A 4 anni dal riconoscimento Unesco come Riserva della Biosfera, l’Appennino tosco-emiliano è tornato a Parigi, nella sede Unesco, questa volta su incarico del Ministero dell’Ambiente per organizzare la presenza in rete delle MaB Italiane alla 31a sessione del “Man and the Biosphere
“Abbiamo avuto l'onere e l'onore di supportare il Ministero dell'Ambiente per la celebrazione della crescita delle Riserve della Biosfera in Italia - spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale e coordinatore della Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano - Nella giornata del 19 giugno abbiamo accompagnato e organizzato per conto del Ministero Ambiente e dell’Ambasciata italiana all’Unesco una giornata di presentazione delle Rete delle Riserve MaB italiane alla conferenza mondiale e un benvenuto alle nuove riserve italiano ‘Po Grande’, che include tra l’altro la bassa reggiana e parmense, e Alpi Giulie, dove si è combattuta una guerra tra italiani e sloveni ora si crea un progetto transfrontaliero comune; grazie anche all’Unesco il mondo è come un fratello qui a portata di mano. Ancora una volta Parigi Unesco vuol dire un’esperienza che arricchisce noi e il nostro territorio di relazioni e motivazioni. È stato il vero battesimo di una rete nazionale MaB Italiana dove le Biosfere del nostro Paese si sono presentate alla conferenza mondiale, per la prima volta, nel loro insieme: prima brochure di sistema, primo video di sintesi, prima riflessione comune sulla strategia di Branding. Voglio ringraziare tutti quelli che lo hanno reso possibile. Per noi è un riconoscimento al cammino iniziato in questi anni e che prosegue con orgoglio e consapevolezza”.
La cena offerta ai delegati Unesco, “Taste and discover italian Biosphere Reserves”, è stata realizzata utilizzando alcuni tra i migliori prodotti agroalimentari delle Riserve della Biosfere Italiane. Una testimonianza di come il settore della ristorazione e la gastronomia di qualità possano e debbano essere degli importanti alleati del programma MaB e delle politiche di conservazione attiva della biodiversità coltivata e allevata. Attraverso la loro arte, gli chef non sono solo creatori di qualità, ma possono diventare testimonial di eccellenza delle filiere e dei territori da cui provengono i prodotti che cucinano. La gastronomia di qualità può essere quindi, su scala globale, un’efficace veicolo per sostenere filiere di nicchia e assumere una funzione di marketing territoriale, associando sapori, paesaggi, comunità e saperi. Per fare questo Alma ha coinvolto nel contest tre famosi Maestri d’arte e Mestiere italiani con i loro prodotti iconici di riferimento: Renato Brancaleoni per i formaggi; Massimo Spigaroli per il mondo dei salumi; Enzo Crivella per una dolce conclusione: il gelato.
I piatti proposti da Alma, come realtà internazionale volta a promuovere anch’essa la biodiversità gastronomica, sono stati realizzati partendo sia dalle materie prime dei territori sia dalle ricette che li contraddistinguono. Dai passatelli al pane frattau e il Caponec, tutte le preparazioni avevano come fil rouge la cultura del riuso, una tematica che, da sempre, caratterizza la tradizione gastronomica italiana. Al centro del contest il pane, elemento cardine della dieta mediterranea, spesso riutilizzato per evitare sprechi. Il menu realizzati hanno raccontato sia i produttori che i piatti della serata, contestualizzandoli nelle biosfere da cui provenivano gli ingredienti.