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Se la nuova variante la chiamassimo “Viale Giorgio Benevelli”?

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Giorgio Benevelli

"Domani 15 marzo verrà ufficialmente inaugurata la variante che “taglierà” i tornanti del Ponte Rosso che portano al centro di Castelnovo. - si legge sui social dell'attore castelnovese Chicco Salimbeni - Ho proposto al sindaco Bini di intitolare questa tangenziale, ancora senza nome, a un uomo indimenticabile, un artista che ha arricchito con le sue opere tutto il territorio che da lì parte fino al crinale; un uomo la cui genialità rimarrà nel tempo.
Ho chiesto ufficialmente di poter chiamare la stradav che dalla Croce arriverà all’inizio del paese, “Viale Giorgio Benevelli” e ho trovato nel Sindaco una disponibilità totale.
Per quanto Giorgio era amato e stimato, e per quanto lo sia ancora oggi, a un anno dalla sua morte, sono convinto che tutta la cittadinanza si unirà nel sostegno di questa proposta. Nell'attesa, sogno".

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Allegato alla domanda fatta ufficialmente all'amministrazione comunale.

Giorgio Benevelli è stato un artista poliedrico e molto conosciuto.

Nato a Collagna il 5 maggio 1925, ha trascorso la sua lunga vita a Castelnovo ne’ Monti, ed è morto il 22 marzo 2018 all’età di 93 anni.

Eclettico in ogni tipo di arte, dal pensiero sempre pungente e precursore dei tempi e delle mode, Benevelli ottiene i primi successi di gioventù, come batterista di un complesso musicale molto in voga a quei tempi, gli “Estrelita”.

Per lo stesso gruppo, realizza anche scenografie d’effetto, cominciando ad affinare quel talento figurativo, che diverrà in seguito la sua cifra artistica.

Il primo oggetto, ora in una collezione privata, fu un corpo di donna ottenuto da un legno di bosso, poi da autodidatta la sua tecnica cominciò a svilupparsi di pari passo alla sua professione di fabbro. Cominciò a dominare la materia dapprima in modo tecnico, e poi applicandovi il proprio talento artistico, ottenendo risultati di grandissima espressività, unicità e originalità.

I suoi primi lavori furono in ferro, e fin dai suoi esordi, gli sfondi delle sue opere erano quelli a lui familiari, quelli del nostro appennino, dei nostri monti, in particolare la Pietra di Bismantova. Aveva la capacità di “universalizzare” la propria terra, di valorizzarla e di contestualizzarla in racconti epici, storici o biblici.

Poi passò a quel metallo con cui pareva dialogare, e che nelle sue mani è divenuto rappresentativo di opere che difficilmente nel mondo trovano eguali: il rame.

Prendeva fogli di rame e li modellava, saldava, limava, riempiva, vuotava, fino a dar loro una forma, un’anatomia, una forza, realizzando opere di dimensioni e proporzioni tali da costituire una vera unicità artistica nel panorama artistico mondiale di tutti i tempi.

Non realizzava calchi in gesso o creta, su cui seguire le forme: lui aveva in testa anatomia, plasticità e proporzioni, e quando i pezzi venivano saldati assieme, magicamente si completava l’armonia di un corpo, l’espressione di un volto, la tensione di muscoli, o la perfezione delle forme astratte o figurative.

Capolavoro in questo senso, è il “Cristo senza croce”, di cinque metri d’altezza, realizzato per la Chiesa della Resurrezione di Castelnovo, di cui domina la parete principale.

Sempre a Castelnovo, vi sono ben quattro opere pubbliche realizzate da Benevelli, tre delle quali riferite a momenti di guerra vissuti nella nostra terra.

La prima e più imponente, è il “monumento alla Partigiana” composto di 9 pannelli rievocativi.

Poi vi è il monumento “La ragione spezza la schiavitù”, un meraviglioso astratto simboleggiante una punta di freccia che spezza una catena.

Infine vi è una “Pietà”, sempre astratto, che commemora l’uccisione di un partigiano di rientro nella sua terra, l’ultimo giorno di guerra.

La quarta è invece un “pannello civico” che si trova in Municipio, assieme a due quadri dello stesso autore.

Altre opere importanti si trovano nel paese di Castelnovo, che Benevelli ha tanto amato, e non si possono non citare quelle presenti al Cimitero del Comune appenninico: la “Cappella Campari”, completamente concepita dall’artista nella sua forma muraria originalissima e nel maestoso cancello in rame che di per sé è già un monumento;

la “Tomba con le onde del mare” realizzato per un’altra famiglia, e anche alcuni arredi della tomba del padre Marino, musicista, a cui Giorgio applicò un piccolo clarinetto in rame.

Altre opere si trovano poi in vari punti dell’Appennino. Di particolare rilievo i monumenti commemorativi situati nella piazza centrale di Cervarezza, nel Comune di Ventasso, e nella località di Legoreccio, nel Comune di Vetto.

Maestoso e unico è poi il “San Benedetto”, situato davanti alla chiesa della Pietra di Bismantova, parzialmente distrutto nel 2014 da una frana di pietra caduta dal massiccio, e prossimo alla sua ricollocazione nel medesimo punto di prima, secondo le disposizioni scritte dello stesso artista.

Le collezioni private di quadri e opere dell’artista, non si contano, e ve ne sono in tutta Italia.

Di particolare interesse, è un Cristo in rame di dimensioni reali, commissionato dai frati di un monastero ubicato nei pressi di Montepulciano.

La motivazione della richiesta di questa intitolazione, credo sia racchiusa proprio in questa sintetica biografia dell’artista.

Benevelli ha saputo universalizzare la sua terra, e al contempo ha saputo storicizzarla.

Un uomo di pace, che in ognuno dei suoi monumenti commemorativi volgeva lo sguardo non al dolore o alla barbarie, ma alla rinascita, alla riappacificazione, al futuro!

E non vi è una strada come quella appena costruita, che congiunge “La città, il mondo” al centro abitato di Castelnovo, che meglio possa essere rappresentativa dell’amato e rinomato artista della nostra terra.

Da lì, si entra in un territorio permeato della sua arte, sia del Comune di Castelnovo, che di altri raggiungibili transitando da lì, e non si può fare a meno di passare di fianco ad alcuni dei suoi monumenti già citati (la “Pietà” del Peep, il “monumento alla Partigiana” e “la Ragione spezza la schiavitù”, si trovano sulla stessa direttrice a distanza di poche centinaia di metri l’una dall’altra), peraltro divenuti luoghi ufficiali per le commemorazioni del 25 aprile.

Un’altra curiosità, che può essere aggiunta è che il primo “paletto” piantato in località Croce agli inizi del 1900, lo mise suo padre Marino, ipotizzando già allora, oltre un secolo fa, una strada dritta e pianeggiante che tagliasse il “Ponte Rosso” e arrivasse diretta in località Albiaccio.

Infine, qualora questa richiesta di intitolazione toponomastica venga accolta e promossa dal Sindaco e dall’Amministrazione di Castelnovo ne’ Monti, vi è la possibilità di realizzare nella rotonda della Croce da cui la tangenziale inizia, un monumento maestoso e particolarissimo, ideato dallo stesso Giorgio Benevelli proprio per quella rotonda, di cui si conserva un plastico in legno realizzato dallo stesso artista.

Sarebbe un suo ennesimo prezioso regalo alla sua, nostra terra.

(Enrico Chicco Salimbeni)

 

 

Una proposta di Chicco Salimbeni

20 COMMENTS

  1. Sono d’accordo con Chicco Salimbeni. Se l’attuale amministrazione, che scade il 26 maggio, non deciderà per intestare il tratto di strada a Giorgio Benevelli, da maggioranza e quindi da nuova amministrazione, se gli elettori decideranno in tal senso, sarà il nostro primo atto dopo l’insediamento.
    Giorgio è stato un grande artista e un amico, non solo mio, ma di tutta la comunità.

    Alessandro Davoli

    • Firma - AlessandroDavoli
  2. Molto interessante l’idea, Chicco. E poi valorizzare Parco giochi, dove c’è, nascosto, un monumento che a guardarlo bene è di una bellezza strabiliante. Ho sempre pensato a una seconda opera da mettere in primo piano per stanare quella nell’angolo, caso mai una statua di donna vicino al pozzo, e aprire un varco sulla siepe. Parco dell’Arte caso mai. Basta parlarne…

    Dilva Attolini

    • Firma - DilvaAttolini
  3. Grazie Chicco per questa bellissima proposta, penso condivisibile da tutti, o quasi, quelli che l’hanno conosciuto e apprezzato, quelli che conoscono solo le sue opere e quelli che vorranno informarsi e vedere ad esempio il ”Monumento alla partigiana” che, da solo, celebra la grandezza dell’artista. Conoscendo gran parte dei nostri amministratori -oltre alla sensibilità del Sindaco -credo, Chicco, che questo tuo sogno potrà diventare realtà. Riprendo anche ciò che ha scritto la mia amica Dilva sulla collocazione del monumento alla partigiana, opera stupenda, commovente, eseguita magistralmente dal nostro artista GIORGIO. E’ un monumento costituito, mi pare, da nove pannelli e ha bisogno di spazio. Il posto dove è ora lo nasconde e non gli rende proprio giustizia e va collocato in un luogo dove “troneggi” e inviti le persone a vederlo in tutto il suo profondo significato di opera sulla guerra e contro la guerra.

    Paola Agostini

    • Firma - PaolaAgostini.