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I racconti dell’Elda 12 / “Tornano i segreti della Pietra”

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Tempo fa vi ho raccontato degli orti dei Frati e alla fine mi ero ripromessa di tornarvi l’anno dopo, un anno proprio non è passato, ma sapete alla mia età si ha fretta di fare le cose, non si sa mai che qualcosa resti incompiuto.

Io di accompagnatori ne ho tre più altri quattro di riserva, Questa volta mi sono rivolta al più anziano, anche lui amante della Pietra e del suo passato, anzi diciamo di tutto ciò che riguarda la storia si è divorato libri e libri, specialmente sulle conquiste dei Romani e io dopo dovevo sorbirmi tutti i suoi riassunti orali e molto dettagliati.

Bene mi munisco di scarponi e racchette, ed in macchina arriviamo sul piazzale della Pietra poi ci incamminiamo sulla mulattiera che conduce a Fontanacornia e ancora una volta resto stupita davanti al grande lavoro di recupero che è stato fatto.

Sulla nostra destra si è aperto un grande parco, sono stati eliminati i cespugli di rovo e le piante di robinia che infestavano la zona, così le varie roverelle hanno preso forza mostrandosi in tutta la loro bellezza, poi recinzioni con legni incrociati che fanno da protezione al tutto. In una conca e stata fatta la ricostruzione di una carbonaia lasciandone un angolo aperto cosi i bambini potranno vederne anche l’interno con tanto di camino “sfiatatoio” portate in questo bellissimo parco i vostri bambini, questa è la nostra storia, la storia della nostra Pietra.

Poi guardo alla mia sinistra dove sotto a un grande sasso fa bella mostra di se una grande “griglia” dove qualsiasi persona può farsi una salsiccia arrostita basta raccogliere un po’ di legna che lì non manca e accendere un fuoco, dopo vi accoglieranno comodi tavoli con panche, una bella idea per chi vuol passare una bella giornata in mezzo alla natura, poi basta alzare gli occhi e la Pietra è lì sopra di te che ti guarda e ti protegge.

Cominciamo a salire dove ci aspettano gli orti dei Frati, ci accolgono comodi sentieri puliti e i muretti a secco che ti fanno capire come in passato la zona era curata, e qui troviamo altri tavoli, altre panche altre recinzioni, ma più rustiche. Arrivati circa a metà salita, mi meraviglio nel vedere che il muretto che ci accompagna su per il sentiero con le sue curve, finisce ai piedi di un grande muro e si ferma con un sasso più grosso che mi dà l’impressione di una soglia. Mi spiegano che fino agli anni 50 c’era un altro muretto parallelo a questo, poi in quegli anni demolito e i sassi usati per fabbricare altrove e questo significa che c’era una specie di viale, però nessun segno di entrata dove si ferma. Giro attorno a questa parete di sasso perfetta, che ha una certa pendenza e questo mi fa ricordare tanto le vecchie case medioevali. Entro sopra questo gran terrapieno e noto che il muro ripristinato da poco, continua in forma semicircolare finendo vicino a un grande sasso. Un masso grandissimo caduto chissà quanti anni fa (forse mille o giù di lì) sopra questa abitazione e qui penso proprio di non sbagliare se la chiamo abitazione e ascoltate il perché.

Questo masso nel cadere si è spezzato in due o tre parti formando una specie di capanna lasciando al centro un’apertura a forma di triangolo e lì un po’ gattonando siamo entrati. Ci siamo trovati dentro una grotta non molto ampia, perché ancora piena di terra e foglie, però la cosa che più mi ha colpito è stato scoprire che la costruzione circolare che ho visto fuori continua anche all’interno di questa grotta. Perciò quello che hanno scoperto è che dove c’erano gli orti dei Frati, secoli fa esisteva un’abitazione.

Ora spetta noi capire cos’era e qui ci vuole molta fantasia, che a me non manca. La forma circolare mi dà l’impressione di un’abside di un Oratorio, potrebbe essere che secoli fa ci fosse qualcosa del genere? Non sarà stato qui il famoso hospitale “foresteria” per i pellegrini diretti a Roma? Forse sarà stato qui che Bertulfo 3° Abate di Bobbio che nel 628 fu ricoverato in fin di vita con febbre altissima, in un “hospitale” sotto la Pietra, poi miracolosamente guarito da un’apparizione di San Pietro come racconta Cesare Capone nel suo libro “Bismantova e la sua Madonna”?

Se, guardate lo ripeto SE, questo era un Oratorio con annesso “hospitale” è plausibile che una volta distrutto dal masso, l’abbiano ricostruito più in alto sotto l’ala protettiva della Pietra.

O forse non era altro che una casa di qualche signorotto, questo lo fanno pensare i parecchi cocci di mattoni e di coppi che sono saltati fuori durante il recupero e i tanti pezzi di gesso. Una volta i pavimenti delle case padronali sotto la Pietra (vedi anche a Vologno) erano battuti col gesso che trasportavano dal secchia lo ricavavano dal “Munt ed Gess” che si trovava dalle parti del Pianello. Se è così, certo non era povera gente, il trasporto di quantità di gesso richiedeva molta mano d’opera.

Qui può aiutarci solo la fantasia, perché chinandomi ho trovato un reperto di cm. 5x3 si tratta dell’orlo di un vaso lucido all’interno, sarà un vero reperto antico o sarà una pentola di coccio dove qualche anno fa i contadini mettevano il mangime per le galline?

Questa grotta nelle terre di Bismantova era conosciuta come “La grotta dell’eremita”, anche questa è una leggenda tramandata oralmente da padre in figlio, io personalmente pensavo si trovasse sotto al sasso, però si sa la Pietra è piena di anfratti e forse di eremiti ce ne saranno stati più di uno. La storia che conosco io, parla di un ufficiale Napoleonico che tornato dalle brutture della guerra in Russia, una volta arrivato sotto questo sasso si ritirò in solitudine dentro a una grotta per pregare ed espiare i suoi peccati. Parliamo di Napoleone perciò circa due secoli fa, sempre roba un po’ vecchiotta poi tramandata a voce chissà quante volte avrà cambiato versione. Comunque molto intrigante anche questo posto, poi mi dicono che non molto lontano da qui fino a una trentina di anni fa c’era una sorgente, ancora più facile pensare ad una abitazione e non a un semplice muro contenitivo.

Lascio a voi la continuazione

(Elda Zannini)

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