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Aristide Gazzotti dalla Casa de Los Niños ci racconta di Nagay

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Nagay

Oggi Aristide Gazzotti ci racconta di Nagay, una bambina di 11 anni che ha conosciuto in questi giorni nel reparto di Oncologia dove è ricoverata.

Dice Aristide: “Quello che mi colpisce è la serenità di questa bimba, sdraiata sul lettino di ospedale mentre prende la chemioterapia e della sua mamma, che ho avuto modo di conoscere ieri, mi sembra una persona molto integra che lavora per mantenere la famiglia lavando panni.

Ieri appunto mi raccontava che quest’anno non è riuscita a mandare a scuola i suoi figli perché non ha fatto in tempo a comprare il materiale scolastico, da due settimane è nuovamente iniziata la scuola e per la prima volta non è stata in grado di acquistare lo zainetto e i quaderni per mandare a scuola i suoi bimbi.

Quindi ha dovuto rinviare di una settimana l’inizio delle lezioni per loro.

A questa mamma oggi abbiamo pagato una prima parte del conto perché la figlia possa uscire dall’ospedale, sono circa 500 dollari e oggi ne dobbiamo trovare altri 1500, una cosa assurda certo ma faremo in modo di recuperarli.

Qui abbiamo per tetto il cielo, noi continuiamo a lavorare stiamo finendo la nostra casa della tenerezza, abbiamo il tetto e stiamo lavorando ai pavimenti e alle finestre.

Questa che vedete è la casa (se così possiamo chiamarla) di Nagay, dei suoi sette fratelli e della loro mamma; le finestre non ci sono, ci sono solo delle tende, senza porte e senza pavimento, per terra solo paglia. Noi che siamo persone fortunate, che cerchiamo di farci guidare dalla bontà e da questo senso di fraternità, abbiamo detto alla mamma che la bimba non può tornare a vivere li perché molto ammalata e quindi potrà venire a vivere con noi assieme ai suoi fratellini.

Nel frattempo le mandiamo i nostri muratori e in poco tempo siamo fiduciosi di poter tirare su alcune stanze per loro. Dobbiamo solo aspettare che finisca la pioggia perché febbraio è notoriamente il mese della pioggia.

In un mese finiremo i lavori e potremo dare un tetto sicuro a Marselina e ai suoi otto figli. Io sono convinto che il cielo non è sopra ma dentro quella casa”.