In relazione all'intervento del Sindaco di Palanzano Lino Franzini, che ha sottolineato una presunta “immobilità” dell'Unione dei Comuni dell'Appennino sul tema della diga di Vetto e della gestione della risorsa idrica in Val d'Enza, risponde il sindaco di Castelnovo ne' Monti e presidente dell'Unione dell'Appennino reggiano Enrico Bini: “Devo dire che sono rimasto abbastanza stupito dall'intervento dell'amico Franzini, per più di un motivo.
L'Unione Appennino fin dall'inizio ha seguito il percorso intrapreso per arrivare finalmente a interventi concreti sulla gestione idrica della Val d'Enza e la diga di Vetto, e lo ha fatto, dietro indicazione unanime di tutti i Comuni, delegando a seguire il tema il sindaco di Vetto Fabio Ruffini, per competenza territoriale e conoscenza dei vari aspetti il più indicato per apportare un contributo positivo.
E proprio grazie al suo impegno e alla sua partecipazione, è stato attivato il Tavolo Tecnico della Regione Emilia-Romagna sul bacino dell'Enza. Ai lavori hanno partecipato tutti i Comuni delle due sponde (rappresentati da Vetto e Bibbiano per la provincia di Reggio, Palanzano e Sorbolo per la provincia di Parma, ndr), i Consorzi di Bonifica, i Consorzi Irrigui, le Province di Reggio e Parma. Il Tavolo ha dato vita a un importante documento di analisi della situazione e programma di lavoro il cui primo firmatario è proprio Franzini.
Un documento che ha sancito il superamento del semplice dibattito “diga sì, diga no” che si trascinava da anni, piuttosto sterile, e che vede l'accordo di tutti i sottoscrittori per la realizzazione, in presenza delle condizioni necessarie, di un invaso lungo l'Enza, della capacità tra i 40 e i 70 milioni di metri cubi di acqua. Lo stesso documento demanda la realizzazione di uno studio sull'opera all'Autorità di Distretto Fiume Po, che lo scorso 31 gennaio ha presentato i primi dati a Vetto, in un incontro pubblico molto partecipato da cittadini, rappresentanti delle Istituzioni, degli Enti coinvolti e portatori di interesse. A seguire, sarà presentato il progetto definitivo”.
Conclude Bini: “Non comprendiamo dunque questo intervento di Franzini, se l'intento sia esclusivamente polemico viste le imminenti amministrative anche a Palanzano, oppure se non condivida più il documento che lui stesso ha sottoscritto. Vorrei infine smentire un tema che Franzini riporta frequentemente: è impensabile e irrealizzabile ripartire da un giorno all'altro con il cantiere avviato e poi fermato più di 30 anni fa. Dire che si possono riprendere i lavori aggiornando il progetto è strumentale.
Il progetto, a tanti anni di distanza, con tecnologie e normative che sono progredite e mutate, deve essere rifatto, e il documento sottoscritto dal tavolo di lavoro regionale serve anche a questo. Inoltre i dati vanno rivisti anche alla luce degli avvenuti cambiamenti climatici e delle nuove conoscenze. Il resto temo siano solo argomenti da campagna elettorale, che si trascinano su quest'opera da ormai molti anni con una visione miope, e che il lavoro impostato con la Regione cerca di superare per arrivare a un intervento concreto. Sull'utilità dell'invaso ormai siamo tutti d'accordo, sia per gli aspetti agricoli-irrigui che occupazionali, turistici e di sicurezza territoriale, anche in questo caso la sollecitazione di Franzini credo sia superflua ma se chiede che esprima questa mia posizione, non ho alcun problema a farlo”.
La relazione del Tavolo Tecnico sull'Enza è disponibile sul sito del Comune di Vetto, all'indirizzo https://www.comune.vetto.re.
Ritengo utili e importanti le informazioni fornite dal sindaco Bini, mi rassicura sapere che siano tutti d’accordo sull’utilità dell’invaso, che siano già in corso studi sull’opera, auspico che gli enti preposti possano realizzare un buon progetto sicuro magari in tempi rapidi.
Manuela Guazzetti
Se siamo di fronte ad argomenti che “si trascinano su quest’opera da ormai molti anni con una visione miope…“, come leggiamo sul finire di questa nota, a me sembra che una buona dose di responsabilità al riguardo ricada sulla parte politica che da lungo tempo ci governa da qui fino a Bologna, politica che ha dato l’impressione di non avere in merito una posizione abbastanza definita e precisa, al punto da rimandare essenzialmente le decisioni a tavoli tecnici (e ai loro pronunciamenti).
Circa la “questione diga” si possono avere opinioni diverse, e tra loro distanti, ma la politica, almeno secondo l’idea che personalmente ne ho, dovrebbe aver maturato da tempo la propria scelta – visto che se ne parla ormai da tanti anni – ossia avere in mente quale soluzione vorrebbe adottare in proposito, salvo verificarne poi le compatibilità, di natura tecnica, economica, ecc… (qualora la volontà politica si fosse giustappunto espressa a favore dell’opera, e della sua realizzazione).
Posso sbagliarmi, ma nella fattispecie pare non essersi seguito tale percorso, anzi si ha la sensazione che di fatto si sia proceduto all’incontrario, il che dà il senso di una politica che ha abdicato al proprio ruolo, rinunciando a decidere, e non è l’unico caso del genere, talché si possono allora comprendere quanti auspicano un cambio della guida politica (quanto a diga o invasi, semmai si faranno, mi auguro decisori politici che sappiano rappresentare e difendere gli interessi dei Comuni interessati e della montagna in genere).
P.B. 04.03.2019