Riceviamo e pubblichiamo
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Mercoledì 20 marzo si è svolto un incontro sindacale presso l’Asp Don Cavalletti di Carpineti, presenti la direttrice e la presidente del Consiglio di amministrazione.
In quella sede l’amministrazione ha confermato la decisione di avviare le procedure per l’esternalizzazione a un soggetto privato del servizio cucina; una ennesima fase del processo di depotenziamento di questo Ente, dopo l’esternalizzazione del Sad, avvenuta circa un anno fa.
Un altro colpo inferto al lavoro pubblico con buona pace delle operatrici che da anni svolgono con professionalità e dedizione un lavoro prezioso e apprezzato dalle famiglie e dagli ospiti della struttura, per le quali sarebbe invece opportuno e rispettoso dare maggiori certezze occupazionali e ragionare su di un futuro legato alla continuità e alla qualità del lavoro e dei servizi.
Alla base di questa ennesima incomprensibile scelta di esternalizzare un servizio, scelta purtroppo condivisa in precedenza dai sindaci soci, vi è una stima “presunta” del deficit di bilancio dell’Asp che ammonterebbe a 17,000 euro (?!?) riferito all’anno 2017, anche se va detto che non è stato possibile verificare quanto affermato dall’amministrazione, visto che a oggi non è dato a sapere ufficialmente che fine abbia fatto il bilancio di esercizio 2017 né tanto meno, come è ovvio, quello di previsione 2018, alla faccia dell’amministrazione trasparente...
In assenza di dati certi e certificati dagli organismi di verifica e controllo dei conti dell’Asp, non è stato quindi possibile, in sede di confronto, analizzare in modo compiuto ed esaustivo lo stato economico e finanziario e con esso le conseguenti ricadute occupazionali di una Asp che ricordiamo essere unico presidio pubblico per la popolazione anziana del distretto della montagna.
È pertanto curioso e stupefacente come una amministrazione pubblica chieda al sindacato e alla Rsu di avallare “al buio” una decisione come questa, che riteniamo sbagliata e dannosa per i lavoratori e più in generale per la comunità montana, peraltro non supportata da dati certi e oggettivi che in qualche modo ne giustifichino la scelta.
Purtroppo la questione si trascina da oltre due anni, con il risultato di assistere a un preoccupante e progressivo peggioramento del clima organizzativo nei confronti dei lavoratori che, loro malgrado, hanno pagato e stanno tutt’ora ingiustamente pagando sulla loro “pelle” scelte e decisioni improntate solo al risparmio sul costo del lavoro e alla totale mancanza di progettualità per il futuro.
Nel ribadire la nostra netta contrarietà ad ogni forma di svalorizzazione del lavoro pubblico con conseguenze tali da mettere a rischio i posti da lavoro o nella migliore delle ipotesi di prefigurare de-mansionamenti dei propri dipendenti, come organizzazioni sindacali incontreremo i lavoratori per informarli sugli ultimi sviluppi della situazione.
Mantenere la natura pubblica dell’Asp è possibile alla sola condizione che l’amministrazione riveda la propria posizione e prosegua, collaborando con il sindacato, nell’opera di risanamento dei conti agendo sulla leva della riorganizzazione del lavoro attraverso la re-internalizzazione della parte attualmente appaltata alle cooperative (Casa Protetta e Assistenza Domiciliare): se ci fosse questa volontà, si potrebbero ottenere risparmi tali da garantire la sostenibilità economica dell’Asp. Altre esperienze, in questa e altre province vicine, hanno dato risultati molto diversi.
Non sarà che il problema, a questo punto, non sia dei dipendenti ma di chi amministra?
(Sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl)
La mancanta presentazione del bilancio credo sia la scusa per avvallare la scelta di esternalizzare l’ennesimo servizio della struttura, ed e’ la prosecuzione del “progetto” delle amministrazioni di cedere l’Asp ad enti privati. Con buona pace dei lavoratori e della qualita’ del servizio dato agli ospiti delle struttura, che ricordo sono anziani ed ammalati. Purtroppo la mia speranza che si fermi questa vergogna, e’ veramente poca, considerando il disinteresse di chi non e’ toccato dal problema.
Commento firmato