Le abbazie hanno sempre costituito un riferimento nevralgico, non solo per le comunità cristiane, ma anche per gli abitanti del territorio, in ordine a vari problemi sociali, economici e politici.
L’abbazia di Marola, come tutte le abbazie ecclesiastiche, è un monastero canonicamente eretto, con una propria autonomia giuridica, governato da un abate che presiede e guida la vita dei monaci, formanti una comunità ecclesiale e religiosa.
Nell’Alto Medioevo le abbazie, situate in campagna, promuovono varie forme di economia e politica agricola, permettendo la nascita di centri abitati e la costituzione di mercati zonali.
Non lontane dal monastero sorgono le fabbriche dei servizi e i magazzini, con frantoio e mulino in una piccola masseria e, inoltre, l’economato, l’infermeria, l’abitazione dell’abate, la foresteria, le scuole, le officine dei fabbri, dei falegnami, degli incisori, degli orafi, che costituivano quasi dei quartieri industriali e portavano al monastero lavoratori e artefici competenti nei vari settori.
Nel Convegno del 18 maggio p.v. verranno trattate le caratteristiche delle abbazie matildiche di Nonantola, San Benedetto Po, Brescello, Canossa, Marola, Frassinoro. Nell’occasione sarà disponibile il testo I Convegni dell’Abbazia. Atti delle giornate di studio, Marola 2016 – 2017 – 2018 (Deputazione di Storia Patria – Fonti e Studi 7).