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Casina, commemorazione vittime di Cernaieto

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La commemorazione dei 24 caduti, assassinati a guerra finita, si terrà il 27 aprile dalle ore 12 alla presenza del sacerdote, con cerimonia di benedizione nel bosco di Cernaieto - Trinità (Casina).
Alle ore 12:45, conviviale al Ristorante “Notari” di Trinità.
Interverrà l’onorevole Remo Sernagiotto, parlamentare europeo, e parteciperanno i familiari delle vittime.
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Era il 23 aprile 1945, 21 militi della GNR del presidio di Montecchio (Re), dopo due giorni di battaglia, si fidarono delle parole del parroco di Montecchio, don Ennio Caraffi, anche lui ingannato, portava loro il messaggio dei partigiani: “la resa a patto di aver salva la vita e la condizione di non subire maltrattamenti e percosse”. 

Verso le nove del mattino uscirono da Cà Bedogni” (Montecchio) crivellata di colpi, all’interno dell’abitazione giacevano due ragazzi feriti (gli unici che si sarebbero salvati), due legionari morti, e nello scantinato il cadavere del partigiano *Lodovico LandiniIl vicecomandante dei partigiani, nonostante la parola data nella trattativa di resa, ordinò che tutti i militi venissero fucilati seduta stante. L’ordine però non venne eseguito per l’intervento di un superiore ed i partigiani legarono i prigionieri tra di loro, con del filo di ferro e li avviarono a piedi verso la prigione” partigiana di Vedriano di Trinità – Canossa (Re), dalla quale non fecero più ritorno

In seguito vi fu un processo farsa della polizia partigiana e i 21 soldati vennero riconosciuti prigionieri di guerra, in spregio alla Convenzione di Ginevra vennero poi massacrati (unitamente a tre donne), anche se nel contempo la guerra era terminataSono passati oltre settant’anni dalla tremenda fine dei prigionieri trucidati nel bosco di Cernaieto e mai nessuna Istituzione li ha voluti ricordare, non sappiamo se per paura di ritorsioni o per ipocrisiaNelle due fosse comuni nel bosco di Cernaieto sono stati rinvenuti resti di minorenni, di un padre massacrato assieme al figlio, di tre donneViappiani Paolina di 22 anni, Spaggiari Maria di 29 anni e un’altra non identificata.

La storia di Paolina, ragazza madre, è particolarmente toccante in quanto fu sequestrata dai partigiani e ammazzata dopo un mese terribile trascorso nell’edificio della scuola elementare trasformato in luogo di detenzione e violenza: eppure il padre del suo figlioletto di due anni era un noto partigiano garibaldino. Altre salme non sono state identificate in quanto impossibile il loro riconoscimento. 

Fu una vera e propria strage: i cadaveri dei prigionieri vennero ammassati in fosse comuni come non si fa neppure con gli animali. Questo sterminio non è ricordato come atto di giustizia nelle rievocazioni storiche della Resistenza, a testimonianza della volontà  delle associazioni partigiane di occultare la parte scomoda della storia.

Questa commemorazione è anche un’occasione per fare doverosa e giusta memoria del sacrificio di persone innocenti (sempre dimenticate dalle Istituzioni!) e per ribadire la condanna di ogni forma di violenza, sia comunista che fascista.

Relativamente al partigiano *Lodovico Landini, secondo la ricostruzione operata sulla base di documenti inediti nel libro Cernaieto, il partigiano sarebbe stato ucciso non dai militi della Rsi, ma da una pallottola di fuoco amico” nella battaglia di Cà Bedogni”.

(Fonte: Il libro “CERNAIETO,  La Strage, La Croce e il Femminicidio di Paolina”, di Fabio Filippi e Pierluigi Ghiggini)

CERNAIETO 2019

4 COMMENTS

  1. Per chi ha la mia età e ha avuto modo di ascoltare dalla voce di mio padre, partigiano, la realtà delle cose, partecipare a certi eventi che inneggiano all’operato di alcune brigate partigiane e con la stessa visibilità non si raccontano altri atti come l’eccidio di Argelato, di Cernaieto e tanti altri a guerra finita, o la barbara uccisione del Seminarista Rolando Rivi di 14 anni, parteciparvi mi diventa molto difficile. Spesso partecipo con la speranza di far comprendere ai giovani l’atrocità della guerra, anche se tanti di questi fatti non hanno nulla a che fare con la guerra. Purtroppo dobbiamo constatare che la “dipendenza” a certi schieramenti persiste ancora e rende cieche e sorde tante persone, e questo continua a portare a glorificare certi gesti e a tacerne altri. Non si demanda alla bilancia la verità, ma sui piatti della bilancia andrebbero messi pro e i contro; ma questo non succederà mai perché la “verità” ognuno la racconta a modo suo, ma si sappia che non è la verità.

    Lino Franzini

    • Firma - Franzini Lino
  2. Capisco chi dice “parteciparvi mi diventa molto difficile”, perché negli anni passati a me è capitato non di rado d’esser presente a commemorazioni o iniziative in ricordo delle vittime delle azioni nazifasciste, ma è sovente capitato che divenissero occasioni per fare politica e trasformare quei momenti in “requisitorie” e parole ostili verso gli avversari del momento, tanto che ho poi smesso di prendervi parte.

    D’accordo anche nel ritenere che “sui piatti della bilancia andrebbero messi pro e i contro”, ma vedo che questo sarà molto difficile da ottenere, almeno per un po’ di tempo ancora, e intanto dobbiamo accontentarci del fatto che vi sia stato almeno qualcuno che ci ha raccontato – e c’è da sperare che si continui a farlo – qualcosa in più rispetto a quella che sembrava dover essere l’unica ed insindacabile “verità”.

    P.B. 24.04.2019