La questione dei punti nascita si sposta dall’Emilia Romagna a Bruxelles. Merito di una petizione presentata e sostenuta dal MoVimento 5 Stelle all’attenzione del Parlamento Europeo.
“Il gruppo dei popolari e quello dei socialisti, di cui fa parte il Pd, hanno votato sulla chiusura della petizione – ha affermato l’europarlamentare M5S Eleonora Evi – ma il MoVimento 5 Stelle ne ha ottenuto la riapertura. Così possiamo continuare a tenere i riflettori puntati sulla grave situazione dei punti nascita in Emilia Romagna, costringendo le istituzioni europee a esaminare ulteriormente il caso”.
“Il MoVimento 5 Stelle da sempre sostiene la riapertura dei punti nascita emiliani – hanno aggiunto la Vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e la Deputata M5S Stefania Ascari – e sta proseguendo la sua battaglia a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale, europeo. Durante gli incontri al Ministero della Salute abbiamo avuto in prima persona la conferma che la competenza sui punti nascita è regionale. Attendiamo che la Regione riveda la decisione di chiuderli con un atto di responsabilità diverso di quanto fatto all’Europarlamento, laddove si sarebbe voluto accantonare la volontà dei cittadini. Deve essere garantito loro il diritto di nascere nel loro territorio, specialmente in montagna. Basta con il rischio di nascite in elisoccorso che diventano pericolose non solo per i bambini, ma anche per le mamme”.
“Il lavoro svolto è partito dal territorio, dalla cittadinanza con l'obiettivo di reindirizzare la violazione dei Diritti Umani delle Donne e dei Bambini verificatasi a seguito delle miopi decisioni compiute dalla Giunta Regionale – ha sottolineato Matías Eduardo Díaz Crescitelli, iniziatore della petizione ed attivista M5S –. Ora la Commissione Europea dovrà esprimersi in merito, valutando soprattutto l'aspetto della tutela dei Diritti Fondamentali delle Donne e dei Bambini, consapevole del fatto che non indietreggeremo di un millimetro”.