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Turismo, arriva la formula Condhotel per le vacanze in Emilia-Romagna

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Un nuovo passo avanti per i Condhotel in Emilia-Romagna.

La formula ricettiva ‘mista’ che prevede nelle stesse strutture alberghiere la compresenza di camere ‘classiche’ e alloggi privati ha avuto il via libera dalla Giunta regionale, che ha approvato un progetto di legge che detta regole e requisiti per avviare e gestire la nuova tipologia di struttura.

Un intervento strategico nato con l’obiettivo di riqualificare e migliorare la qualità delle strutture ricettive, favorire gli accorpamenti, fidelizzare la clientela internazionale e diversificare l’offerta turistica. Il tutto per far crescere ancora di più un settore che, con quasi 60 milioni di presenze registrate in Emilia-Romagna nel 2018, ha segnato per il secondo anno consecutivo numeri da record.

Gli albergatori potranno destinare fino a un 40% della superficie delle camere alla realizzazione di alloggi da vendere a privati, a condizione che le risorse ricavate dalla vendita siano destinate alla riqualificazione degli edifici e al miglioramento dei servizi e dello standard di qualità.
La possibilità di ‘trasformarsi’ in Condhotel, unico caso in Italia, è stata estesa anche alle colonie marittime e montane: una misura antidegrado che tiene conto della specificità della regione, dove questi edifici sono molto diffusi, e che permetterà il pieno recupero di importanti spazi abitativi, risparmiando allo stesso tempo suolo pubblico in linea con la recente legge urbanistica regionale.

Il progetto di legge è stato presentato questa mattina in Regione dall’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, insieme a Filippo Donati, presidente regionale Asshotel, e ad Amedeo Faenza, vice presidente regionale Federalberghi.

“Avevamo promesso una rapida attuazione del provvedimento e ora, dopo un intenso lavoro con i Comuni e le associazioni di categoria, abbiamo finalmente un progetto di legge che traduce in pratica un’idea innovativa per il nostro Paese - afferma Corsini -. Tra le specificità e le novità introdotte, la possibilità di diventare Condhotel viene estesa anche alle colonie marittime e montane, una scelta strategica che guarda alle caratteristiche del nostro territorio e che intende così valorizzare spazi fino ad ora abbandonati, in un’ottica di riuso a consumo zero di suolo come vuole anche la legge urbanistica regionale.

I Comuni - prosegue l’assessore - potranno pianificare dove e come attuare questa nuova tipologia di struttura sulla base delle specificità del proprio territorio e per molti imprenditori alberghieri i Condhotel potranno essere un ottimo volano per ammodernare le loro strutture e fare un salto di qualità diversificando e ampliando così l’offerta ricettiva. Un altro passo che ci avvicina ancora di più all’Europa, dove questa formula è diffusa già da tempo, penso a realtà come quelle realizzate in Costa Azzurra, e un’occasione per rendere ancora più competitivo questo settore e farlo crescere ancora”.

Gli interventi che possono essere realizzati puntano sia alla crescita degli standard di qualità ma anche alla sicurezza, prevedendo ad esempio per gli edifici che non possiedono i requisiti sismici anche interventi di demolizione e ricostruzione con eventuale ampliamento limitatamente alle eventuali premialità di superficie previste dagli strumenti urbanistici comunali.
Il progetto di legge disciplina i requisiti e le condizioni di esercizio che le strutture devono avere per diventare Condhotel, armonizzando la normativa regionale con quella statale in materia di strutture ricettive ed edilizia.
In particolare, le strutture dopo gli interventi di riqualificazione, devono essere aperte al pubblico, avere un gestore unico, un minimo di sette camere, servizi accessori ed eventualmente vitto oltre a unità abitative residenziali private con cucina.
Il gestore della struttura si impegna a garantire ai proprietari delle unità abitative, i servizi alberghieri a partire dalla portineria unica sia per gli ospiti dell’hotel che per i proprietari delle abitazioni. I proprietari delle nuove unità abitative si impegnano a loro volta a rispettare le modalità di conduzione del Condhotel, a garantire gli standard e l’omogeneità estetica dell’immobile in caso di interventi edilizi.
Ogni proprietario può utilizzare in via esclusiva le proprie singole unità abitative per l’intero o per un limitato periodo di apertura effettiva dell’intera struttura turistico-ricettiva. Nei periodi in cui le unità abitative non sono riservate dal proprietario, l'alloggio residenziale potrà essere dato in disponibilità al gestore unico della struttura, affinché siano assegnate alla clientela per il servizio ricettivo alberghiero.
Infine, il progetto di legge individua modalità semplificate di recepimento della norma da parte dei Comuni e di adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici, ove sia necessaria la variante urbanistica. In quest’ultimo caso, basterà infatti adottare un unico provvedimento per l’intero territorio comunale o per aree omogenee che, con il fine di salvaguardare le specificità e le caratteristiche dell’ospitalità turistica del territorio, assicuri una adeguata proporzione tra unità abitative a uso residenziale e ricettività alberghiera. Inoltre, per le aree da sottoporre a particolare tutela, potranno essere individuati e definiti requisiti di maggiore qualità del servizio e della stessa struttura.