Continuano gli attacchi dei lupi, non sono negli allevamenti ma anche nei giardini di case e nei pressi dei centri urbani.
La presenza dei lupi negli ultimi anni si è moltiplicata con stragi negli allevamenti.
«In base alle norme relative al benessere animale – commenta Assuero Zampini direttore della Coldiretti reggiana - le aziende zootecniche hanno creato sempre più spazi aperti e comunicanti con l’esterno. Non ci sono prevenzioni o contenimenti all’ingresso di lupi o predatori all’interno degli allevamenti e questo può provocare decine di migliaia di euro di danni sia per le aggressioni dirette agli animali sia indotti dallo spavento provocato come il rischio di aborti, frattura degli arti e diminuzione della produzione di latte».
«Il problema non è più solo legato ai pascoli di montagna – continua Zampini – ma come abbiamo già verificato riguarda tutti gli allevamenti anche in prossimità dei centri urbani. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti e nella tutela dei cittadini che rischiano di trovarsi faccia a faccia con i lupi in giardino».
È necessario che si attuino misure di prevenzione e al contempo che vengano creati canali rapidi ed efficaci per garantire giusti indennizzi alle aziende che subiscono danni dai frequenti attacchi dei lupi. I risarcimenti – precisa la Coldiretti di Reggio Emilia – devono arrivare senza complicazioni burocratiche.
«Ci aspettiamo – continua Assuero Zampini – un impegno concreto per tutelare un bene comune con un sostegno pubblico a sistemi di difesa appropriati e un rapido ed adeguato rimborso dei danni, con procedure burocratiche più snelle. Ricordo che esiste una circolare, con particolare riferimento a Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, del ministero dell’Interno, inviata alle Prefetture, che dà il via libera all’abbattimento dei predatori, come «misura preventiva» e «soltanto a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili».
«Gli attacchi dei lupi continuano – conclude Zampini - gli allevamenti sono a rischio e non possiamo ignorare l’allarme».
Leggendo ciò che scrive Assuero Zampini della Coldiretti, mi viene da pensare che sia un extraterrestre; è un uomo che pensa agli agricoltori, a cosa succede ai vitelli, alle pecore, agli animali da cortile quando vengono sbranati da branchi di lupi; ciò che succede a questi animali indifesi è semplicemente atroce; e se un giorno dovesse succedere qualcosa ad un bimbo, e succederà, sarà chiaro che le responsabilità, civili e penali, dovranno ricadere su chi non ha mai fatto nulla per limitare il numero di questi animali, che per loro natura sono portati ad aggredire. Purtroppo persone come Assuero Zampini che vorrebbero tutelare le pecore e i vitelli sono pochi; voler tutelare questi animali non fa audience sulle TV, sui giornali, nelle piazze; fa audience e porta qualche voto a chi sostiene che il lupo è bravo, buono, guai a toccarlo; queste persone cambierebbero idea se a veder morire fossero le loro pecore o i loro vitelli, a cui un allevatore è legato da un amore come se fosse un componente della propria famiglia; ma di questo a qualcuno non importa nulla; e poi ci lamentiamo che le cose vanno male, abbiamo ciò che meritiamo, grazie a qualcuno.
Franzini Lino Sindaco di Palanzano
Caro Lino, per onestà intellettuale: gli agnelli finiscono, soprattutto quelli maschi, sgozzati (senza stordimento, il più delle volte, come nei giorni rituali) con sofferenze indicibili. Lo fa l’uomo costantemente, ma di questa sofferenza nessuno parla. Analoga sorte alle pecore a fine carriera.
Finiscono sgozzati (ma in questo caso storditi) tutti gli animali che l’uomo alleva con amore a fini produttivi: vacche, vitelli da latte, suini, suinetti, cavalli (anche cavalli da affezione di cui i proprietari si vogliono liberare), conigli, pollame.
Vogliamo forse affermare che l’uomo è l’unico animale a poter causare sofferenze e mangiare carne?
(IE)
Non è la prima volta che si legge di ingenti danni causati dai lupi, che per loro natura non possono convivere con vitelli, pecore, animali da cortile e purtroppo non sono da escludere bambini..
Pienamente d’accordo col sindaco Franzini, aspettiamo solo che succeda la disgrazia. Ma chi sono i responsabili? Il mio “dubbio” è che siano proprio coloro che hanno voluto reinserire il lupo sui nostri monti, che non ne vogliono regolarizzare la diffusione e che speravano che qualche esemplare potesse rimanere sul crinale dove è stato portato…ma cosa pensavano che mangiassero i lupi sul crinale? il cibo è a valle…e il lupo lo segue!
é incredibile come si riesca sempre a fare azioni solo per far parlare di se senza riflettere sulle conseguenze.
Andrea
Buongiorno Andrea. Visto che si parla di responsabili, se non vogliamo discutere di aria fritta, ci potrebbe dire chi sono secondo lei? Chi sarebbero coloro che “hanno voluto reinserire il lupo sui nostri monti”? Altrimenti, siamo al solito “piove, governo ladro”, e ce la prendiamo con qualcuno che non si sa chi sia…
Andrea
A me sembra che il “primo” Andrea usi una espressione piuttosto equilibrata, quando parla di “regolarizzare la diffusione”, da cui si evince, salvo io ne abbia frainteso il senso, che non si auspica la “rimozione” del predatore dal nostro territorio, bensì un’opera di controllo e regimazione, ossia il contenimento della specie laddove tende ad espandersi eccessivamente, cioè ad “esorbitare”, con le relative conseguenze (e l’allarme che inevitabilmente ne deriva).
Il “secondo” Andrea non crede invece all’ipotesi del reinserimento, e potrebbe anche aver ragione, così da far dire che entrambe le tesi possono essere fondate, pur se andrebbe spiegato come mai il lupo abbia fatto il suo ritorno dopo decenni di assenza, e dopo che da noi se ne erano perse completamente le tracce (non tutti sono infatti d’accordo nell’attribuire la ricomparsa del lupo all’aumentata popolazione degli ungulati selvatici)
La disquisizione sul reinserimento o meno del lupo per mano dell’uomo assume tuttavia una valenza essenzialmente “accademica”, visto che si tratta ora di trovare il modo concreto, da parte della politica e delle istituzioni preposte, di conciliare la presenza del predatore – qualunque sia l’origine di tale presenza – con la salvaguardia degli allevamenti e con la tutela dei cittadini, mutuando le parole di questo articolo (e per cercare e possibilmente trovare la giusta mediazione, è abbastanza verosimile che non debba esservi una parte molto più “tutelata” dell’altra).
P.B. 16.04.2019
Egregio P.B.
premesso che sono completamente d’accordo con lei e con il “primo” Andrea sull’aprire una discussione costruttiva riguardo la “regolarizzazione della diffusione” del lupo, tristemente auspicabile a causa della rottura degli equilibri naturali operata dall’uomo, mi permetta di puntualizzare che il fatto che il lupo sia o meno stato reintrodotto non è una questione di opinioni o di “potrebbe anche avere ragione”, ma è un’affermazione basata sugli innumerevoli studi scientifici e sui dati ufficiali che sono di pubblico dominio. Non esiste, e non è mai esistito, un piano di reintroduzione del lupo, ne in Italia ne in Europa. Basta una semplice ricerca in rete per verificarlo. La diffusione di leggende e di fake news, d’altra parte, non ha a mio avviso una valenza puramente accademica ma, come evidenziato sotto anche dalla redazione, alimenta credenze infondate, possibili atti di violenza sugli animali, ed una ingiusta caccia alle streghe nei confronti delle associazioni ambientaliste, che come tutti hanno commesso i loro errori ma che troppo spesso sono bersaglio di critiche infondate.
Andrea
Volete capire che i lupi puri sono il 30%? Gli altri sono cani incrociati con lupi e per questo pericolosissimi perché non temono l’uomo.
Perché non si possono abbattere i non lupi?
Quando succederà qualcosa di brutto partirà lo sterminio incontrollato di tutti?
Cg
NOTA DELLA REDAZIONE: pubblichiamo il suo commento ma, gentilmente – onde evitare il circuito infinito delle fake news – le chiediamo da dove proviene questa sua analisi dato che, sul lupo in Appennino, ci sono studi scientifici in proposito che non confermano quanto da lei detto.
Il lupo è un predatore così come gli ibridi, così come gli orsi e grandi felini. In tutto il mondo, dove esistono questi animali l’uomo li teme e li combatte per non diventare la loro preda. Noi qui abbiamo i lupi e gli ibridi, io non dico di sterminarli o dargli la caccia, ma io sarei per dare la possibilità agli allevatori o ai padroni di cani o ai genitori di bambini (tutte possibili prede) di potersi difendere. Hanno fatto una legge (allucinante) che per legittima difesa si possono uccidere persone che vogliono rubarti in casa… che ne facciano una che puoi abbattere chi vuole mangiarti.
Max Carpineti
Signor Max , chi entra in una casa per effettuare violenza su una famiglia
( tagliare un orecchia a una signora di 74 anni e torturare il marito per ore..a mio avviso persone cosi’ sono le vere bestie ) derubare , violentare ….sceglie la delinquenza e il male come professione a prescindere.
Il diritto di difesa e’ sacrosanto .
Il lupo non sceglie il male , segue l istinto tutto qui. Non c’e’ crudelta’ premeditata
Non mescoliamo le carte con fatti e contesti completamente diversi
In Canada l’eliminazione dell animale e’ l ultima spiaggia , prima se possono li catturano vivi e li spostano in territori remoti , la pallottola non arriva quasi mai , ma se arriva non ne fanno una tragedia.
Il problema sono i soldi per implementare un sistema efficace , personale dedicato e attrezzature costano
giubba
Sig. Giubba,
per proteggere la popolazione esistono le forze dell’ordine, se ci mettessimo a sparare a tutti cosa ne uscirebbe? Uno ha i nervi tesi per i suoi motivi, vede uno nel suo giardino e gli spara… era il fattorino che faceva le consegne! Prossima mossa del nostro ministro dell’Interno? Liberalizzazione dell’acquisto delle armi, come negli Usa e tutti in giro con la colt nella fondina… Scusi, mi sa dire dove è via tale… bummm, un bel colpo in faccia. Abbiamo Carabinieri, Polizia di Stato, guardia di Finanza, ecc. Affidiamoci a loro!
Per la cattura dei lupi, ok sono d’accordo, ma poi dove li liberiamo? L’Appennino reggiano è un pelo più piccolo del Canada è un po’ più popolato.
Max Carpineti
Signor Max le auguro di cuore che nessuno venga a turbare la pace della sua famiglia. Per i lupi una soluzione, sempre se ci fosse a disposizione il denaro per implementarla, potrebbe essere dopo la cattura dei soggetti giovani, la sterilizzazione e il conseguente rilascio.
Giubba
Rispondendo al “secondo” Andrea, va sicuramente dato credito agli studi scientifici e ai dati ufficiali, ma io non sottovaluto neppure le “chiacchere del bar”, un luogo dove non manca di certo il contraddittorio tra opinioni ed esperienze diverse, da cui imparare qualcosa, e dove emerge “l’anima” di una comunità, e da questo discorrere ho appreso che anche sul nostro territorio si sarebbero visti lupi dal mantello nero, o tendente al nero.
Io non posso che esprimermi al condizionale, dal momento che l’ho sentito soltanto raccontare, ma se la cosa avesse fondamento, vista l’attendibilità degli interlocutori, c’è chi dice che tali esemplari sarebbero frutto di incroci con il lupo grigio della valle canadese del Mackenzie, del quale esiste una varietà dal colore nero, nel senso che sarebbe intervenuta la mano dell’uomo (non mi chieda Andrea come ha fatto quel tipo di lupo ad arrivare da noi perché non saprei rispondergli).
Ha poi ragione “giubba” nel fare la differenza tra chi “entra in casa per effettuare una violenza su una famiglia……derubare, violentare….”, e il lupo che segue l’istinto predatorio, ma anche Max Carpineti dice cosa non insensata quando ipotizza di dare la possibilità ad allevatori, padroni di casa, genitori di bambini, di potersi difendere, anche se poi giudica allucinante la legge per la legittima difesa, che consentirebbe a suo dire di poter uccidere le persone che vogliono rubarti in casa.
Io credo che in ambedue i casi occorra innanzitutto stabilire se, estremizzando i concetti per maggiore chiarezza, la proprietà sia da considerarsi “inviolabile”, o se invece vada intesa quale “furto” come qualcuno teorizzava non tantissimi anni fa, sino a giustificare o tollerare idealmente il cosiddetto “esproprio proletario”, perché se vale la prima concezione va garantita o concessa la possibilità di tutelare la propria casa, proprietà, e i propri beni (poi si potranno e dovranno trovare punti di mediazione ma senza ledere il diritto a difendere noi stessi e quanto ci appartiene).
P.B. 21.04.2019
Gentile PB le chiacchiere da bar sono ottime per accrescere il contraddittorio sulle opinioni. Non sui fatti.
E a parte tal Zunino che ipotizza rilasci di lupi ibridati con i fantomatici lupi del Mackenzie ipotizzando per altro un complotto internazionale per truccare i risultati del DNA, tutti e ripeto tutti gli studi scientifici fatti, e la comunità scientifica nazionale e non solo racconta un altra storia.
Che poi al bar lupi di 25/30 kg diventino Lupi Mannari di 80 kg e oltre fà parte del folklore dei pescatori e dei cacciatori. Ma è folklore.
I lupi sono tornati partendo dal nucleo sopravvissuto in Italia centro meridionale. Non ho nessuna notizia di studi che dimostrino che gli ibridi siano più confidenti, che si avvicinino di più ai paesi perché meno adatti a cacciare e sopratutto SIANO PIU’ PERICOLOSI per l’uomo.
Se esistono studi seri e qualcuno ne è a conoscenza è pregato di darmi i riferimenti.
In Italia abbiamo la pessima abitudine di essere tutti allenatori della nazionale, tutti primi ministro ecc. ed è proprio nei bar che esercitiamo meglio le nostre doti. Proviamo a migliorarci in qualche biblioteca.
Cordialità
AG
Egregio AG, a proposito di biblioteche, mi è talora capitato di leggere sui libri tesi fra loro divergenti, se non apertamente contrastanti, riguardo ad un determinato argomento, e le rispettive fonti erano altrettanto autorevoli, talché mi sembra possa valer la pena di tener conto anche della opinione e della esperienza di chi non è in grado di scrivere libri.
Ricambio le cordialità.
P.B. 23.04.2019