Ci sono persone in grado di lasciare un segno profondo nelle vite degli altri, in grado di tirare fuori il meglio! Padre Remo Ferrari apparteneva a questa categoria. La sua vita è stata straordinariamente ricca d’incontri e in ciascuno di essi ha fatto
un piccolo, silenzioso capolavoro.
È davvero difficile e al tempo stesso facile, raccontare di padre Remo. Difficile perché sintetizzare la sua vita così intensa, significa automaticamente non dire tutto… ma solo in generale! Facile perché è stato così tanto per tutti, che di cose da riportare ce ne sarebbero sicuramente un’infinità!
Molti giovani, ormai ora adulti, l’hanno conosciuto con i primi campi esperienziali, nelle missioni in Turchia, negli anni in cui padre Remo era stato nominato segretario dell’animazione missionaria (dal 1079 al 1996) presso il Centro Missionario di San Martino in Rio.
Altri lo hanno avuto come responsabile, nello svolgere sempre a San Martino in Rio il periodo come obiettore di coscienza; tanti come confessore o guida spirituale, o semplicemente amico.
Stare al suo fianco voleva dire esercitarsi ad essere elastici e pazienti; lui era una persona ricca di fantasia, imprevedibile, quindi non stava assolutamente dentro a dei ritmi quotidiani, ma il suo animo fortemente carismatico lo portava ad essere… così… un po’ ribelle... se possiamo usare questo termine con simpatia!
Spronarti e incoraggiarti era veramente nelle sue corde! Sapeva tirar fuori il meglio in ognuno, valorizzando e amplificando i talenti di tutti coloro che entravano in relazione con lui.
La sua spiritualità era fine e profonda, non mancava mai di analizzare con cura delle tematiche di fede o della vita, cercando di far vedere le cose sempre sotto nuove prospettive. Per padre Remo, l’essere vicino ai malati per alcuni anni (da prima cappellano all’Ospedale di Piacenza e poi all’Arcispedale di Reggio Emilia) è stato un tempo di grazia, in quell’esperienza ha temprato la sua fede.
“I suoi doni personali sicuramente lo hanno aiutato, ma affidarsi alla Parola e da questa attingere forza! Questo stile lo ha costretto a rendere ragione della sua fede ogni giorno, esigendo una robusta e profonda esperienza di Dio.
L’incontro con la malattia e la morte ti aiutano ad andare all’essenziale!”.
Queste sono tra le parole pronunciate da frate Matteo Ghisini, attuale responsabile dell’animazione missionaria a San Martino in Rio, nell’omelia del trigesimo in cui si è celebrata la santa Messa, il 12 marzo scorso.
Padre Domenico Bertogli, missionario in Turchia da tanti anni, ha presieduto la celebrazione, mentre altri confratelli hanno concelebrato unendosi alla preghiera.
Diversi amici hanno condiviso anche il momento successivo di questa serata, radunandosi nel teatrino del convento per uno scambio di ricordi, pensieri, aneddoti e foto.
Ora, dal cielo, siamo sicuri che il lavoro per padre Remo sia notevolmente aumentato, vegliare su tutti noi!
Avrà il suo da fare! Ma a lui piaceva molto questo darsi per gli altri. Siamo sicuri che continuerà a farlo!
Grazie padre Remo!
(La Libertà, edizione 27/03/'19)