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“Il divario fra pianura e montagna dipende dalla modalità di raccolta”. La puntualizzazione sulla differenziata di alcuni amministratori precedenti

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In riferimento all’articolo in cui l’Appennino risulta non brillare per virtuosismo ecologico, riportiamo i commenti di Lucia Manicardi, assessore all’Ambiente di Villa Minozzo nella scorsa amministrazione, e Michele Lombardi, ex sindaco di Toano.

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Lucia Manicardi

È abbastanza facile intuire il perché di un gap così importante tra pianura e montagna, segnatamente per le aree di crinale. Il balzo nella percentuale di differenziata lo fa il sistema di raccolta, che nelle terre alte è ancora a cassonetto stradale, in certi casi addirittura a semplice “potenziata”, che è ancora meno della “capillarizzata”.
Cosa significa? Che i cassonetti di raccolta non raggiungono ancora tutte le zone o vie ed in alcune esiste esclusivamente il cassonetto grigio perché le caratteristiche dell’area non consentono il posizionamento dell’intera batteria per la separazione dei materiali (carta, vetro, plastica).
Ne consegue che soprattutto gli anziani, la nostra fetta prevalente di cittadini, magari privi di un mezzo di trasporto, non sono nelle condizioni di portare i rifiuti raccolti separatamente alla batteria più vicina e così tutto finisce nello stesso sacco.
E non aiuta di certo il sistema tariffario vigente, che non premia i virtuosi per lo sforzo richiesto, e neppure l’evidente difficoltà di effettuare sistematici controlli.
Aggiungiamo pure una scarsa attenzione al tema, anche da parte di molti bar ed esercizi di ristorazione che purtroppo differenziano poco, nonostante le tante azioni di sensibilizzazione.
C'è poi il "giro verde" che aiuta a far salire il numero magico della differenziata, ma nelle aree rurali come quelle di crinale far transitare dei camion per la raccolta di erba e sfalci non ha molto senso da un punto di vista ambientale, pertanto non è un servizio attivo.
Al contempo, il sistema di scontistica presso il Centro di Raccolta (che a Villa abbiamo voluto fortemente, ricordando che siamo dotati, per incomprensibili scelte storiche, di un solo Cdr per tutto il comune, quando Toano ad esempio ne ha ben quattro!) e lo sgravio per chi pratica il compostaggio domestico (anche questo in aree rurali è di gran lunga preferibile alla raccolta dell’umido con camion verso destinazione extraprovinciale) evidentemente non sono stimoli sufficienti.
Unica soluzione è l’estensione del porta a porta anche alle aree di montagna con eliminazione dei cassonetti, quello che si chiama porta a porta “spinto” (modello Ponte nelle Alpi, o Capannori), esteso a tutte le frazioni di materiali.
Una proposta che in sede di Atersir è stata sempre respinta con la motivazione che i costi aumenterebbero eccessivamente.
Eppure le realtà sopra citate dimostrano che è possibile costruire il modello di raccolta tenendo conto delle specificità geografiche e demografiche del territorio, studiando tempi e mezzi che consentano ottimizzazione ed efficienza.
Altre proposte contemplate dal Piano d’ambito provinciale per i nostri territori (vedi il porta a porta senza controllo, ridotto a due frazioni e a una sola porzione di territorio comunale, il capoluogo) porterebbero sì ad aumentare la percentuale di differenziata ma comporterebbero comunque aumento dei costi e il riadattamento del sistema verso un orizzonte che non è quello da perseguire.
In ogni caso, la Regione Emilia Romagna ha previsto entro il 2020, per tutti i comuni, il passaggio alla tariffa puntuale (più differenzio e meno pago! anche se è così solo in parte) e dunque s’impone, e in tempi rapidi, l’adozione di un nuovo sistema che consenta la misurazione dell’indifferenziato prodotto da ciascuna utenza.
Le strade sono due: porta a porta oppure cassonetti a calotta (o un mix di entrambi).
Personalmente esprimo perplessità anche rispetto ai cassonetti a calotta, quelli che si aprono con il bedge registrando e attribuendo alle singole utenze ogni conferimento di indifferenziato, per tutte le motivazioni suesposte e per i probabili atti vandalici cui andrebbero incontro nelle aree più remote e meno sorvegliabili.
Rimango convinta della necessità di valutare attentamente un "modello montagna" che non sia la mera implementazione di uno standard d'importazione cittadina non adatto alle nostre specifiche esigenze.
Il tempo stringe e auspico che ci sia da parte degli amministratori in carica un’attenta valutazione di tutti gli aspetti non solo economici ma anche ambientali connessi ad ogni sistema di gestione, ma soprattutto occorre considerare il tema prioritario e urgentissimo della riduzione dei rifiuti, la vera sfida! Di quanto raccolto separatamente infatti solo una parte viene davvero avviata al recupero e gli impianti di riciclaggio oggi sono ingolfati.
Prevenire invece che curare, partendo anche dalle numerose feste estive che tra poco andranno ad animare il territorio. Quanta plastica usa e getta verrà prodotta, e quanta verrà gestita correttamente?
A Villa Minozzo in Piazza Amendola c’è ancora il pesce mangia plastica che, insieme a tante altre iniziative avviate in questi anni, voleva lanciare un messaggio chiaro e diretto. Speriamo che prima o poi...

(Lucia Manicardi, assessore all’ambiente a Villa Minozzo nella scorsa amministrazione)

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Michele Lombardi

Buongiorno! Ho letto nei giorni scorsi l’articolo, uscito anche sui quotidiani locali. Mi auguro, lo spero vivamente, che qualche “guru” ambientalista (senza offesa per gli ambientalisti!) non esca con affermazioni del tipo che in montagna si è meno sensibili all’ambiente, che la “coscienza” ecologica è meno sviluppata ecc. ecc.
Certo, c’è sempre da migliorare, e bisogna continuare a fare opera di sensibilizzazione presso i cittadini, le scuole, le associazioni. E questo non solo in montagna, perché credetemi: anche in pianura ci sono cittadini sensibili e cittadini meno sensibili!
Credo però che sia necessario anche spiegare alcune motivazioni per cui la raccolta differenziata è più alta nei comuni della pianura, bassa in particolare:
- si tratta di Comuni, quelli della pianura, con condizioni geografiche e orografiche che meglio aiutano a fare raccolte tipo il “porta a porta”: molto più complesso farlo in montagna, dove i Comuni sono particolarmente estesi e con condizioni di viabilità più difficili.
- in pianura, nella percentuale della differenziata, è compreso anche il “giro verde” (sfalci, potature ecc.) che incide per quasi un 25% sulla percentuale di raccolta differenziata. In montagna, invece, il “giro verde” è quasi inesistente, considerato il fatto che la maggior parte degli abitanti possiede piccoli appezzamenti di terreno dove è possibile smaltire sfalci e potature (anche con compostiere).
- in pianura, in molti Comuni, è applicata la tariffa puntuale (pago per i rifiuti che produco), in montagna tale tariffa è applicata ancora in pochi Comuni: potrebbe, questo, essere un buon incentivo per invitare i cittadini ad impegnarsi maggiormente nel fare la differenziata.

Cordiali saluti

(Michele Lombardi)

5 COMMENTS

  1. Perfetto, bellissimo ma comunque, soprattutto a Castelnovo, si paga moltissimo per un servizio nella media. Credo molto concretamente che solo premiando con sconti in bolletta importanti a chi fa’ la differenziata in modo corretto si possa migliorare aumentando la percentuale della raccolta.

    Alex

    • Firma - Alex
  2. In un punto della sua nota, l’ex Assessore all’ambiente di Villa Minozzo scrive “più differenzio e meno pago! anche se è così solo in parte”, e di fronte a questa non irrilevante affermazione varrebbe forse la pena di capire meglio il significato del concetto “anche se è così solo in parte”, ossia vedercelo spiegato più in dettaglio.

    Visto poi che sembra puntare sostanzialmente sul porta a porta, mentre esprime invece perplessità sui cassonetti a calotta – se non ne ho frainteso le parole – qualche dubbio, o almeno domanda, potrebbe porsi anche riguardo al porta a porta dal momento che i pareri in merito non paiono essere unanimi (anche sui costi).

    Vedendo inoltre che si caldeggia un “modello montagna”, io resto dell’idea che sul nostro territorio potrebbe funzionare abbastanza bene la “consegna premiante” alle Isole Ecologiche, non solo dei materiali ingombranti, ma anche dei più comuni, vedi carta, plastica, vetro, lattine…..(pesabili o quantificabili tramite appositi contenitori).

    Quanti hanno difficoltà a recarsi presso l’Isola Ecologica possono continuare ad avvalersi degli attuali cassonetti di quartiere, ma la quota dei fruitori della consegna premiante – con rilascio di ricevuta traducibile in sconto tariffario – potrebbe diventare via via importante, aumentando così non di poco la mole del differenziato.

    Poiché oggi l’incremento della differenziata è un obiettivo di primo piano, tale sistema avrebbe anche il pregio che il materiale conferito sarebbe oggetto di controllo da parte degli addetti all’Isola Ecologica, e quindi ben “selezionato”, talché questo insieme di ragioni mi porta a dire che varrebbe la pena di sperimentarlo.

    P.B. 25.06.2019

    • Buon giorno P.B., cogliendo gli stimoli contenuti nel suo commento cerco di dare qualche rapido chiarimento.
      Con l’adozione della Tari puntuale la bolletta si comporrà di tre parti: una quota fissa finalizzata a coprire i costi base del servizio (commisurata ai metri quadri dell’immobile generatore di rifiuti), una quota variabile di base (calcolata sul numero dei componenti l’utenza domestica, cui viene attribuito un numero minimo di conferimenti annui/mensili), e una quota variabile aggiuntiva (commisurata ai conferimenti eccedenti il limite minimo prestabilito).
      Facendo un esempio, se ad un’utenza domestica composta di due persone vengono attribuiti n. 3 conferimenti di indifferenziato mensili (come credo sia a Reggio Emilia), chi sfora il limite producendo ad es. cinque sacchi pagherà anche la quota aggiuntiva per i due sacchi eccedenti, mentre chi è bravo e produrrà ad es. un solo sacco grigio dovrà pagare comunque per i tre preattribuiti.
      L’unica parte davvero variabile è dunque solo la terza, ma si presume tuttavia che dopo una prima fase di sperimentazione tali attribuzioni possano essere riviste qualora si evidenzino difformità eclatanti rispetto ai conferimenti effettivi.
      Rispetto al porta al porta ribadisco che lo ritengo il modello di raccolta migliore, ma solo se modulato sulle esigenze del territorio ottimizzando i giri dei mezzi e utilizzando mezzi di dimensioni adeguate (il che presuppone una certa capacità di flessibilità da parte del gestore), esteso a tutte le frazioni e con adeguato controllo. Il pap limitato al solo grigio e umido comporta spesso e volentieri una qualità pessima (tema che anche lei propone) di carta, vetro, plastica raccolte a cassonetti ad accesso libero. Il che si traduce in maggiori scarti ovvero minore recupero di materia e minori entrate per i Comuni (sistema Conai). Da un punto di vista sia economico che ambientale quindi i vantaggi si riducono consistentemente mentre indubbiamente i costi aumentano.
      Per quanto riguarda il sistema premiante ai Cdr (ex isole ecologiche) a Villa, ma anche a Castelnovo (abbiamo lavorato assieme io e l’assessore Chiara Borghi), così come in tutti gli altri comuni della provincia reggiana eccetto Rubiera, al momento è attivo solo per i RAEE (apparecchi elettrici ed elettronici) ed ingombranti cioè oggetti, anche di piccole dimensioni, che non possono essere conferiti nei cassonetti dedicati e che spesso vengono gettati erroneamente nel grigio oppure abbandonati nelle piazzole al di fuori dei contenitori. Premiare e dunque accogliere anche carta, vetro, plastica in grandi quantità ai centri di raccolta richiede spazi e aree adeguate che non tutte hanno e la dotazione delle stesse di un sistema di pesatura.
      Pensando al territorio di Villa Minozzo incrementare il servizio del Cdr presupporrebbe innanzitutto investimenti sulla struttura, o su strutture aggiuntive, ma i costi sono molto elevati.
      Esistono però anche le stazioni mobili “Ecostation” che senz’altro rafforzeranno il servizio contestualmente all’implementazione della tari puntuale nelle modalità che l’amministrazione comunale valuterà di adottare.
      Auspicando di avere aggiunto qualche elemento in più (non facile in poche righe), la saluto cordialmente.

      Lucia Manicardi

      • Firma - Lucia Manicardi
  3. Resta non meno importante il fatto che le percentuali di differenziata si ricavano da dati derivati da conteggi sulla carta e non da effettiva quantificazione che andrebbe richiesta e pretesa. Sarebbero da rivedere dove possibile, le raccolte con piccoli cassonetti che debbono essere svuotati frequentemente ed i trasporti costano. Sono convinto che con una reale volontà degli amministratori ed un minimo di impegno da parte della gente si otterrebbero ottimi risultati soltanto col compostaggio domestico e creando piccoli centri di compostaggio. Il problema principale resta però che al gestore non riconosca economicamente e non incentivi che minimamente la riduzione dei rifiuti da gestire, non ne ha interesse alcuno. Prova ne sono
    i quattro centri di raccolta di Toano dove la differenziazione resta molto approssimativa.

    Antonio D. Manini

    • Firma - Antonio D. Manini
  4. Ringrazio Lucia Manicardi per la sua articolata risposta, dalla quale mi par di capire, salvo fraintendimenti, che con l’adozione della Tari puntuale gli utenti “virtuosi” non avranno alcuna riduzione tariffaria, rispetto all’oggi, ma potranno evitare un aumento se non supereranno il numero dei conferimenti pre-attribuiti.

    Il mio ragionamento, che è naturalmente opinabile, parte invece da un presupposto per così dire inverso, nel senso che punta ad incentivare il conferimento dei rifiuti, e per giunta quanto più differenziato possibile, relativamente a carta, vetro, plastica…, vuoi per facilitarne il riciclaggio vuoi per evitarne l’abbandono nei luoghi più impropri.

    Il sistema della “consegna premiante” risponde a mio avviso a tali due parametri, attraverso la quantificazione del rifiuto alla consegna, da parte degli addetti ai Cdr (ex Isole Ecologiche), che può dar diritto a sconti tariffari, e tramite il controllo eseguito da detto personale con cui garantire che il rifiuto sia selezionato per il riciclaggio.

    Circa i costi, mi sembrerebbero significativamente inferiori rispetto a quelli del porta a porta, almeno da noi, visto che, all’inizio almeno, non si tratterebbe di aumentare gli spazi e le aree adeguate, ma semmai di intensificare un poco i ritiri, ossia gli svuotamenti dei Cdr, in attesa di vedere che risultati può dare un sistema del genere.

    Infine, anche la pesatura non mi sembra rappresentare un grande ostacolo, sia perché una bilancia non dovrebbe avere costi inaffrontabili, sia perché la quantificazione può essere anche volumetrica, a mezzo di contenitori “tarati” dei quali si conosce la capienza (qui si citano i Comuni di Villa e Castelnovo, ma oltre dieci anni fa una minoranza consiliare di altro Comune montano aveva proposto il metodo della consegna premiante in via ufficiale, cioè formale)

    P.B. 26.06.2019