Tra i temi che caldeggiò: la diga di Vetto, una ferrovia tra Reggio e Castelnovo, una biblioteca per il paese, una scuola tecnica per Castelnovo, gli scavi archeologici nei luoghi topici dell’Appennino. Se non fosse per il suo impegno per il suffragio universale a fine ottocento (che sarà raggiunto “solo” mezzo secolo più tardi…), si può con certezza affermare che Rocco Nobili, letterato, professore, inventore e molto altro ancora, sia un personaggio estremamente attuale.
Sabato 9 febbraio, alle ore 21.00, presso la Sala Polivalente di Vetto, si terrà un incontro commemorativo per ricordare e riscoprirne la figura nel centenario della sua morte. Un incontro che prende il "là" dopo un primo articolo uscito su Redacon e Tuttomontagna.
Nato a Vetto nel 1839, il “professore di Ca’ Ricci”, come veniva rispettosamente chiamato dai suoi compaesani, fu un intellettuale e patriota reggiano impegnato in diversi ambiti politico-culturali tra cui la poesia, le lettere, lo studio della preistoria e delle scienze naturali. Appartenente alla sinistra storica del tempo, quindi garibaldino e liberale, fu allievo di Don Gaetano Chierici e tenne contatto con i grandi del suo tempo. È annoverato tra i “Reggiani illustri” (di Mario Mazzaperlini) e fu membro del Consiglio Provinciale di Reggio Emilia dal 1883 al 1887.
Il pronipote Alberto Nobili, emigrato in Australia e dirigente d’azienda a Pechino, assieme ai famigliari ne sta curando la riscoperta con ricerche, oltre che nell’archivio di famiglia, tra istituti, biblioteche e accademie di mezza Italia. Nel corso della serata, con proiezione di foto e immagini di materiale d’epoca (anche inedito) illustrerà le tappe principali delle vicende personali e professionali dell’illustre avo sepolto al cimitero di Vetto.
Giorgia Fiori e Matteo Genitoni proporranno al pubblico la lettura di alcune poesie e composizioni del Nobili poeta.
L’iniziativa di carattere storico-culturale, che ha avuto il supporto dell’Amministrazione Comunale di Vetto e del sindaco Fabio Ruffini, sarà condotta da Gabriele Arlotti e vedrà la partecipazione e l’intervento di Clementina Santi, presidente dell’Associazione Scrittori Reggiani.
Al termine dell’incontro, a ricordo della serata, verrà inoltre offerta ai partecipanti una cartolina commemorativa recante il testo della poesia “Addio ai miei monti” e che è stata ideata sulla falsariga di una cartolina a suo tempo realizzata e distribuita agli alunni delle scuole locali, in occasione della Giornata del Patronato Scolastico, il 19 marzo 1964.
Quando penso che per andare a La Spezia hanno fatto autostrada e ferrovia in Val Taro, ci fa comprendere dove possono arrivare le assurdità di certi politici, bastava dare in mano una cartina geografica a un bambino delle elementari che avrebbe scelto la strada migliore, quella della Val d’Enza. Ma questo fa ancora più male pensando che già nel 1800 illustri personaggi reggiani come Rocco Nobili chiedevano la ferrovia per Vetto/Castelnovo e la diga di Vetto. Grande uomo Rocco Nobili, non era certo miope come lo sono stati, e come lo sono, tanti politici che qualcuno ha mandato al Governo, che nulla hanno mai fatto per la nostra Valle dell’Enza; sbaglio, hanno fatto molto, molto danno, impedendo con ogni mezzo lo sviluppo di questa Valle dell’Enza, bloccando la Fondovalle Val d’Enza, già avviata e non facendo ripartire i lavori della Diga di Vetto. Ma mentre Rocco Nobili resterà nella nostra memoria tra i grandi uomini di queste terre, di altri si parlerà della loro nullità.
Lino Franzini