ferro, dorma sonni tranquilli!
Fantozzi
Come operatore del settore idroelettrico ci tengo a dire due parole. Ho visto realizzare dighe in località assurde e aventi solo uno scopo, irriguo come Montedoglio, idropotabile come il Brugneto o energetico come il Brasimone, ma pur avendo un solo uso sono state costruite; la diga di Vetto sopperisce a tre usi, energetico, irriguo e idropotabile, e non si fa, pur avendo una località, la stretta di Vetto, direi unica a livello nazionale, con un piccolo sbarramento si ottiene un invaso avente una discreta capacità idrica. Non farla, avendo già un progetto è un sacrilegio, è un’offesa all’intelligenza umana, non ci sono spiegazioni, è incomprensibile. Pazienza Franzini, si rassegni, questa valle non interessa a nessuno e l’acqua ancora meno, non ho mai visto le associazioni degli agricoltori fare manifestazioni a sostegno di quest’opera come non ho mai visto le Amministrazioni di questi Comuni chiederla; se avessero veramente bisogno di acqua e di lavoro lo farebbero, agli agricoltori l’acqua del Po va bene; non so se andrà sempre bene a EFSA, visto che dovrebbe interessarsi della sicurezza alimentare, ma questo è un compito che dovrà affrontare, se almeno in EFSA c’è serietà.
Daniele
L’acqua è un bene tanto prezioso che a Palanzano , durante la “gestione Franzini” , è passata all’ iren. La popolazione lo sta ancora ringraziando….
Più che grandi progetti, serve la manutenzione ordinaria e quotidiana. Io mi sarei anche rotto di vedere frane, strade dissestate, servizi ridotti all’osso e poi sentirmi dire che non ci sono soldi.
Volete la diga? Fatela coi VOSTRI soldi visto che è così un buon affare
Marco
Egr. Sig. Marco, credo sia tempo sprecato risponderLe, ma ci tengo a precisare una cosa per darLe una corretta informazione riscontrabile da corrispondenza ufficiale. Il Gestore del srvizio Idrico a Palanzano era Matilde Servizi, una Società composta dal solo Amministratore delegato, senza dipendenti, senza mezzi senza nulla, la legge vieta che una società di questo tipo; pertanto Atersir, l’Agenzia della Regione E.R. facendo riferimento ad una delibera firmata dal Comune di Palanzano nel 2004 che cedeva il servizio idrico ad AMGA di Parma, scriveva al Comune che doveva cedeva il servizio ad una società riconosciuta e legale o commissionava Matilde Servizi che non aveva le caratteristiche tecniche e gestionali di gestire un servizio importante come quello di garantire acque potabili ai cittadini e quello di garantire la depurazione delle acque; non fare questo si incorre nel penale. Pertanto Franzini non ha ceduto nulla, ha solo risolto un problema. Ma questo non centra nulla con la sua risposta. Si può essere favorevoli alla diga di Vetto perchè se ne comprende la necessità, si può essere contrari specificando le proprie motivazioni, ma non si può scrivere fate Voi la diga di Vetto con i Vostri soldi, questa non è una motivazione, io mi considero una persona seria e confido su risposte serie e concrete.
Franzini Lino
Guardando la foto della diga del Bilancino a Barberino del Mugello si può comprendere il richiamo turistico che avrebbe un lago a Vetto, sarebbe l’unico lago balneabile dell’appennino reggiano e parmense. Quanta gente, ragazzi e genitori andrebbero sulle rive di un lago in mezzo al verde dei boschi, quello si che sarebbe una splendida piscina in montagna. Ma perchè al Bilancino è stata fatta e a Vetto non si fa?; immagino che la colpa sia delle amministrazioni che non la vogliono.
Gianna