Riceviamo e pubblichiamo.
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Il 4 giugno 2019 a Palazzo Soragna di Parma, sede dell’Associazione Industriali di Parma, la Presidente dell’Unione Industriali di Parma, Annalisa Sassi, ha condiviso e sostenuto la necessità di realizzare l’invaso di Armorano sul torrente Baganza in Comune di Calestano in Provincia di Parma; la Gazzetta di Parma ha dedicato a questo evento una pagina intera più il richiamo in prima pagina.
Oltre a questo, il prof. Orlandini ha illustrato i benefici lavorativi e turistici che questo invaso porterebbe ai paesi montani di Calestano, portando l’esempio della diga di Ridracoli, che a trent’anni dalla sua realizzazione da lavoro a 100 persone, senza calcolare l’attrazione turistica dell'Eco Museo di Ridracoli e del turismo al lago, oltre al Centro Studi Universitari di Ingegneria idraulica realizzati a Valle della Diga.
Di fronte a questi scenari, che condivido pienamente in quanto oggi in ogni parte del mondo si fanno la guerra per poter invasare le acque, la Diga di Vetto, l’opera più logica del mondo, l’opera che chiunque abbia l'autonomia di valutare le cose senza ideologie politiche, chiunque ami l’ambiente e si opponga allo spreco delle acque, dovrebbe scendere in piazza per sostenerla, un’opera che da immensi benefici a tutti, un’opera definita dieci volte più sicura delle dighe italiane per la configurazione dei versanti, un’opera di cui si ha tutto, dallo Studio di Impatto Ambientale (costato 4,5 miliardi di vecchie lire), progetto esecutivo approvato e appaltato, prescrizioni del Ministro dell’Ambiente del 5/10/1992, piano finanziario del progetto, studio del ritorno economico dell’opera, opere per la messa in sicurezza delle frane presenti sui versanti, e tutto quanto necessità per la realizzazione dell’opera, che costerebbe molto meno della diga di Armorano e darebbe il doppio dei benefici, quest’opera resta al palo, semplicemente perché a Reggio Emilia i fabbisogni irrigui, idropotabili, i danni da esondazione, la produzione di energia elettrica pulita, il lavoro sui paesi montani, il turismo, e tanto altro, sembra non interessino a nessuno e si continua a sprecare l’acqua di montagna, il bene più prezioso dell’Umanità. Vedendo queste cose se potessi andarmene da questo paese, me ne andrei volentieri, vedere i dissesti della montagna e lo spopolamento e non fare nulla è assurdo e inaccettabile.
Franzini dice che se potesse se ne andrebbe da questo paese, è comprensibile; avere la possibilità di dare lavoro a tanti, di dare acqua buona a chi serve e volutamente non fare nulla, a chi può non resta che andarsene, immagino con grande soddisfazione di chi vuole che i giovani se ne vadano dai paesi montani
Gianna
Purtroppo vi sono dei politici che sono ottusangoli e non hanno visuale oltre al loro naso ma pensano che i foraggi bagnati con acqua sporca prelevata dal Po vada bene, non molto tempo fa vi era uno studio che portava alla luce che nelle acque del Po vi erano sostanza allucinogene, forse avremo anche un formaggio al gusto di Coca.
Gianni
Sig. Franzini, leggo sempre con estremo interesse i suoi articoli.
Credo di non essere il solo a farlo, ma non vedo commenti o altro che mi faccia capire in quanti siamo a pensarla come lei.
Mi piacerebbe che vengano aggiunti commenti da chi solitamente approva silenziosamente.
Grazie Ancora..
Maximiliano
Approvo gli articoli del sig. Franzini ogni volta, si spera che qualche altro amministratore si pronunci su questo argomento per tentare di sbloccare la situazione…
D’altronde questo stato di limbo tra il poter fare o meno sembra essere molto apprezzato in Italia
D.M.
Siamo in tanti a pensarla come Lei. Abito a Gottano, paese oramai fantasma.
Essendo broker inoltre avevo avuto modo di discutere con il progettista della diga alla fine degli anni 80. Il progetto era ed è validissimo. Basterebbe riprendere dal punto in cui ambientalisti illuminati (mi piacerebbe conoscere il titolo di studio e le competenze di questi signori che si permettono di bloccare il Paese) hanno fatto interrompere i lavori, senza inutile ulteriore perdita di tempo
Maru
Egr. Maximiliano la ringrazio delle considerazioni; a pensarla come noi siamo in tanti, circa 10 anni fa il Comitato promotore della Diga di Vetto raccolse oltre 2000 firme, ma questo non vale per gli Amministratori Regionali e per quei Sindaci rivieraschi dell’Enza che non hanno il coraggio di fare le cose che servono per non urtare chi si definisce “ambientalista” ma che di ambientalista non ha nulla, in quanto fa solo il gioco dei petrolieri, delle industrie delle acque minerali e dei cavatori di ghiaia; a mio avviso il vero ambientalista è quello che vuole la Diga di Vetto, è quello che vuole evitare lo spreco delle acque, che vuole acqua tutto l’anno nell’Enza fino al Po, è quello che chiede un’area faunistica intorno al lago come fatto alla Diga di Monte Cotugno o al Bilancino (gestite dal WWF), è quello che vorrebbe irrigare con le acque dell’Enza e non quelle del Po, è quello che non vuole vedere distruzioni per le esondazioni, è quello che vuole il miglioramento del clima; ma i veri Ambientalisti non vanno in piazza a dire di no a tutto. Ero spesso a Ridracoli quando la CMC di Ravenna realizzò la diga di Ridracoli e l’Enel realizzò la Centrale idroelettrica, per vari mesi i Carabinieri presidiarono il cantiere dai fautori del no a tutto, ma nessun Sindaco li segui in questa contestazione; era un’opera indispensabile e ora dai rubinetti delle case della Romagna esce una delle migliori acque italiane (vedere su internet) e la quota delle falde dopo la costruzione di Ridracoli risale mediamente di 2 mm all’anno e sono cessati completamente i pericoli della subsidenza, dichiarato dalla Romagna Acque; ma dai rubinetti di Reggio e Parma che esca acqua ottima o scadente mi sembra che ai politici locali premi ben poco; spesso penso che i Reggiani condividono con i Romagnoli solo il colore politico. Quando sarà troppo tardi e ci sarà una nuova esondazione o una siccità, qualche Amministratore dirà: perchè non è stata fatta la Diga di Vetto?; io sono appena stato eletto, la colpa non è mia è di chi c’era prima; pazienza siamo in Italia, coraggio Maximiliano, teniamo duro, se avessimo noi il potere di decidere le cose andrebbero diversamente, specie sui paesi montani, dove c’è bisogno di lavoro e di turismo e in pianura di acqua buona e di energia pulita.
Franzini Lino Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Enza
Signor Franzini leggo sempre con molto interesse i suoi scritti che condivido in pieno. Ero ancora abbastanza piccola quando ho iniziato a sentire parlare di una ipotetica diga nella valle dell’Enza. Ne parlava il mio babbo, originario di Temporia, perché il manufatto avrebbe interessato anche delle sue proprietà. Di “acqua sotto i ponti” ne è passata parecchia e siamo ancora ai punti di partenza, forse peggio. Non desista signor Franzini. La sua competenza è nota a chi del mestiere. Spero vivamente che il progetto vada avanti.
Paola Bizzarri (ex collega di lavoro ed ora collega di quiescenza)
Ci sono politici che hanno proposto la cabinovia. E hanno hanno perso le elezioni…..altri che non ne parlano perché se ne fregano….e hanno vinto.
A voi il giudizio di come siamo messi
Cg
Almeno da questo punto di vista siamo messi bene. L’idea della cabinovia, per dirla alla Fantozzi, era una ****** pazzesca!!!
Andrea
Franzini dice che se potesse se ne andrebbe da questi paesi montani; lui non lo farà, di anni ne ha messi insieme; ma chi può se ne va; tutto a causa dell’ottusità di tanti amministratori, che non vedono e non comprendono che l’acqua è la vera ricchezza della montagna e che un invaso come quello previsto a Vetto cambierebbe l’economia dei paesi della Valle dell’Enza. Quattro anni fa ero in vacanza in provincia di Sondrio, mi portarono a visitare la diga di Valle di Lei, un invaso di oltre 200 milioni di metri cubi d’acqua, una ricchezza incredibile, non ricordo l’altezza dello sbarramento, ma è molto alto. Ma la cosa che sorprende anche me è il silenzio di tanti Sindaci; perchè nessuno di loro dichiara che serve la diga di Vetto?, è forse Franzini il malato mentale, mi scusi l’espressione, non intendo offenderla, ma è per dare l’idea, che sostiene che i cambiamenti climatici stanno portando siccità e alluvioni, che la diga porterà lavoro e sviluppo ai paesi montani e energia pulita o sono gli amministratori locali che tacciono?; ma perchè tacciono?; i danni a Brescello li avranno visti anche loro immagino. Pensando a questo condivido; è meglio andarsene, qui non c’è futuro per l’uomo e a Franzini dico: rinunci, la sua è una battaglia persa, smetta di rovinarsi il fegato, questa gente non merita il suo impegno.
Sergio
Si può condividere o meno il pensiero di Lino Franzini riguardo alla diga di Vetto, ma ne va in ogni caso riconosciuta la caparbia determinazione con cui egli si pone il problema di frenare lo spopolamento della montagna – e semmai invertire detta tendenza, che dura da anni e pare inarrestabile – attraverso proposte precise e concrete, quale si configura per l’appunto la realizzazione dell’invaso, mentre non mi sembra di ravvisare eguale preoccupazione e risolutezza in più d’uno dei governanti locali (stando almeno alle apparenze).
E’ ovviamente legittimo non essere d’accordo sulla questione diga, ma occorrerebbero nondimeno idee alternative, e realistiche, circa il futuro del nostro territorio, perché una percezione piuttosto diffusa è quella che stentino a poter sopravvivere, per il carico fiscale e spese complessive, non poche di quelle attività che si rendono di fatto indispensabili per mantenere il tessuto sociale (il pendolarismo, da noi abbastanza presente, è sicuramente importante, perché trattiene qui le famiglie, ma non pare sufficiente a preservare il “tessuto sociale”).
P.B. 06.06.2019
Raccolgo l’appello di Maximiliano. Approvo incondizionatamente gli interventi del Sig. Franzini, sempre molto incisivi, documentati e motivati. Sui politici della Val d’Enza, pur non votando in quella zona, ho già detto cosa penso in un altro commento.
Ing. Paolo Gambarelli
Ma credo veramente sia venuto il momento che bisogna agire come i gilet gialli parigini. Signori la Provincia di Parma, oltre che prenderci l’autostrada per il mare, che in origine era nata come Reggio – mare e poi divenuta la famigerata Parma – mare, ora ci sta facendo una diga sotto il naso. E tutto perché noi abbiamo una masnada di politici, meglio, non politici che non gliene frega assolutamente niente della montagna reggiana, mentre ai nostri dirimpettai alle loro zone ci tengono e molto. Spero che abbiate ben capito che mentre i nostri zuzzurelloni si trastullano con il politichese, oltre l’Enza stanno progettando e sicuramente costruiranno. Caro Franzini, mi spiace che ti sia sfuggita la proposta che feci a suo tempo di organizzare un’assemblea di quelle giganti, fatta anche in strada e con la presenza di tutti gli imprenditori, dei nulla facenti politici nostrani e del Presidente della Regione Bonaccini, anche se ad aspettarlo non ci saranno cappelletti e tortelli come l’hanno abituato, con la speranza che non mandi una sua controfigura che, dopo l’esperienza della riunione tenuta a Vetto, era meglio restasse a Bologna.
Non è la gente che si allontana dalla politica, sono certi politici che vanno allontanati dalla gente in quanto per i danni che producono pagano sempre poco.
Andrea Azzolini
A quanto scrive Azzolini volevo aggiungere che non solo l’Autostrada ma anche la ferrovia per La Spezia doveva transitare per Vetto e Castelnovo ne’ Monti, ma la sudditanza dal Ducato non ha mai permesso che la sponda destra dell’Enza, dopo Matilde di Canossa, avesse un futuro, questo grazie anche agli stessi Reggiani. Sappiamo bene che i maggiori benefici derivanti dalla Diga di Vetto ricadrebbero su Reggio Emilia ma la Diga di Vetto non sa da fare, in nome di una ideologia politica assurda e inconcepibile. I Gilet gialli Francesi volevano far ascoltare la loro voce ai politici di turno, erano mossi da ideali di popolo, ma da noi tanti cittadini Reggiani si muovono in modo opposto, con il loro silenzio vogliono coprire l’incompetenza di chi dovrebbe decidere su un’opera come la Diga di Vetto, utile come l’aria che respiriamo, anche se il non farla comporta danni ai paesi montani, all’agricoltura, all’ambiente e ai paesi alluvionati. Realizzare la Diga di Vetto comporta tanti problemi e un grande impegno lavorativo, ma non farla ne comporterebbe mille volte di più; ma danni e benefici non interessano al potere politico locale e Regionale. La Diga di Armorano a Calestano di Parma è un’opera che darebbe benefici solo a livello locale, voglio ricordare che alla Diga di Vetto il Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura negli anni ’80 diedero Valenza Nazionale per i tanti benefici che dava, non solo alle terre del Prmigiano Reggiano; ma allora ai Ministeri operavano personaggi che pensavano alle necessità del territorio, proprio in quegli anni furono progettate e realizzate le dighe del Bilancino, Ridracoli, Montedoglio e il recupero della Diga del Molato, per parlare di dighe vicino a noi; tutte opere che hanno risolto i problemi idrici plurimi e dato lavoro e turismo alle loro valli.
Franzini Lino Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Enza
Sig. Franzini,
lei è veramente una Grande Persona! Ritengo ammirevole ed appoggio in pieno la Sua più che giusta battaglia! Come ho già precisato in precedenti commenti. Le voglio cortesemente chiedere un parere in merito ad una ricerca fatta.
A) “Illo tempore” i cosiddetti “compagni” dissero no! E no fu! (Si parla addirittura del dopoguerra)
B) La diga/invasi si faranno quando la Regione passerà a Destra!
D) Tempo fa, un Sindaco di Ramiseto di cognome Zambonini si batté aspramente, sostenendo l’importanza di tale intervento, ribadendo più volte che ne avrebbe portato un giovamento estremamente importante a tutti i livelli, mah…
Chi la dura la vince! Lei è ancora uno di quelli che fa la differenza!
“Merce rara di questi tempi” – Santo Dio che tristezza.
Massimo Pinelli
Non far ripartire i lavori della diga di Vetto è la prova che lo spopolamento dei paesi montani e dell’agricoltura non interessassero nulla ai rispettivi Sindaci dei Comuni a cui quest’opera darebbe i suoi benefici; sono loro che per primi devono fare le giuste pressioni sulla regione; ma la realtà è quella che tutti noi conosciamo; dei Comuni di Ventasso, Castelnovo ne Monti e di Vetto chi si è mai impegnato per quest’opera iniziata tanti anni fa e poi sospesa?. Teniamo conto che parliamo di un’opera iniziata non di un’opera che non sappiamo se è realizzabile o meno; ma il peggio temo che deve ancora venire, quello di realizzare dei piccoli invasi sull’Enza, che darebbero il colpo di grazia alla montagna, non solo a Vetto ma a tutti i paesi, ma ognuno ha quello che si merita.
Ricò Davide
Egr. Msssimo Pinelli, per anni ho toccato con mano i grandi benefici che portano gli invasi in montagna; per l’ambiente, il lavoro, i fabbisogni idrici plurimi e per la produzione di energia pulita; in Trentino Alto Adige di invasi ne hanno 93; e le assicuro che Trentini e Alto Atesini amano il loro territorio più di noi e che i loro invasi non hanno distrutto nulla, hanno portato turismo, lavoro e grande ricchezza; il loro è un territorio interamente montano e se non avessero gli invasi con le alluvioni di questi anni sarebbero stati distrutti. Inoltre è pura follia avere la possibilità di produrre tanta energia pulita e non fare nulla per la Diga di Vetto, anzi si spendono milioni di energia per pompare verso monte le acque del Po; le faccio un esempio, in Val d’Ultimo in Alto Adige, le quattro dighe producono più energia pulita dell’intero fabbisogno dell’intera Valle. Ora arrivo alle sue conclusioni, in venti anni ho provato a far capire a questa sinistra che ci governa che la diga di Vetto va fatta per la montagna e per l’agricoltura; le acque della montagna vanno conservate e non sprecate, ma ora mi sono convinto che fino a quando il PD governa questa Regione le speranze sono sempre meno, anzi ora qualcuno pensa di dare il colpo di grazia alla montagna proponendo piccoli invasi che non servono a nulla e che in estate sarebbero sempre vuoti; ma se l’energia va prodotta dal petrolio non si può fare la Diga di Vetto. E’ chiaro che i veri Ambientalisti sono coloro che vogliono la Diga di Vetto, sono coloro che vogliono fermare il dissesto in montagna, lo spopolamento dei paesi, migliorare il clima della Valle più inquinata d’europa, che vogliono dare ottima acqua dai rubinetti, che vogliono fermare i danni da esondazioni, che vogliono ridurre l’uso delle acque del Po, il grande fiume più inquinato d’Europa; ma al PD che ci Amministra sembra interessi ben poco, si vede che va bene così, visto che nessuno dei Sindaci Reggiani della Valle dell’Enza sostiene quest’opera. Se parliamo di Sindaci come Zambonini e Martino Dolci parliamo di Sindaci che amavano la montagna; persone di altri tempi che ragionavano con la propria testa e che ringrazio per quello che hanno fatto.
Franzini Lino
Grazie Sg. Franzini,
per la celere, sentita e molto professionale risposta. Devo onestamente riconoscere che in ogni suo commento si denota, oltre ad un fortissimo sentimento legato all’Opera un profondo attaccamento ai nostri territori. Ribadisco il mio completo appoggio e stima. Visitando diverse dighe in Italia e non confermo i suoi dati… sempre e comunque estremamente puntuali e precisi. Lavorando in ambiti legati all’ambiente, all’edilizia specialistica, al mondo dei rifiuti ed dell’igiene ambientale, ribadisco che il suo prezioso “APPELLO” deve essere preso in seria considerazione! Abbiamo bisogno di Persone che siano in grado di lasciare indelebili segni del loro passaggio. Persone “Non ipocrite” ma vere e capaci, che al di là dei diktat di partito e non siano ancora in grado di fare la differenza e dare un futuro ai nostri figli, nipoti e generazioni a venire! Colorare queste pagine grigie e impedire ai nostri ragazzi, per quanto possibile, di andarsene con il Cuore a mezza gola, ho “pendolare” per una vita come il sottoscritto, e migliaia di altre persone. Il nostro territorio possiede un poker d’assi (potenzialità turistiche e sportive , agricoltura eccellente con prodotti di valore mondiale, imprenditori/artigiani che imperterriti continuano le loro lotte quotidiane in maniera esemplare. Strutture Ospedaliere da almeno mantenere e potenziare per quanto possibile in maniera sana e genuina. I numeri sono importanti ma le persone lo sono di più! Le carte buone le abbiamo, ora serve solo qualche Buon Giocatore!
Meno burocrazia! Meno parole! Più fatti! Forse sono ancora un “Sognatore ” e faccio ridere. Ma facciamo attenzione perché “Storia e Natura” sono implacabili! prima o poi si riprendono il maltolto o il malfatto!
Massimo Pinelli