Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Abbiamo bisogno di acqua, di energia e di lavoro; ma a Reggio Emilia e a Bologna non lo sanno.
A livello mondiale lo sanno tutti che l’acqua, oltre ad essere il bene più importante dell’umanità, è energia pulita, e ovunque, nel mondo, dove una valle lo consente, si realizzano invasi per conservare le acque e per produrre energia pulita, quella idroelettrica, la regina delle sorgenti alternative; ma questo non vale per Reggio Emilia, Parma e Bologna; le acque pulite dell’Enza vanno mandate al Po per poi sprecare energia per ripompare quelle del Po verso monte per irrigare i prati stabili.
Il 4 di marzo 2019 la Salini Impregilo, ditta Italiana, che già sta realizzando in Etiopia la grande Diga Grand Ethiopian sul Nilo Azzurro e la diga di Koysha da 2,5 miliardi di euro, si è aggiudicata un appalto per la costruzione di un gigantesco impianto idroelettrico in Australia, da 3,2 miliardi di Euro per produrre energia pulita.
La Salini Impregilo, che sta inglobando l’Astaldi, una delle tre ditte appaltatrici della Diga di Vetto, si occuperà del più grande progetto idroelettrico mai realizzato in Australia; infatti, il gruppo ha firmato un contratto da 3,228 miliardi di euro per la realizzazione di lavori d’ingegneria civile ed elettromeccanica a supporto delle energie rinnovabili di cui il paese ha bisogno.
Il progetto idroelettrico denominato Snowy 2.0 comporterà l’impiego di oltre 7000 persone, garantirà un accumulo di energia su larga scala pari a 350.000 MW l’ora.
L’appalto consisterà nel realizzare e collegare tra loro due grandi dighe con una serie di gallerie e costruire una centrale idroelettrica dotata di un sistema di pompaggio collocata a mille metri di profondità, questo impianto, il più potente in Australia, consentirà di sopperire alla carenza di energia eolica e fotovoltaica, che, come risaputo dagli operatori del settore queste fonti non sono affidabili, poiché legate al vento e al sole e non sono sempre disponibili quando servono e nella potenza che serve, mentre quella idroelettrica prodotta da invaso è sempre disponibile nei momenti del fabbisogno e nella potenza necessaria.
Ma mentre ovunque si stanno realizzando invasi, anche in Umbria sono ripartiti con un grande invaso sospeso nel 1994, sulla Valle dell’Enza non si decide di far ripartire la costruzione della Diga di Vetto, sospesa da trenta anni; uno sbarramento di 20 metri più basso di quello di Ridracoli e che oggi costerebbe poco più di cento milioni di Euro; un’opera iniziata proprio dalla ditta Astaldi con la Pizzarotti.
Chi amministra questi territori, partendo dai Comuni, dalle Unioni, dalle Province e dalla Regione?
Non basta il fabbisogno idrico ed energetico e la carenza di lavoro per dire di si alla ripresa dei lavori di costruzione della diga di Vetto come da progetto, ma non sono bastati neppure i centinaia e centinaia di milioni di euro di danni provocati da siccità ed esondazione e neppure il pensiero di ridurre i miliardi di Euro che si spendono per produrre energia da gas e gasolio, per importare energia nucleare.
Nel reggiano solo l’ex comune di Ramiseto approvò, con voto unanime, in consiglio, il parere favorevole alla Diga di Vetto.
Un giorno queste amministrazioni capiranno che le acque sono un bene inestimabile e che non può essere sprecato, ma sarà troppo tardi e i fautori del no a tutto, che portano enormi benefici ai produttori di energia termoelettrica canteranno vittoria; ma sarà la fine del Parmigiano Reggiano e dei nostri paesi montani; grazie a questi “geni” sarà la fine della Valle dell’Enza.
(Lino Franzini. Sindaco "Parmigiano Reggiano" di Palanzano)
Grande Lino, la tua determinazione e’ incredibile e quasi commovente: speriamo porti qualche frutto.
Te lo meriti tu e tutta la valle dell’Enza (e non solo)..
IvanoPioppi
Spero vivamente che tutti si mettano una mano sulla coscienza per poter dare una seconda vita a questa vallata e a tutti i paesi che ne hanno un grande bisogno ma soprattutto e con la costruzione della diga ne beneficiano tutti poi gli ottusi e chi non ne vuol neanche sentire o per profitti personali li troveremo sempre
Massimo
Ma ai Sindaci della Valle dell’Enza, a partire da Ventasso fino a Brescello, che hanno il territorio più importante del Parmigiano Reggiano, che hanno vigneti e altri importanti prodotti dall’agricoltura, di avere le acque pulite dell’Enza per le Aziende Agricole dei loro territori, non importa nulla?; i cambiamenti climatici loro non li vedono?; i danni da esondazioni non li riguardano?; in che strano mondo viviamo, pompare l’acqua del Po e sprecare quella dell’Enza che scende da sola e che potrebbe produrre tanta energia pulita come dice il Sindaco di Palanzano; complimenti, intendo a Franzini non certo agli altri
Sergio
Salve Franzini siamo perfettamente d’accordo! E solidali.
Agnetti Francesco
La diga di Vetto, una delle tante opere che servirebbero a questo vecchio e malato paese.
Ho 54 anni e ne sento parlare da quando ero bambino ma da come vanno le cose in Italia probabilmente la vedranno il miei pronipoti.
Giovanni R.
A questo punto partiamo con una raccolta di firme in piazza. Senza colori politici, senza se e senza ma, dove chi è favorevole possa esprimersi liberamente apponendo la propria firma. Dovranno pure ascoltarci
maru
Che ai politici dei paesi montani non importa nulla è chiaro e lo spopolamento, il dissesto, l’abbandono del territorio e l’azzeramento del valore delle case su questi paesi, ne sono il risultato; ma non è concepibile che ciò sia fatto con il tacito assenso degli amministratori della montagna; effettivamente il silenzio dei Sindaci sulla diga di Vetto è come il silenzio dei Sindaci sul punto nascite di Castelnuovo; ma forse è quello che noi montanari ci meritiamo visto che di cambiare le cose non siamo capaci; ma a sorprendere maggiormente è il silenzio delle aziende agricole della pianura.
Sergio
Amico Lino, credo, e Dio voglia che mi sbagli, che questa diga, se non viene stravolto completamente l’attuale quadro politico Regionale e qualche assetto locale, non si farà mai. Mi sono profondamente convinto che questo è solo ed esclusivamente un veto politico. Il ragionamento, a mio avviso è semplice; mi sono poste due domande: chi comanda in Regione e chi dovrebbe gestire la diga e se i colori combaciano, vedi Ridracoli, allora si può fare, diversamente non c’è ragionamento sensato che tenga. Il gestore deve essere ben gradito, e non poco, alla nostra Regione. Quindi nel Po, vista la siccità, possono anche cominciare a scavare per trovare il gas o del petrolio e di tutto il resto non ne frega niente a nessuno.
Considerando di come stanno andando le cose, noi nostalgici ma responsabili, dovremo farcene una ragione o cambiare qualcuno in Regione, solo così si può sperare.
Andrea Azzolini
Il progetto Snowy 2 in Australia di cui parla Franzini dimostra che ci sono Nazioni a cui preme produrre energia con sorgenti alternative; operando nel settore ho voluto documentarmi su questo progetto, è un’opera di ingegneria idraulica stupenda; e pensare che gli Italiani sono stati tra i primi a sviluppare gli impianti idroelettrici di pompaggio con il Brasimone; come lo sono stati con il Geotermico in Toscana. Ma ora sono venuti a mancare le persone che pensavano al bene Comune, ora l’energia va prodotta con il gas o il gasolio, se inquina non importa nulla a nessuno, tanto meno a quelli che si definiscono verdi o ambientalisti; guai a parlare della Diga di Vetto, al massimo si può parlare di piccoli invasi che non provocano danni economici a chi vende gas e gasolio.
Daniele
Quando avevo 13 anni sentivo parlare di questa diga e da allora ad oggi che ne ho 50 , ogni anno che passa ne sento parlare. Vorrei tanto sapere da chi potrebbe farla questa diga non si inpegna per farla.
G.A.
Condivido totalmente con Andrea Azzolini.
Purtroppo, perché la diga la vorrei vedere, non le chiacchiere!
L’acqua che perdiamo sarebbe preziosissima
(Enrico)