Essere donna, avere una famiglia e un lavoro gratificante è un diritto. Ma cosa ne pensano del lavoro le donne reggiane? È la piccola inchiesta fatta dal sindacato dei lavoratori della Cisl, per rispondere a domande su come fanno le donne a gestire lavoro e famiglia e quali sussidi e incentivi vorrebbero avere per coniugare le esigenze.
Appunto con queste quatto testimonianze dal vivo, di lavoro e di donne si parlerà alla conferenza “Segnali, racconti ed analisi del mondo lavorativo delle donne” organizzata da Cisl Emilia Centrale e Coordinamento donne in occasione della Festa della Donna, venerdì 8 marzo alle ore 15.00, presso l’Auditorium Simonazzi in via Turri 71 di Reggio Emilia con moderatore Gabriele Arlotti, giornalista.
“Quella di venerdì – afferma William Ballotta, segretario generale Cisl Emila Centrale, sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione lavorativa femminile nel nostro territorio; mettendo in luce le tante difficoltà che le madri lavoratrici incontrano ogni giorno”.
Dopo i saluti del segretario, infatti, l’intervento di Rosamaria Papaleo, segretario Cisl Emilia Centrale e Linda Laura Sabbadini, statistico sociale, prenderanno la parola quattro donne reggiane, che svolgono professioni totalmente diverse, ma che incontrano ogni giorno le stesse difficoltà, per raccontare la loro storia.
Lucia Marchi, 44 anni, ha lavorato come insegnante ed educatrice alla scuola dell’infanzia. “Mi sono sempre chiesta per quale motivo dovevo veder crescere i figli degli altri mentre i miei due, per forza di cose, dovevano essere accuditi dai nonni – dice -. E io non staccavo mai: tutto il giorno al nido con i bambini, poi a casa i miei due, pulizie, stiro, spesa... A volte ancora oggi mi chiedo come ho fatto! Le donne andrebbero sostenute e aiutate. E dovrebbero poter stare a casa per tutto il primo anno di vita dei figli. Anche a livello economico andrebbe loro riconosciuto qualcosa di più perché, da sempre, fanno il doppio lavoro”.
Annalisa Pilia, invece, 57 anni, un figlio, è medico al Santa Maria Nuova. “La mia principale difficoltà – afferma - è quella di riuscire a conciliare un lavoro impegnativo, come quello di medico, con le attività di casalinga e di madre. Sono convinta che essere donna porta valore aggiunto all’azienda, ma dobbiamo cambiare il modo in cui educhiamo i nostri figli sul ruolo della donna nel mondo del lavoro”.
Marica D’Angelo, 25 anni, cassiera, è dipendente di un supermercato. “Conciliare il lavoro con l’essere donna è molto difficile: una volta che si arriva a casa il lavoro non è finito ma ci sono da fare le pulizie, la spesa, i pasti... La situazione sarebbe più agevole se avessimo turni più flessibili e se potessimo passare la domenica in famiglia senza lavorare”.
Francesca Bonomo, 43 anni è libera professionista e lavora nell’ambito delle risorse umane in tutta la provincia. “Cerco, nonostante mille fatiche e problematiche, a portare sempre a termine la giornata nel modo migliore: sono un’equilibrista come tutte le donne. Sui luoghi di lavoro ci vorrebbero orari di lavoro più flessibili, possibilità di smart working e asili aziendali” afferma.
“Come sindacato – ribadisce Rosamaria Papaleo, segretario Cisl Emilia Centrale - dobbiamo impegnarci per migliorare la condizione della donna sul posto di lavoro – da un lato dobbiamo, in alcuni settori come il commercio, correggere la deregolamentazione dell'orario di lavoro introdotta con la legge Monti che liberalizzando le aperture delle attività commerciali ha notevolmente peggiorato le condizioni delle donne e delle madri. Dall'altro dobbiamo introdurre orari di lavoro sempre più flessibili per i lavoratori. Dobbiamo potenziare i lavori senza vincoli spazio-temporali e sviluppare un piano territoriale che risponda alle necessità di coniugare i tempi dedicati alle varie attività di tipo lavorativo, familiare, sociale al tempo libero e al disbrigo di pratiche presso la pubblica amministrazione”.
“Il sindacato tutela il lavoro da ogni forma di abuso, per questo - conclude Papaleo - a breve sarà operativo presso la Cisl uno sportello d'ascolto contro le discriminazioni, le violenze e le molestie sui luoghi di lavoro a cui potranno rivolgersi le vittime in caso di bisogno”.
Non ultimo: la Cisl aderirà alla proposta di “Nonunadimeno” di astensione dagli acquisti, per il giorno 8 marzo, dalle 9 alle 11.